Papa Francesco ha nominato il vicario generale, don Alessandro Damiano, Arcivescovo coadiutore dell’Arcidiocesi di Agrigento.
L’annuncio della nomina è avvenuta ieri Il trapanese don Alessandro Damiano nominato dal Papa Arcivescovo coadiutore di Agrigentopresso il Palazzo Vescovile di Trapani da parte del vescovo Pietro Maria Fragnelli, alla presenza del Collegio dei Consultori e dei Vicari foranei della Diocesi. Contemporaneamente ne ha dato notizia la Sala Stampa della Santa Sede e l’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro.
L’ANNUNCIO DEL VESCOVO FRAGNELLI
“Pochi giorni fa, mentre l’altalena dei media sui numeri e le conseguenze sociali della pandemia ci teneva occupati e preoccupati, una telefonata del tutto imprevista ha raggiunto il Vicario Generale e me – ha detto il vescovo - il Rappresentante del Papa in Italia, il nunzio apostolico Sua Eccellenza Mons. Paul Emil Tscherrig, ci comunicava la sorprendente notizia della nomina di don Alessandro Damiano ad Arcivescovo Coadiutore dell’Arcidiocesi di Agrigento. Momento iniziale di panico, poi lento assestamento di qualcosa che squarcia orizzonti personali e comunitari, istituzionali e sociali. Abbiamo pregato con umiltà e fiducia nella cappella dell’Episcopio. Ora siamo qui per le comunicazioni ufficiali alla Diocesi. – ha continuato - Il primo pensiero va a Papa Francesco. Lo ringraziamo vivamente perché, volendo rispondere al desiderio del Card. Francesco Montenegro che gli ha chiesto un aiuto stabile, ha rivolto la sua attenzione al clero della nostra diocesi”.
BREVE PROFILO DEL NUOVO ARCIVESCOVO COADIUTORE ELETTO
Don Alessandro, trapanese, 59 anni è vicario generale dal 2014. Ordinato presbitero nel 1987 dopo gli studi presso il Seminario Romano Maggiore, è stato parroco moderatore della prima esperienza di Unità pastorale in Diocesi nei primi anni ’90 . Nel 1998 è stato nominato Cancelliere della Curia Vescovile e direttore dell’Ufficio catechistico. E’ stato parroco in diverse realtà della cittadine tra cui la parrocchia di Cristo Re, nel popolare rione di San Giuliano a Casa Santa e poi anche a Santa Teresa del Gesù Bambino e Maria Ausiliatrice. Difensore del vincolo e poi Vicario giudiziale della Diocesi, attualmente ricopre anche l’incarico di giudice presso il Tribunale ecclesiastico regionale siculo.
Il MESSAGGIO DI DON ALESSANDRO AL CARDINALE MONTENEGRO E ALLA CHIESA DI AGRIGENTO
Don Alessandro ha inviato un messaggio all’arcivescovo di Agrigento, il cardinale Francesco Montenegro, che sarà chiamato a collaborare nella veste di Arcivescovo coadiutore.
“Caro don Franco, nello spirito del battesimo che tutti ci accomuna, mi permetto di rivolgermi a Lei con questa forma fraterna – scrive - Sin da adesso le esprimo la volontà di una collaborazione piena e libera in favore dell’intera Chiesa agrigentina. Attraverso Lei, nella gioia del Risorto, desidero salutare l’arcivescovo emerito, mons. Carmelo Ferraro, e tutta la comunità dei credenti che fa la Chiesa di Agrigento, laici, presbiteri, diaconi, seminaristi, religiosi e religiose, uomini e donne di buona volontà – aggiunge il nuovo arcivescovo coadiutore nel suo primo messaggio all’Arcidiocesi - In questo tempo inedito, esprima la mia vicinanza agli ammalati e a quanti se ne prendono cura tra le mura domestiche o presso gli ospedali, alle famiglie e ai lavoratori preoccupati per l’avvenire, ai migranti che, con cuore pieno di speranze, giungono nelle nostre coste. La prego di porgere il mio saluto cordiale anche alle autorità civili e militari che si adoperano per il bene comune di un territorio in cui non mancano bellezze e ferite, risorse e contraddizioni, attese e indifferenze. Venerdì scorso, 24 aprile, trentatreesimo anniversario della mia ordinazione presbiterale, ho ricevuto l’inaspettata telefonata del Nunzio Apostolico in Italia che mi comunicava la volontà di Papa Francesco di inviarmi al servizio della Chiesa di Agrigento come arcivescovo coadiutore. Questa singolare coincidenza, l’ho letta come una nuova e inattesa chiamata che accolgo con timore e tremore! La disponibilità espressa a Papa Francesco è il nuovo “sì” che rivolgo a Gesù, Pastore Buono, e alla Chiesa, Madre e Maestra. E il “sì” degli operai del Regno. È l’ottavo “sì” che ripeto in questi trentatré anni di ministero presbiterale. Il “prete” è chi governa la porzione del popolo di Dio cui è mandato, come il pastore pasce il gregge – continua in un altro passaggio don Alessandro - Egli non va in cerca di successi personali, quanto piuttosto, nella consapevolezza delle proprie fragilità, si sforza di riconoscere le meraviglie di Dio nella propria vita e dice, con verità e gratitudine, «ma guarda davvero cosa ha fatto il Signore… nonostante me e pur attraverso me»! Con queste sicurezze e con questi atteggiamenti mi preparo al cammino che faremo con Lei e con tutta la comunità diocesana”.
I LEGAMI TRA LE DUE CHIESE. MONS. FRAGNELLI: “CONTA ESSERE TESTIMONI CREDIBILI DELLA GIOIA DEL VANGELO
“La mente va poi al confratello Montenegro, che apre le sue braccia all’accoglienza cordiale e rispettosa del nostro don Alessandro – si legge in un altro passaggio del messaggio del vescovo Fragnelli inviato a don Alessandro e alla comunità diocesana trapanese - Certamente lavoreranno bene insieme nel servizio del popolo di Dio. Grazie, Eminenza! In questo momento di rinnovata tessitura dei rapporti tra le nostre due diocesi, non posso fare a meno di ricordare come Agrigento ha donato settant’anni fa alla nostra Chiesa un santo vescovo, il favarese Mons. Filippo Jacolino. Di lui lo storico Filippo Burgarella ha detto che, lungi dal vestire i panni del vescovo - principe, egli ha incarnato il modello del vescovo-santo. Da allora sono cambiate tante cose nella Chiesa e nella società agrigentina e trapanese; ma, oggi come ieri, contano solo testimoni credibili della “gioia del Vangelo”, che non cambia.