Si chiama Giacomo Saladino ed è il medico che, insieme ad un collega, piuttosto che lavorare in condizioni proibitive, si è dimesso dall’unità di Ortopedia e traumatologia dell’ospedale di Castelvetrano.
La sua attività si svolge ormai interamente nell’ambito privato.
Pochi giorni fa avevamo parlato della chiusura del reparto, ma per il momento Ortopedia rimane ancora aperta.
La chiusura è stata scongiurata attraverso lo spostamento di due medici dagli ospedali di Marsala e Trapani. Un provvedimento tampone molto distante da soluzioni definitive di vero rinnovamento.
Per capirne di più, abbiamo fatto al dottor Saladino qualche domanda.
Dottor Saladino, la direzione dell’Asp di Trapani ha potenziato l’ortopedia di Castelvetrano, inviando due ortopedici e tornando a garantire anche le relative attività chirurgiche. E’ una buona notizia?
E’ una buona notizia, ma rimane un provvedimento tampone, che è servito soltanto a scongiurare la chiusura del reparto. E’ chiaro che non può essere la soluzione definitiva. Anche perché, se sposto una risorsa a Castelvetrano, la stessa mancherà dall’ospedale di provenienza.
Da fine novembre dell’anno scorso lei non lavora più per la sanità pubblica. Una scelta molto forte. Perché ci ha rinunciato?
Il carico di lavoro era enorme, così come la carenza di organico, di specialisti; turni continuativi, senza poter usufruire delle proprie ferie. Il che vuol dire non avere la possibilità di recuperare le proprie condizioni psicofisiche.
Dopo aver lavorato in Veneto, ho prestato servizio per 16 anni all’ospedale di Castelvetrano.
Sono stati anni in cui le condizioni in cui abbiamo lavorato si sono modificate progressivamente.
All’inizio, nella provincia di Trapani c’erano 6 unità organizzative di ortopedia: Trapani, Marsala, Mazara, Castelvetrano, Salemi ed Alcamo.
Erano tempi in cui il carico di lavoro veniva distribuito in modo accettabile.
I tagli di questi ultimi quindici anni hanno ridotto le unità di ortopedia a tre: Trapani, Marsala e Castelvetrano.
Quest’ultima ha un bacino di utenza di circa centomila persone, tutta la Valle del Belice, che d’estate aumenta con l’arrivo dei turisti.
Ma anche queste tre unità hanno subito un’ulteriore riduzione a causa degli ortopedici che andavano in pensione e non venivano sostituiti.
Tutto questo si è tradotto in un impegno massivo da parte dei medici di turno. Ma anche in un rischio concreto sia per il paziente che per il professionista, dal momento che il medico non riesce a recuperare attraverso il riposo le sue energie psicofisiche.
Ci siamo sempre prodigati per il paziente, senza guardare alla stanchezza, al riposo, alle ferie, alla propria famiglia…
A dicembre del 2019 dovevo ancora fare le ferie del 2018. Mettevamo da parte qualsiasi esigenza personale pur di garantire il servizio.
Ma non bisogna dimenticare che l’attività dell’ortopedico è molto delicata e si svolge spesso in sala operatoria.
L’arretramento dell’ospedale di Castelvetrano corrisponde ad una progressione degli ospedali viciniori?
Nell’ultimo piano sanitario, gli ospedali di Mazara, Marsala e Trapani sono stati individuati come DEA di primo livello. Castelvetrano invece come ospedale di base, con una riduzione di posti letto nel corso degli anni.
Questo comporta un minore investimento sul futuro del nostro nosocomio. La maggioranza delle strutture è stata trasformata da unità complessa ad unità semplice. E non è affatto vero che la cosa sia indifferente per il paziente.
Il professionista, infatti, sceglierà legittimamente una sede in cui è previsto il posto da primario. E l’unità semplice non lo prevede.
Inoltre la struttura complessa ha un maggior numero di medici, infermieri e posti letto. E allora, anche se il reparto di ortopedia e traumatologia c’è, in realtà è come se fosse un guscio vuoto.
Purtroppo, è naturale che chi amministra, dovendo fare i conti con risorse economiche limitate, cercherà di investire di più nello sviluppo delle strutture complesse e quelle semplici saranno destinate a chiudere.
Il binomio politica e sanità non ha dato finora dei buoni frutti. Ne abbiamo visto di tutti i colori. Ultimamente, l’ex direttore dell’Asp Fabio Damiani è stato arrestato per corruzione nella gestione degli appalti. Mentre dall’operazione è emerso un sistema di false pensioni di invalidità in cambio di voti. Che futuro vede?
Premesso che ognuno risponde delle proprie azioni, non voglio entrare nel merito di fatti che dovranno essere valutati dalla magistratura. Ma una delle principali missioni della politica è quella di realizzare la migliore sanità possibile.
Spero quindi che chi si impegna attivamente in politica, ce la metta davvero tutta per raggiugere questo obiettivo. Pur senza perdere di vista tutti i problemi che ci sono stati in passato, credo che bisogna essere ottimisti. Occorre mettere il paziente al centro dell’interesse politico.
Egidio Morici