Invitando la sua convivente a prostituirsi e a portare così “soldi a casa”, l’avrebbe più volte picchiata con estrema violenza, minacciata e insultata. In un’occasione, in seguito a tali brutalità, al Pronto soccorso dell’ospedale di Marsala, alla donna, S.P., 37 anni, originaria di Palermo, i medici hanno assegnato il “codice rosso”.
Per l’uomo, P.U., 50 anni, la Procura di Marsala ha chiesto e ottenuto il giudizio immediato. Il gip ha fissato l’avvio del processo per il prossimo 8 settembre. I fatti contestati sono abbastanza recenti. Vanno dallo scorso 4 marzo all’8 aprile. Un arco di tempo nel quale P.U., secondo l’accusa, in varie occasioni, avrebbe picchiato, minacciato e pesantemente insultato la donna.
Chiedendo denaro, l’avrebbe prima schiaffeggiata e gettata a terra. Poi, le avrebbe tirato i capelli e sbattuto la testa al muro, prendendola anche a calci. In un’altra occasione, l’avrebbe minacciata di morte, mollandole due ceffoni e un calcio alla schiena.
E l’indomani, dicendole: “Troia… vattene da questa casa se no ti ammazzo”, ancora schiaffi e calci. Teatro dei fatti un alloggio popolare di via Salemi. A difendere l’imputato è l’avvocato Vito Cimiotta, mentre legale della donna è Fabio Pace. Nelle carte del procedimento si legge che P.U. “maltrattava la convivente profferendo nei suoi confronti con cadenza quotidiana frasi offensive (del tipo “sei una prostituta, vai a prostituirti così porti i soldi a casa, sei una cosa inutile, non servi a nulla”), chiedendole in continuazione denaro per esigenze del tutto estranee al buon andamento del nucleo familiare e, in alcune occasioni, usando atti di violenza o di minaccia”.