Dal 3 maggio potrebbero riprendere le messe e le varie celebrazioni come matrimoni, battesimi e funerali con dei volontari che contribuiscano a garantire le distanze tra i fedeli.
La Conferenza Episcopale Italiana ha un pacchetto di proposte che verrà illustrato al governo. «Con tutta l'attenzione richiesta dall'emergenza dobbiamo tornare ad “abitare” la Chiesa, il Paese ne ha un profondo bisogno, c'è una domanda enorme e rispondere significa dare un contributo alla coesione sociale», sottolinea il sottosegretario Cei don Ivan Maffeis.
La Cei vuole dunque riprendere la vita ecclesiale. Le modalità sono allo studio ma il principio fondamentale resta quello del rispetto delle distanze, della igienizzazione dei locali e dell'uso dei dispositivi di sicurezza (mascherine, guanti, etc) nei casi in cui sia necessario.
«Sappiamo tutti che il 4 maggio - dice don Maffeis - l'emergenza non sarà finita ma se aspettiamo che finisca l'emergenza possiamo mettere in soffitta per sempre la vita ecclesiale. Per questo chiediamo che ci venga riconosciuta la possibilità di riprendere, certamente senza sconti, sarebbe irresponsabile. Però noi chiediamo che venga data una risposta alle attese di tanta gente».