Informativa del ministro della Giustizia alla Camera, Alfonso Bonafede sul caso della mancata nomina di Di Matteo al Dap.
"C'è un confine e un limite a tutto e per me, quel confine, in politica e fuori dalla politica, è rappresentato dalla mia onorabilità, nonché dal rispetto degli altri e della memoria di chi è morto per servire il Paese - ha detto -. Le immagini delle stragi di mafia buttate a caso tra un chiacchiericcio e un altro di improvvisati esperti antimafia, l'alone di mistero intorno al nulla per evocare inesistenti retroscena, sono tutte operazioni che mancano di rispetto proprio alle vittime di quelle stragi e ai loro familiari".
"Si continuano a cercare possibili condizionamenti evocando, in modo più o meno diretto, i vari livelli istituzionali - ha detto alla Camera il ministro Bonafede, sulla mancata nomina di Nino Di Matteo al Dap -. Una volta per tutte: non vi fu alcuna 'interferenza', diretta o indiretta, nella nomina del capo dipartimento dell'amministrazione penitenziaria. Punto! Non sono disposto a tollerare più alcuna allusione: lo devo a me stesso ma lo devo prima di tutto alla carica istituzionale che mi onoro di ricoprire".
"Riguardo alle strumentalizzazioni che qualcuno vorrà ancora una volta fare in merito alle ormai note scarcerazioni, ricordo che sono state determinate da decisioni prese, in piena autonomia e indipendenza, dai magistrati competenti (nella maggior parte dei casi per motivi di salute), sui quali, ovviamente, non c'è stato alcun condizionamento da parte del ministero o del governo", ha detto ancora Bonafede nella sua informativa alla Camera sulla mancata nomina di Nino Di Matteo al Dap.
"I due decreti legge approvati nel giro di una settimana rappresentano la migliore risposta dello Stato per garantire una stretta sulle richieste di scarcerazione e, contemporaneamente, riportare i detenuti davanti al giudice affinchè, visto che il quadro sanitario è cambiato, vengano rivalutate tutte le questioni di salute".