Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
22/04/2020 00:00:00

Coronavirus, uno studente messinese lancia sui social il locale virtuale "Covid room"

Un locale virtuale nato al tempo del Conornavirus sui social e con un nome fatto apposta per esorcizzare la pandemia: "Covid room". E' l'idea di Andrea Giuseppe Parialò, uno studente messinese di marketing analytics alla Luiss di Roma, che assieme ad altri giovani ha organizzato sui social un servizio denominato, come detto ‘Covid room’, dove si esibiscono dj internazionali, come se si trovassero in un vero locale, mixando dal vivo i pezzi di musica elettronica e creando anche animazioni d’arte digitale.

Chiunque può accedere al ‘locale’ virtuale su Facebook e ascoltare dal pomeriggio fino alle 4 del mattino le esibizioni e vedere le immagini di digital art. Tantissimi i dj che partecipano da Italia, Australia, Russia, Francia, Canada e Belgio e numerosi quelli conosciuti, come C/A (UK), Sanya Dimov (UA), Axel Sundelin (CA), DJ MS (IT), il rapper Nitro della Machete crew, molto famosi in Italia, Onde Delta (IT), Sounds Of The Abandoned Factory (IT), Joshua Harry Hall (AU), Discarnate (AU).

“L’idea – spiega Parialò – mi è venuta perché mi annoiavo in questo periodo di restrizione forzata per il Covid-19, ho pensato dunque di organizzare delle vere e proprie serate o mini concerti sfruttando le mie passioni e ho lanciato la piattaforma alla quale stanno partecipando molti dj e artisti famosi internazionali. In questo complicato periodo ci vuole fantasia per reinventarsi, chissà che da questa difficile esperienza non possano nascere delle opportunità di lavoro per il futuro”.