La Sicilia limita l’aggressività della pandemia: nel primo quadrimestre del 2019 l’imbottigliamento di vini della Sicilia Doc sarebbe calato dell’11% contro una media nazionale stimata del 35%/40% a volume. Più in dettaglio i rossi segnerebbero -8%, il Nero d’Avola soltanto il 5%; peggio i bianchi con il -17% ma il Grillo si fermerebbe a -13%.
Come spiegare questa resilienza di Sicilia Doc, presente nella Gdo non più di tante altre denominazioni? “La Sicilia soffre meno del dato nazionale: il risultato è correlato al grande lavoro svolto dal consorzio” ha spiegato Alberto Tasca D’Almerita, membro del consiglio di amministrazione del Consorzio.
Nel 2019 la crescita dell’imbottigliato Doc Sicilia è stata dell’11% a 95 milioni di bottiglie. “Il dato del +11% è confortante – ha osservato Antonio Rallo, presidente del Consorzio Sicilia Doc – insieme al particolare che cresce anche il numero delle bottiglie delle denominazioni territoriali che riportano in etichetta il nome Sicilia”.
E ora? “Le modalità di riapertura dell’Horeca nel mondo – ha risposto Rallo – determineranno le future dinamiche di imbottigliamento. Ci aiuta l’analisi sul web, dalla quale emerge che il consumatore di vino siciliano è più giovane rispetto alla media”.
Scontato però che la riapertura graduale di ristoranti, enoteche, bar e alberghi da questo mese e uno scontato avvio a rilento dei consumi condizioneranno i dati di vendita per almeno il primo semestre.
Il tema è stato trattato nel corso di Sicilia En primeur virtuale, manifestazione promossa da Assovini. L’associazione riunisce 91 aziende vitivinicole siciliane accomunate dal controllo totale della filiera vitivinicola, dalla produzione di vino di qualità imbottigliato e dalla visione internazionale del mercato.
Rebus giacenze - Allo scorso 29 aprile, le giacenze di vino Sicilia Doc segnalate da Cantina Italia del Mipaaf ammontavano a 1,41 milioni di ettolitri, lievemente superiori a 1,34 milioni dell’anno prima.
Salvo impennate fino ad agosto, la prossima vendemmia non dovrebbe impattare in misura significativa. “L’annata 2019 è stata ottima – ha confermato Rallo -. Non siamo eccessivamente preoccupati delle giacenze: la regione produce meno di 4,5 milioni di ettolitri, molto basso rispetto al vigneto. Quindi la distillazione ci coinvolgerà poco. Se le altre regioni invece vi ricorreranno, avremo più spazio per i nostri vini”.
“Data la situazione – la stoccata di Alessio Planeta, presidente di Assovini Sicilia – sarebbe opportuno che le altre regioni riducessero la produzione”.
Il virus attacca i vini di pregio - Secondo un report curato da Luigia Mirella Campagna, industry expert di UniCredit, presentato in occasione Sicilia en Primeur 2020, gli effetti del covid-19 sul settore vitivinicolo italiano indurranno una contrazione, a seguito delle difficoltà del canale Horeca e della minore capacità di spesa delle famiglie. Anche l’export è previsto in contrazione. I cali delle vendite più consistenti sono previsti per vini di gamma medio-alta e alta, spumanti, vini “innovativi”.
Quanto alla Sicilia, lo studio di UniCredit rileva che la Sicilia è la quarta regione italiana per produzione di vino, con circa 4,3 milioni di ettolitri (produce il 9% del vino italiano), di cui oltre l’81% è vino di qualità (Igp 53% + Dop 28%). La regione si colloca al secondo posto in Italia – insieme all’Emilia Romagna e dopo il Veneto – per produzione di vini certificati. In particolare, ne conta 31, di cui 24 vini Dop e 7 vini Igp.
La Sicilia è inoltre la prima regione per superficie a vite Bio (24% del totale regionale, 29% del totale Italia) con 31mila ettari dedicati. Oltre che la regione leader per superficie agricola dedicata al biologico (385 mila ettari) e conseguentemente prima per numero di bio-operatori nel settore agroalimentare: sono 11 mila.
A proposito, Planeta ha sottolineato che il futuro della Sicilia passa dalla sostenibilità, grazie “al vigneto bio più grande d’Italia, un clima vocato alla sostenibilità della produzione come nessun altro territorio”. Quindi ha annunciato che per iniziativa di Assovini e Consorzio Sicilia Doc nascerà una Fondazione.