Bicchiere mezzo pieno o bicchiere mezzo vuoto?
Come leggere gli ultimi dati ufficiali forniti finalmente dall’Asp di Trapani sulla situazione epidemiologica esistente nella città di Salemi?
Siamo nel versante opposto del picco che aveva fatto registrare la presenza di ben 25 persone colpite dal covid-19?
Un numero piuttosto elevato in rapporto agli abitanti effettivi, tanto da spingere il comitato scientifico regionale a bollare la cittadina come “zona rossa”.
Per ben due volte: la prima volta a metà del marzo scorso, e la seconda alcuni giorni fa, prorogando il provvedimento fino al 5 maggio.
Cosa che ha provocato non pochi malumori sia tra alcuni consiglieri della minoranza, sia anche tra alcune fasce della popolazione che si sentono oggettivamente danneggiate economicamente dalla decisione.
E’ ovvio sottolineare che la chiusura forzata di bar, pizzerie, aziende di trasformazione di prodotti tipici, dei cantieri ed esercizi commerciali in generale non provoca lo stesso danno che può subire la categoria dei lavoratori dipendenti pubblici e persino dei pensionati.
Per questa fascia produttiva della società non si tratta solo di una rilevante diminuzione di reddito, ma anche della stessa sopravvivenza delle aziende, che con molta fatica riescono a portare in positivo i loro bilanci in tempi “normali”, figurarsi se sono costretti a chiudere i battenti per mesi.
Il numero accertato di persone ammalate di covid-19 sono state 25, su un totale di 155 tamponi eseguiti.
Di queste, 8 sono i guariti.
Un deceduto (secondo gli aridi numeri della burocrazia). In realtà, si dimentica sempre il nome del pensionato Gaspare Asaro, morto per coronavirus mentre si trovava in vacanza in marzo a Vigevano.
Secondo i dati forniti dall'Asp di Trapani, al momento in cui scriviamo, sono 16 i cittadini di Salemi positivi al Covid-19.
L'ultimo caso registrato non sarebbe da attribuire ad un nuovo focolaio, ma riconducibile a una realtà familiare individuata e circoscritta nelle scorse settimane.
Fortunatamente, nessuno dei 16 positivi si trova infatti in terapia intensiva.
Viene assicurato intanto che lo screening epidemiologico sulla città proseguirà nei prossimi giorni con l'avvio anche dei test sierologici.
Lo prevede una nota dell'assessorato regionale alla Salute con la quale ha precisato che su un target di cittadini delle cosiddette 'zone rosse' verranno effettuati i test sierologici qualitativi.
A questo punto, una domanda è d’obbligo.
Alla luce dei dati forniti, che farebbero sperare in una prossima uscita dal tunnel, è lecito richiedere l’anticipo della chiusura della cosiddetta ‘zona rossa’, per avviarsi verso la “normalità”?
Si pone anche a Salemi l’atroce di lemma se bisogna dare la precedenza alla salute pubblica, oppure agli interessi economici.
Ben sapendo che nella nostra realtà non di grandi gruppi capitalistici si parla ma di piccole aziende a carattere familiare, la risposta non è tra le più semplici.
Per il sindaco Domenico Venuti "i dati indicano sicuramente un trend positivo ma non significa che ci si possa rilassare, non dobbiamo abbassare la guardia. Affrontiamo il tema con serenità ma dobbiamo tenere alta l'attenzione perché la situazione resta comunque complessa e non può essere sottovalutata. Non possiamo considerare il pericolo alle spalle e per questo invito tutti, ancora una volta, a restare a casa".
E tuttavia c’è chi considera la “zona rossa” come un marchio d’infamia per la cittadina arabo-normanna di Salemi.
Non c’erano i presupposti scientifici per classificarla tale, sostengono.
Affermazioni responsabili o parole in libertà?
Una cosa è certa.
Non essendoci una controprova, non sapremo mai se il contenimento dei contagi sta avvenendo perché si è trattato solo di un grande bluff o, invece, come crediamo, per merito dei cittadini che, nella stragrande maggioranza, si è dimostrata civilmente disciplinata nel seguire tutte le indicazioni prescritte sia dall’Amministrazione che dalla Protezione Civile.
Franco Ciro Lo Re