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07/05/2020 07:18:00

Sicilia, il caos alla Regione sulla cassa integrazione. Polemiche e dimissioni

 Aumentano le polemiche, e aumenta anche il caos, sui ritardi clamorosi nella validazione delle pratiche per la cassa integrazione in deroga da parte della Regione Siciliana. 

La giornata di ieri, vissuta ad altissima tensione ai piani alti della Regione, si è conclusa con le  dimissioni del dirigente generale dell’assessorato regionale del Lavoro Giovanni Vindigni. La decisione e’ arrivata dopo un colloquio riservato con il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci che, d’intesa con l’assessore Antonio Scavone, le ha accolte. La Giunta ha affidato l’incarico ad interim al ragioniere generale Giovanni Bologna, che si e’ insediato.

Il dirigente era stato al centro delle polemiche per un’intesa con i sindacati per un premio di produzione, compreso tra 8 e 10 euro, per ogni pratica di cassa integrazione in deroga ultimata. “Vindigni e’ persona perbene trovatasi, suo malgrado, al centro di una vicenda sulla quale occorrera’ fare chiarezza – ha sottolineato Musumeci – Per questa ragione con l’assessore Scavone abbiamo avviato un’indagine interna e stiamo verificando, al tempo stesso, la quantita’ e la qualita’ del lavoro prodotto in questi dieci giorni dai dipendenti collocati in ‘lavoro agile'”.

I decreti di Cassa integrazione in deroga autorizzati dall'Inps in Sicilia, in base al decreto legge "Cura Italia", sono al momento 5.513 su un totale di 5.767 pratiche giunte finora all'istituto dalla Regione. Ne dà notizia la Direzione regionale dell'Inps, attraverso un comunicato diramato nel tardo pomeriggio di oggi. Il numero dei lavoratori interessati è di 13.3486, per complessive 2.877.188 ore: le somme impegnate ammontano a 23.305.222,80 euro.


Proprio negli scorsi giorni il sindaco Leoluca Orlando aveva avvisato sul rischio di tensioni. "La condizione di emergenza dovuta al Coronavirus - aveva detto il presidente di Anci Sicilia - ha colpito in particolare il lavoro non strutturato nei settori del commercio, della ristorazione, del turismo e del terziario per il quale è necessario intervenire attraverso la tempestiva erogazione della cassa integrazione in deroga. Si tratta di evitare una ulteriore situazione di tensione che si aggiungerebbe a quella che già vivono le fasce più deboli della popolazione destinatarie dei buoni alimentari, che sta creando un ulteriore appesantimento nei confronti di comuni per il sovraccarico dei destinatari di interventi di beni alimentari di prima necessità".

Il M5S all’Ars chiede la rimozione dell’assessore della Famiglia, delle Politiche sociali e del Lavoro, Antonio Scavone, e lo fa con una mozione di censura che è stata annunciata in aula dal deputato Antonio De Luca, per spingere Musumeci a rimuovere l’esponente del suo governo, «rivelatosi palesemente inadeguato al ruolo».

A Scavone i deputati 5 stelle contestano, in primis, «l'intollerabile gestione degli ammortizzatori sociali straordinari, con ritardi inaccettabili nella lavorazione delle pratiche di migliaia di lavoratori, ormai con l’acqua alla gola».«Ogni giorno che passa - affermano i deputati - l’angoscia di migliaia di famiglie cresce fino al limite dell’esasperazione. Per chi vive di un solo stipendio, azzerato dall’emergenza Covid, è un dramma. Sui ritardi della cassa integrazione nei giorni scorsi avevamo lanciato l’allarme e Scavone non ha fatto altro che cercare di minimizzare quanto stava accadendo. Secondo dati aggiornati al 4 maggio erano appena 4526 le domande di cassa integrazione in deroga che la Regione Siciliana aveva trasmesso all’Inps a fronte di 40.190 pratiche che riguardano quasi 150 mila lavoratori. Una percentuale ridicola, un fatto inaccettabile e incomprensibile a 40 giorni dalla conclusione dell’accordo sindacale. La Sicilia è stata, cronologicamente, la diciottesima regione italiana a inviare i flussi, con un immotivato e notevole ritardo. Le giustificazioni addotte e le informazioni fornite da Scavone sono apparse insufficienti e contraddittorie».

Gravi anche le contestazioni dei deputati 5 stelle sul fonte centri per l’impiego (dove ancora non sono stati indetti i concorsi per il potenziamento di queste strutture che dovrebbero portare all’assunzione, entro il 2021, di 1135 tra istruttori e funzionari a tempo indeterminato) e della ormai annosa questione della riforma degli istituti di assistenza e beneficenza «dove - dicono i parlamentari 5 stelle - si registra un immobilismo ai limiti dell’ostruzionismo, malgrado le proposte di legge depositate presso l’Assemblea Regionale Siciliana, sia di iniziativa parlamentare, che di iniziativa governativa.».