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09/06/2020 06:00:00

Erice, la funivia chiede i soldi per ripartire. Ma la sindaca Toscano non glieli vuole dare...

Ad Erice si prepara un'estate senza funivia. FuniErice chiede soldi per riaprire, la sindaca Toscano però risponde picche. 

E’ scontro ad Erice tra la società che gestisce la funivia e la sindaca Daniela Toscano. La polemica adesso arriva in consiglio, dato che il grido di allarme degli operatori di Erice Vetta e dela società che gestisce la funivia, è stato raccolto dalla consigliera comunale Simona Mannina, che ha da poco aderito al movimento Via, e che ha preparato un atto di indirizzo per mettere pressione all'Amministrazione Comunale su un tema così delicato.  "Si tratta di rispondere alle esigenze di un territorio che vive un momento di grande difficoltà" dichiara la consigliera. 

Ma andiamo con ordine. Con una lunga lettera il direttore generale della FuniErice, Gaetano Fauci, ha lanciato quello che definisce un “grido di aiuto” per riaprire la funivia dopo tre mesi di lockdown.

Nonostante abbia chiuso il bilancio 2019 in attivo la funivia che collega Trapani ad Erice Vetta rischia di non ripartire per i danni causati dalle restrizioni sulla mobilità delle persone. Tre mesi di chiusura, tre mesi di incassi zero, e una prospettiva per niente incoraggiante, con un flusso che nelle previsioni sembra essere ridotto all’osso. Un tracollo inaspettato per la FuniErice, i cui soci sono il Comune di Erice e il Libero Consorzio Comunale, che in questi anni è riuscita a sostenersi con i flussi di passeggeri sempre crescenti.
"Adesso però, dice Fauci, è arrivato il momento di chiedere aiuto".

In particolare si rivolge “al Sindaco e al Consiglio Comunale di Erice, affinché si attivino per tutelare la “propria società”, soprattutto mediante l’erogazione di un contributo a fondo perduto a titolo di ristoro per la perdita del 100% degli incassi dei mesi interessati dalle restrizioni della mobilità di persone e gruppi di persone, a cui l’azienda dovrà soggiacere nel 2020 a causa delle drastiche misure adottate dal Governo Nazionale per fronteggiare la pandemia legata alla diffusione del COVID-19”.

Restrizioni che hanno già comportato la cancellazione di prenotazioni di scolaresche, gruppi organizzati, degli scali da crociera, senza contare il blocco dei voli aerei fra le regioni italiane oltre a quelli esteri da e per l’Italia.

“In uno scenario di crisi economica nazionale e locale del settore turistico e dei trasporti, le previsioni di ripartenza del settore sono lente e drammatiche - scrive il direttore generale -. Tuttavia, FuniErice, per quello che rappresenta e ha rappresentato fino ad oggi, può costituire il punto di partenza del rilancio economico del sistema produttivo del territorio ericino, e tale ripartenza passa dalla realizzazione immediata di una serie di “azioni politiche, economiche e di marketing mirate” altamente sinergiche tra loro e la cui efficacia dipende dalla volontà di tutti gli attori istituzionali del Comune di Erice ma anche degli stakeholders aziendali”.

In più Fauci lancia una doppia proposta. Fare della stazione a valle della funivia la “porta d’ingresso al Borgo Medievale di Erice, garantendo un controllo certo di ciascun passeggero, mediante test rapidi e/o controllo della temperatura, verificando che lo stesso indossi guanti e mascherina, fermo restando che il “controllo ingressi” avrà la duplice funzione, da un lato, di garantire agli utenti un “trasporto in sicurezza” all’interno di cabine sanificate, arieggiate, in cui è possibile rispettare un certo distanziamento (riducendo la portata di ciascuna cabina), dall’altro, garantire agli utenti “una destinazione verso un luogo incontaminato” e che si è fatto in modo che restasse tale con le procedure di controllo descritte”. Una sorta di check-point. In più propone di pubblicizzare, con operazioni di marketing, la politica di sicurezza del trasporto verso la Vetta per rassicurare i turisti-passeggeri.

Fauci è chiaro. “In assenza di aiuti finanziari a fondo perduto, la FuniErice non solo non sarà in grado di onorare gli ingenti costi di manutenzione già sostenuti nel primo bimestre del 2020 (rate in scadenza da maggio a settembre 2020), ma, dinanzi ad uno scenario di incassi così depresso, neanche di garantire la copertura finanziaria dei costi di gestione ordinaria per ipotizzare un’eventuale tentativo di apertura al pubblico dell’impianto, pena l’azzeramento del fondo economico e finanziario destinato alla Revisione Generale che deve obbligatoriamente essere eseguita tra novembre 2024 e marzo 2025, in assenza della quale l’infrastruttura non potrà più esercire al pubblico”.


L’amministrazione comunale di Erice, però, ha risposto picche. Nessun contributo a fondo perduto. Niente soldi. Perchè? La sindaca Daniela Toscano ha definito la richiesta di Fauci “abbastanza singolare, in ragione del rapporto di dipendenza funzionale che lega la figura del direttore generale rispetto alla proprietà pubblica e agli indirizzi strategici dalla stessa dettati”.

Toscano e l'assessore alle finanze Gianrosario Simonte spiegano che dal 2015 la Regione eroga un contributo di 200 mila euro per la funivia di Erice che il Comune gira, senza passaggio in bilancio, direttamente alla società. Sottolineano poi che non c'è nessun “obbligo in capo all'ente Comune di Erice del pagamento del dovuto corrispettivo previsto per legge dai contratti di Trasporto pubblico locale a favore di società esercenti”.
Il no è netto. Toscano e Simonte si dicono “consapevoli della gravissima situazione vissuta dalla società per effetto delle misure di contrasto della pandemia” ma, aggiungono, “non si comprende per quale motivo il sostegno finanziario dovrebbe essere a carico dell'ente Comune, anche esso a sua volta vittima delle conseguenze della pandemia, e non a carico della fiscalità generale”.


Poi c'è una sorta di ramanzina.Corre l'obbligo di richiamarla al rispetto di ruoli e compiti in capo ad ognuno degli attori sociali”. Per la sindaca di Erice, insomma, questo genere di proposte devono essere discusse in ambito aziendale, tra gli organi societari”. Laviamoci i panni sporchi in casa, in sostanza.

Ma le dichiarazioni della Sindaca sono smentite dalla ricostruzione di Simona Mannina: "La somma di 180.000 euro scaturisce da un incontro che la III commissione, ha avuto con Fauci, durante il quale il dirigente ha riferito che il costo mensile di gestione della Funivia è di circa 90.000 euro al mese. E' inoltre fatto notorio come il Comune di Erice, seppur socio al 50% della FuniErice, non ha mai provveduto a riconoscere alcun corrispettivo per il servizio di trasporto pubblico locale a mezzo fune erogato dalla stessa, riconoscendolo invece da più di 40 anni ad una società partecipata da altro Comune che eroga un servizio analogo a quello della Funierice, appunto un servizio di trasporto pubblico però su gomma. È altrettanto notorio, inoltre, che la FuniErice, grazie anche alla competenza e alla professionalità dei suoi amministratori e del suo direttore generale, sia riuscita a produrre negli ultimi sette anni utili di esercizio, per circa 1,2 milioni di euro, fatto per nulla scontato per una società di trasporto pubblico italiana, garantendo un flusso passeggeri aumentato del 23% nel medesimo periodo, con circa 3 milioni di passeggeri dal 2013 al 2019".

Ecco perchè Mannina chiede nel suo atto proprio di “prevedere la somma di euro 180.000 o quella ritenuta necessaria, da destinare alla FuniErice in misura pari o inferiore nel caso in cui gli incassi dei mesi di luglio e agosto 2020 non dovessero essere sufficienti a coprire i corrispondenti costi di gestione del periodo, a causa dell'elevato rischio di depressione del flusso di passeggeri legato alle paure post Covid-19. oltre che per le stringenti regole di distanziamento che comporteranno una ridotta funzionalità della capacità di imbarco nelle cabine”. L'atto di indirizzo è stato presentato in consiglio comunale, e ha avuto subito l'appoggio di un altro consigliere di opposizione, Alessandro Manuguerra. 

Oggi, intanto, ci sarà un'assemblea dei soci della Funierice Srl nella quale si parlerà proprio degli scenari di crisi e delle possibili misure organizzative da adottare “per contenere al minimo le probabili perdite sull'esercizio 2020”. Cambierà idea la sindaca?

Speriamo di si. "E' arrivato il momento che la politica faccia la sua parte - insiste Mannina -. Non possiamo permetterci che la Funivia di Erice rimanga chiusa ancora per tanto tempo. Ritengo che noi consiglieri abbiamo un obbligo nei confronti del territorio, delle attività commerciali e dei cittadini, soprattutto quelli residenti in un territorio di per sé difficile come quello di Erice Capoluogo. La chiusura della Funivia o il fallimento della FuniErice, infatti, avrebbe come conseguenza principale quella di affondare quelle poche attività che ancora credono di potercela fare e significherebbe la morte di Erice Capoluogo, del nostro centro storico".