Vale 20 miliardi di euro all'anno il traffico di rifiuti in Italia che vengono trasportati da bande e imprenditori che ne fanno un business criminale.
La colossale frode ha il suo terminale nei Paesi dell’Africa nera, vittime del ciclo illecito dei rifiuti prodotti in Italia e Unione europea.
Traffico di plastiche e gomme, smaltite nelle megadiscariche senza regole dell’area sub-sahariana da un lato; dall’altro governi come Mali, Senegal, Burkina Faso e Mauritania acquistano pannelli fotovoltaici come nuovi ma in realtà a fine vita. Pannelli solari ormai esausti, dei rifiuti prelevati anche dall’Italia e rivenduti come nuovi. Un modo per le organizzazioni criminali di intascare i finanziamenti del programma multinazionale varato dalla Banca africana per lo sviluppo (in cui risultano stanziamenti Ue), che entro il 2025 intende portare elettricità a 900mila abitanti in vari paesi.
Il “sistema” rifiuti - Documenti falsi, funzionari doganali corrotti e normative ambientali di paesi extracomunitari che non esistono, permettono ad “intermediari” di rifiuti, faccendieri italiani e magrebini di portare avanti e sviluppare questi affari illeciti sullo smaltimento. Alcuni sono in possesso dell’Aia (Autorizzazione impatto ambientale), in grado di gestire il traffico dei rifiuti dall’Italia e dall’Ue, oliando le diplomazie degli Stati del terzo mondo con le tangenti.
I costi - I costi alti dello smaltimento lecito dei rifiuti hanno dato impulso a questa industria parallela ed era inevitabile che camorra, mafie estere, faccendieri italiani e spedizionieri magrebini senza scrupoli hanno fiutato l’affare miliardario. Perché nei fatti il ciclo illecito dei rifiuti ha un vantaggio per l’impresa che non intende sostenere spese cospicue. Una tonnellata di plastiche e gomme per essere regolarmente smaltita può costare tra 200-250 euro. Seguendo la via illegale la spesa non supera 100-150 euro. Maggiore, invece, è la convenienza per i Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche): lo smaltimento di una tonnellata, per esempio di pannelli fotovoltaici esausti, costa 400-500 euro. L’intermediario attraverso la falsificazione delle matricole e un giro di fatture per operazioni inesistenti,fa apparire i pannelli come usati ma ancora funzionanti o anche nuovi. Così, una tonnellata non solo ha zero spese di smaltimento ma anzi porta a guadagni fino a 50mila euro, grazie alla vendita fatta in paesi africani.
La Tutela ambientale - Secondo il Policy Cycle 2018-2021 il documento Europol sulle principali minacce criminali, quello dello smaltimento dei rifiuti è un vero comparto dell’industria illegale con un indotto tra i più redditizi, quarto dopo il traffico di droga, la contraffazione e la tratta di esseri prima medaglia d’oro alla bandiera dell’Arma, disegnano quella che ormai appare una emergenza: in poco più di quattro mesi, da gennaio al 25 maggio scorso, sono stati compiuti sequestri per un valore di 41.770.000 euro. Non solo: in tutto il 2019 i sigilli hanno riguardato una somma pari a 230.181.233 euro.
Tra le ultime operazioni che riguardano il traffico e lo smaltimento di rifiuti illegali, c'è quella degli inizi di giugno che ha coinvolto la più grande discarica di rifiuti in Sicilia gestita dalla 'Sicula trasporti' dei fratelli Leonardi. La Guardia di Finanza ha eseguito un'ordinanza di misure cautelari nei confronti di 9 persone, 2 in carcere, 3 ai domiciliari e 4 sottoposti a obblighi di Pg, per una presunta gestione illecita della discarica di Lentini, in provincia di Siracusa. 116 milioni di euro sono stati sequestrati dalla Finanza durante i controlli nelle società del gruppo Leonardi. Nel corso delle perquisizioni nella discarica di Lentini sono stati scoperti dei fusti di plastica all'interno dei quali c'erano contanti per un milione di euro. I fusti erano stati interrati.
Altra operazione, da parte della Procura di Marsala ed eseguita dal reparto Nucleo Operativo Ecologico dei carabinieri, è avvenuta due giorni fa, con l'arresto di due imprenditori marsalesi, padre e figlio, Francesco e Daniele Giacalone, titolari delle società "Metal ecologica" ed "Eco.replast". Sono stati seguiti dagli inquirenti per parecchio tempo mentre bruciavano rifiuti tossici tra i vigneti delle campagne di Marsala. I due sono stati pedinati, seguiti con il drone, intercettati. I militri hanno accertato l’illecito smaltimento di almeno 380 tonnellate di rifiuti, derivanti da lavorazioni nei campi della cantieristica navale, generiche attività industriale, plastica e gomma. Una quantita di rifiuti illecitamente smaltita che ha permesso di risparmiare ai due circa 800mila euro.