Sono finiti intrappolati in quei cappi metallici che usano i cacciatori di frodo per catturare animali selvatici.
Per qualcuno poco importa se non è periodo di caccia, riusciranno comunque ad uccidere conigli e porcospini anche senza i fucili, posizionando le trappole davanti le tane.
Trappole illegali, fatte di filo metallico intrecciato, che si possono stringere al collo dell’animaletto che sbuca fuori dal suo nascondiglio. Ma che stavolta hanno bloccato strette le zampe di due cagnolini, forse tre.
Jimmy, Kira e Bella fanno parte del gruppo dei sei cani di Astrid, una signora austriaca trasferitasi da quasi 5 anni a Castelvetrano con il marito. I tre trovatelli le erano scappati domenica scorsa. Il primo è ritornato il giorno stesso, con la bocca piena di sangue per essere riuscito a tagliare il cavo metallico della trappola con i denti, cavandosela con delle piccole ferite superficiali.
Kira è invece ritornata ieri. Ma le sue condizioni non erano per niente buone ed è stato necessario ricoverarla dal veterinario.
“L’animale Aveva 41 di temperatura, disidratato ed ipoglicemico – dice il dottor Giuseppe Roma, del centro veterinario ‘Darwin’ - Forse sarà stato per tre o quattro giorni intrappolato, fin quando sarà riuscito a liberarsi mordendo il cavo con la forza della disperazione. Probabilmente sarà necessaria l’amputazione dell’arto”.
Dell’altra cagnolina, Bella, non si hanno invece notizie.
Anche se per un attimo la proprietaria aveva creduto che un cane trovato morto proprio ieri pomeriggio fosse proprio Bella. Invece no, si trattava di un altro cane, senza microchip, in una zona non lontana dalla sua abitazione.
In avanzato stato di composizione e con un cavo di nylon legato al collo, sarebbe stato seviziato e impiccato.
A dirlo è Enrico Rizzi, noto animalista che da Trapani ha raggiunto il luogo del ritrovamento, dopo che un cittadino (che si era accorto della carcassa dell’animale sul ciglio di un’isolata stradina di campagna) avrebbe tentato per ore di far intervenire, senza successo, le autorità.
Ma dopo una serie di telefonate, si è scoperto che il cittadino non otteneva risposta perché componeva un numero della polizia locale non più attivo.
Alla fine, Rizzi ha ringraziato carabinieri e vigili urbani per il loro pronto intervento e in una sua diretta social, ha spiegato come si è conclusa la vicenda, in seguito alle conclusioni del veterinario reperibile dell’Asp, arrivato da Poggioreale: “Il veterinario dell’Asp non ha reputato necessario effettuare alcuna autopsia, confermando che purtroppo il cane ha subito sevizie ed è morto a causa dell’impiccagione”.
Egidio Morici