"Matteo Messina Denaro è uno che brucia le tappe perché nel corso degli anni '80 si dimostra un cavallo di razza. Commette decine di omicidi, anche eccellenti. Diciamo che sotto il profilo della capacità non c'è proprio da discutere. Un fedele di Totò Riina fin dagli anni '80".
Lo ha detto il pm Gabriele Paci nel corso della requisitoria per il processo a Matteo Messina Denaro, accusato di essere uno dei mandanti degli attentati di Capaci e Via D'Amelio, che si celebra davanti alla Corte d'Assise di Caltanissetta.
"Della vicinanza di Matteo Messina Denaro a Riina - ha aggiunto il Pm - non hanno parlato solo i collaboratori di giustizia ma ne parla lo stesso Riina in carcere come di uno che era la luce dei suoi occhi. Il padre lo aveva messo nelle sue mani. 'E io l'ho fatto buono', diceva ricordando questo mafioso che gli era cresciuto sulle ginocchia. Ne parla come un padre affettuoso, ma all'improvviso esplode la rabbia perché questo giovanotto che lui aveva cresciuto aveva tradito i suoi insegnamenti e così anziché mettere bombe cominciò a fare affari"