di Rossana Titone - Ripetiamo da tante settimane che presto torneremo alla normalità.
Ci siamo chiesti quale normalità? Quel tempo dove ci credavamo invincibili è passato, il tempo in cui ogni cosa era dovuta perché ritenuta necessaria per il nostro benessere è passato.
C’è un prima e c’è un dopo, forse avremo imparato qualcosa e saremo chiamati ad un cambiamento radicale nelle nostre vite, magari non avremo imparato nulla, allora solo il baratro ci sarà di fronte a noi.
Le nostre vite sono state segnate dal passaggio del Coronavirus, la percezione di ciò che era e di ciò che sarà sono cambiate.
L’ordine delle priorità è cambiato, così come in tutto il Paese.
Cambierà il modo di lavorare, di andare al ristorante , di acquistare, di stare a bivaccare al bar per aperitivi infiniti.
Ne uscirà rafforzata la rete internet, che ha già visto un incremento delle presenze su piattaforme di acquisto online, con le video chiamate che hanno avuto un aumento del 1000%.
Ci vorrà un nuovo spazio da inventare, si lascerà posto all’essenziale come riprendere in mano un libro e poterlo leggere in silenzio, come godersi l’aria di un terrazzo, di una veranda, una futura grigliata sulla spiaggia con la bellezza del mare che tocca le stelle.
Ci saranno meno locali affollati, faremo i conti con questa nuova visione di vita e chi non lo farà è perché ha deciso di vivere in maniera superficiale.
Cambierà la scuola, cambierà il modo di studiare e quello di insegnare, cambierà il modo di viaggiare.
Attenzione, però, un altro virus con cui si potrà fare i conti è il panico.
Questa società rischia di rimanere intrappolata nella paura per tanti mesi a venire, costretta a guardarsi attorno ma soprattutto dentro per meglio comprendere dove si è andati e dove si vorrà andare.