Circa 45 grammi di cannabis in alcuni barattoli e tanti soldi (46 mila euro) nascosti sotto il classico mattone del pavimento (dentro una cassaforte, però ...). E’ quanto trovarono, il 19 giugno 2016, il gruppo dei Cacciatori di Calabria dei carabinieri nell’abitazione di contrada Fornara del 57enne Vito Salvatore Parisi.
La scoperta nel corso delle tante perquisizioni domiciliari effettuate in quelle settimane alla ricerca di indizi utili dopo l’omicidio del maresciallo Silvio Mirarchi. Adesso, però, Parisi è stato assolto dal giudice monocratico Matteo Giacalone. Per l’uomo, il pm aveva invocato la condanna a due anni di carcere, ma la difesa (avvocato Andrea Pellegrino) ha puntato, con successo, sulla “modesta quantità” di stupefacente detenuto e dimostrando che il denaro custodito “sotto il mattone” era quello della pensione incassata, negli anni, dalla madre dell’imputato.
Risparmi che sarebbero stati accumulati grazie ad una gestione piuttosto parsimoniosa e morigerata dell’economia familiare. Insomma, non facendo spese folli e concedendosi pochi lussi. Dopo l’assoluzione, l’avvocato Andrea Pellegrino ha commentato: “L’attività istruttoria ha consegnato al giudizio la prova della insussistenza del fatto, oltreché l’assoluta sommarietà delle investigazioni. Sono molto soddisfatto del risultato, la sentenza restituisce al mio assistito e alla madre la dignità che meritano”. Nel corso della perquisizione domiciliare, i carabinieri trovarono all’interno della camera da letto del Parisi due contenitori con, rispettivamente, 9,5 e 4 grammi di cannabis, mentre un altro barattolo, con altri 33 grammi della stessa sostanza stupefacente, fu rinvenuto in uno stanzino. Ma la difesa è riuscita a provare che lo stupefacente non era destinato allo spaccio, ma per uso personale.