“Non ci sono donne, toglietemi dalla lista dei relatori”.
Sono parole che ha pronunciato il Ministro Giuseppe Provenzano, dopo avere letto la lista dei componenti e relatori di un convegno.
Nessuna presenza femminile.
La verità è che questo lockdown ci ha fatti indietreggiare e di tanto, ci ha portati alla condizione in cui “delle donne se ne può fare a meno”.
Anni di lotte, anni di battaglie, di convegni, di sessioni, vanificati in poco più di tre mesi.
Forse quel lavoro non è stato abbastanza, forse per molti lo è stato di facciata, un dovere che il rincorrere dei tempi ha imposto, la moda del momento, perché, diciamolo, parlare di Pari Opportunità fa figo.
Parlare di emancipazione femminile rende politicamente competenti, a detta di molti.
Chiacchere. Appunto.
La realtà è diversa. La strada ancora è lunga, siamo lontane da un traguardo, sfioriamo solamente la differenza di genere, non affondiamo le mani dentro al problema.
E’ arrivata la Pandemia e con essa sono stati denudati vecchi problemi, la donna torna ad essere vista come mamma, pronta ad accudire la prole e a far da mangiare, a essere moglie e casalinga.
E adesso? Adesso tocca a noi. Come sempre.
A noi donne risalire la montagna, affrontare la questione, riprendere le fila di un discorso che non è mai stato scritto nemmeno a metà.
Ci vorrà tempo, pazienza, sensibilità, calma.
E’ come se avessimo un nuovo spazio che possiamo abbellire e arricchire come vogliamo, ridisegnare, pulire.
C’è sempre un dopo se c’è sempre un inizio, non possiamo fare finta che nulla sia accaduto.
L’emergenza ha suonato la sirena: siamo chiamate a tracciare la via, a camminare, a correre, a raggiungere la meta ma anche a trattenerla. I risultati non sono mai scontati.
Rossana Titone