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01/06/2020 12:51:00

Marsala, il giovane con il coronavirus. Basta processi sui social, e giudizi sommari

 Da quando il nostro giornale ha dato la notizia che un giovane di Marsala, rientrato ad inizio Maggio, nonostante fosse in quarantena, è andato in giro per la città, scoprendo poi di avere il coronavirus, si è scatenato, soprattutto sui social, un dibattito che ha preso una forma che non ci piace affatto.

Purtroppo i social danno diritto di parola a tutti e impunità di fatto a tutti: odiatori seriali, troll, complottisti, persone che parlano a sproposito, o non conoscendo i fatti, ma che lanciano lo stesso giudizi. Noi di Tp24 conosciamo bene questa macchina infernale. Riceviamo insulti in continuazione, ma ce ne siamo fatti una ragione. 

Nel caso del giovane "untore", il dibattito (se così si può definire), ha preso una brutta piega. Ed è partita una sorta di caccia all'uomo: si pubblicano foto, indirizzi, si organizzano squadracce, in spregio al buon senso e alla ragionevolezza.

Il giovane nostro concittadino ha commesso una grande leggerezza, della quale si è pentito, e per la quale verrà sanzionato secondo ciò che prevede la legge (non la maggioranza del gruppo di marsalesi veraci su Facebook, ma la legge ...).  Tuttavia, se tutti abbiamo osservato e osserviamo le regole del distanziamento, il suo comportamento può mettere ansia, ma fino ad un certo punto. Perché se rispettiamo le regole (distanza, mascherina in caso di folla, mani pulite, eccetera) è quasi impossibile essere contagiati dal coronavirus. Purtroppo, però, ormai gli argini si sono rotti (come dimostrano le cronache dell'ultimo sabato sera marsalese, e tra i giovani ci sono anche idioti che fanno la morale a noi che raccontiamo le cose, anzichè vergognarsi e basta ...), e quasi nessuno osserva le regole di prudenza imposte dall'emergenza. Insomma, abbiamo paura dell' "untore" perché potenzialmente nessuno di noi fa più nulla per non essere contagiato.

Quindi, prima di giudicare, di condannare, di organizzare ronde, valutiamo attentamente chi mettiamo a rischio noi con il nostro comportamento. Se gioco a fare la caccia all'untore, magari scopro che l'untore sono io. 

Purtroppo il coronavirus non ci ha reso migliori. Solo più stronzi ed egoisti. Ma su questo ci sarà tempo per riflettere (per i pochi che ancora fanno uso del pensiero razionale, e non vivono a colpi di mi piace e retweet e spam su WhatsApp). 

Oggi girava voce in città che il giovane che ha combinato il pasticcio, sia stato così bersagliato dalle offese e dalle minacce che ha pensato di farla finita. Per fortuna, abbiamo contattato le forze dell'ordine, e la notizia non trova conferma.  

Ecco, se c'è un briciolo di buon senso, un cucchiaio di dignità, forse, adesso, è il momento di fermarsi. 

Giacomo Di Girolamo