Di Rossana Titone - Da quando il Paese è chiuso gli italiani si sono ritrovati con la paura di riempire tutte le credenze e le dispense di casa.
La spesa: pacchi interi di farina, uova, pasta, latte, riso, carne, passata di pomodoro.
L’introvabile lievito di birra, eletto re delle cucine di tutta Italia.
Si sono riprese abitudini lontane anni: pane e pizza homemade. I dolci.
Ingegnarsi in un aperitivo “casereccio” ha permesso a molti di trascorrere il tempo divagando tra l’arte culinaria, viaggiare con la mente e con gli occhi.
Si tornerà alla normalità? Difficile stabilirlo, ci vorranno mesi interi.
Cambiano le abitudini di tutti noi, la pizza il sabato sera al ristorante non è più scontata: impastare a casa coinvolgendo gli amici, risparmiando anche, senza attese infinite ha creato un circolo di benessere.
La domenica non sarà più “pranzo fuori”, possibilmente si continuerà a spadellare dentro casa in compagnia di pochi intimi parenti o amici.
Insomma, gli odiati fornelli hanno fatto riscoprire sapori e tradizioni perdute.
I bambini hanno imparato a fare i biscotti, le torte, il pane. Si sono sporcati le mani e hanno riscoperto il sapore di una tradizione che a loro è stata negata.
La fretta di una vita che scorre contando gli attimi passati imbottigliati nel traffico ha tolto la libertà ma ha donato creatività ed emozioni.
Adesso sarà nostro compito essere in grado di mixare i due ingredienti, riuscire a non vanificare tutto quello che abbiamo passato, fatto, scritto, cucinato.
Sì, perché dietro i biscotti, le focacce, i risotti, le paste al forno, c’è la volontà di impegnare il tempo in qualcosa che sia “bello” oltre che buono.
Abbiamo trascorso settimane di disagio, di paure, di instabilità… Sono state settimane in cui l’umore era altalenante e l’incertezza del domani ci ha reso precarie le emozioni.
Tuttavia c’è chi, magari pochi, hanno fatto di questo momento down una inversione di marcia e un punto di forza…. Del resto dall’imperfezione nascono grandi cose.
E noi ci siamo abituati a guardare dentro le nostre case, ci siamo annoiati di vederle quelle mura, ma abbiamo riflettuto sul consumismo sfrenato che ha accompagnato le nostre vite. Abbiamo consumato ogni cosa come avessimo tra le mani un fazzolettino di carta: usa e getta. Lo abbiamo fatto con le cose, con le persone.
Non so se questa quarantena ci renderà persone migliori, lo spero, ma credo che molti rimarranno gli imbecilli di sempre.
Altri saranno cambiati, quelli che sono dotati di sensibilità e intelligenza sapranno scorgere la differenza e acchiapparne il cambiamento.
Le vicinanze virtuali ci hanno regalato persone meravigliose, ci hanno mostrato il coraggio di esserci. Non per tutti. Ci ha fatto scegliere. Questo non accadeva da mai.
Abbiamo scelto cosa comprare, cosa cucinare, con chi videochiamarci, con chi passare i pomeriggi al cellulare, cosa scrivere, cosa leggere, cosa sognare.
Questa è eleganza, questa è la vita che non dovremmo perdere nemmeno a lockdown finito.
Ci è stata concessa la possibilità di un reset, pigiamo invio.