Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
29/05/2020 07:25:00

Sicilia, arrivano le condanne per i torturatori di migranti

 In Sicilia sono stati condannati a  20 anni di reclusione i tre aguzziniritenuti gli autori di una serie di torture, avvenute nei campi di concentramento della Libia, perpetrate nei confronti di decine di migranti che successivamente si erano imbarcati su natanti di fortuna alla volta dell’Europa.

Si tratta di Mohammed Condè, detto “Suarez”, originario della Guinea, di 27 anni, Hameda Ahmed, egiziano, 26 anni e Mahmoud Ashuia, egiziano, 24 anni.

I tre erano stati fermati lo scorso settembre dalla Dda di Palermo mentre si trovavano nell’hot-spot di Messina, con l’accusa di sequestro di persona, tratta di esseri umani e tortura.

Secondo i magistrati palermitani, gli indagati avrebbero trattenuto in un campo di prigionia libico decine di profughi. Si tratta della prima condanna specifica per il reato di tortura avvenuto in Libia. Le vittime avevano raccontato di essere state torturate, picchiate e di aver visto morire compagni di prigionia. I tre gestivano il campo di prigionia a Zawyia per conto di una organizzazione criminale, e i migranti venivano tenuti sotto sequestro e rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto.

"Mohamed Condè si occupava di imprigionare i migranti, di torturarli e di occuparsi dei riscatti che venivano richiesti ai familiari dei detenuti ai fini della loro liberazione, fornendo agli stessi il cellulare con cui potevano contattare i propri familiari; Hameda svolgeva il ruolo di carceriere, torturatore e di colui che si occupava di cucinare i pasti per i migranti detenuti; Ashuia – avevano raccontato i superstiti – era il carceriere e guardiano della prigione di Zawyia, nonchè nelle vesti di torturatore con cui picchiava brutalmente i migranti anche servendosi di un fucile e nell’ulteriore veste di colui che distribuiva i pasti ai migranti detenuti”.