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21/05/2020 08:14:00

Sicilia, il manager anti tangenti arrestato per ... corruzione 

 Più di quello del manager dell'Asp di Trapani, Fabio Damiani, e il nome di Antonio Candela, 55 anni, quello che fa rumore nell'operazione di oggi sulla corruzione nella sanità siciliana con tangenti per due milioni di euro. Candela, infatti, non solo è il coordinatore scelto dal Musumeci per gestire l'emergenza Covid-19 in Sicilia, ma per anni ha vissuto sotto scorta dopo aver denunciato affari e tangenti nella sanità siciliana.

L'inchiesta della Finanza riguarda un sistema di mazzette attorno a quattro appalti della sanità siciliana. Gare, per un valore di 600 milioni di euro, che sono state aggiudicate dal 2016 in poi dalla "Centrale unica di committenza della Regione" e dall'Asp 6, per la fornitura e la manutenzione di apparecchiature elettromedicali e per servizi di pulizia.

Candela è accusato di avere intascato una mazzetta da 260 mila euro dagli imprenditori che hanno gestito uno di quegli appalti.

Sono intercettazioni choc quelle che lo hanno portato in manette. Diceva: "Ricordati che la sanità è un condominio, io sempre capo condominio rimango". Il gip ricorda: "Si atteggiava a strenuo paladino della legalità", ma quello che è emerso invece dall'indagine è una "pessima personalità".

CANDELA. Dopo l'addio alla direzione dell’Asp di Palermo, incarico che aveva ricoperto sotto il governo Crocetta, era uscito di scena per poi tornare a sorpresa sulla cresta dell'onda nella sanità siciliana con la nomina da parte del governo Musumeci a  coordinatore dell’emergenza Coronavirus in Sicilia.

Durante il suo incarico a Palermo, Candela era finito sotto scorta dopo aver denunciato ai magistrati le pressioni per pilotare le gare d’appalto per la fornitura di pannoloni e materiale sanitario agli ospedali.

Proprio per questa vicenda, nel 2014, era stato arrestato l’ex manager dell’Asp, Salvatore Cirignotta. Per le sue denunce di irregolarità negli appalti, l'ex manager dell'Asp aveva anche subito minacce e lettere intimidatorie.

Le iniziative per la legalità, erano valse a Candela i complimenti dell'allora presidente della Regione Rosario Crocetta e dell'assessore alla Sanità del tempo, Lucia Borsellino, per i risparmi ottenuti dalla sua gestione. Durante la sua gestione, infatti, erano state revocate diverse gare d'appalto con risparmi per circa 54 milioni di euro: 10 per la base d'asta della fornitura di pannoloni, 6 per la base d'asta dei sistemi informativi dell'azienda, 18 per l'appalto dei sistemi di vigilanza e circa 20 milioni il servizio di gestione e manutenzione degli impianti tecnologici.

"Un record raggiunto - aveva spiegato Antonio Candela - con una serie di aggiustamenti che tengono conto anche di alcuni fattori prima non inclusi nelle ex basi d'asta delle gare". Contro queste revoche erano stati presentati diversi ricorsi al Tar, al Cga e al Consiglio di Stato, quasi sempre i giudici avevano dato ragione all'ex manager.

Una fama da manager di ferro che a metà marzo scorso gli era valsa la nomina a commissario per l'emergenza coronavirus in Sicilia. Un provvedimento del governatore, che dava seguito all’ordinanza del Capo del dipartimento della Protezione civile del 3 febbraio, istituiva infatti la struttura per l’emergenza sanitaria. Candela ha avuto il compito di relazionare direttamente al presidente, individuando all'interno degli uffici regionali il personale tecnico-amministrativo a supporto della struttura.