Silvia Romano convertita all'Islam durante il rapimento? E' il dubbio che avanza il Corriere della Sera, che fa una ricostruzione del rapimento e della fasi della liberazione della volontaria italiana rapita in Africa e liberata dopo un lungo periodo di prigionia.
Quando viene liberata, venerdì sera, la giovane arriva vestita con gli abiti tradizionali delle donne somale e il capo coperto, appare in buone condizioni di salute. Viene subito trasferita nell’ambasciata italiana in Somalia e quando le chiedono di cambiarsi spiega di essere «una convertita», chiarisce di volerne «parlare subito con mia mamma appena la rivedrò». Già nei mesi scorsi era circolata la notizia che fosse stata costretta a sposare uno dei carcerieri e aderire all’Islam. Si tratta di una giovane donna fiaccata da una prigionia durata un anno e mezzo e da pressioni psicologiche atroci, dunque soltanto dopo il rientro in Italia si capirà se sia davvero questa la sua scelta. Forse già domenica pomeriggio quando sarà interrogata dai magistrati e dai carabinieri del Ros proprio per ricostruire questi drammatici 18 mesi.
La trattativa con il gruppo jihadista di Al Shabaab è durata mesi. Venti giorni fa poi è finalmente arrivata la prova che Silvia era viva. Una conferma importante dopo mesi in cui si erano susseguite “voci e illazioni che secondo l’intelligence avevano soltanto l’obiettivo di far salire il prezzo del rilascio”, scrive ancora il Corriere.
Quindi, sei mesi fa, quindi, “è stata avviata la trattativa per il pagamento del riscatto. Un negoziato che è entrato nel vivo a metà aprile. Fino al via libera ottenuto grazie alla mediazione dei turchi”. Venerdì notte la svolta con lo scambio in un momento peraltro tragico per la zona in ginocchio per le alluvioni.