Violenta e macabra aggressione questa mattina nel carcere romano di Rebibbia dove un agente ha subito l’amputazione di una falange. Un detenuto ergastolano di origini siciliane, sottoposto al regime del 41 bis, ha aggredito gli agenti della Polizia Penitenziaria. Contrariato dal mancato accoglimento di una richiesta, ha preso a morsi uno degli agenti staccandogli il dito. Secondo quanto denunciato dall’Uilpa, il detenuto avrebbe addirittura ingoiato la falange staccata all’agente. Dopo gli episodi del carcere di Santa Maria Capua Vetere si sta assistendo ad una escalation di violenza nelle carceri italiane. Nervi tesi e rapporti ai ferri corti tra detenuti e agenti sono da anni al centro delle denunce dei sindacati della polizia penitenziaria.
A commentare la notizia, per la UILPA Polizia Penitenziaria nazionale è Gennarino De Fazio. “Quest’ultimo episodio – ha affermato – è il segno tangibile di come le carceri nostrane continuino a rappresentare una vera e propria emergenza sociale. Il continuo assalto agli operatori in carcere, esposti peraltro a denunce e inchieste non sempre giustificate, sono la sintomatologia più evidente di un’organizzazione inefficace e a lunghi tratti fallimentare che non riesce minimamente a fare in modo che la pena possa assolvere alle funzioni ad essa assegnate dalla Carta costituzionale. Il fatto che l’ultimo episodio, connotatosi, sembrerebbe, anche da cannibalismo, si sia verificato nel circuito speciale dei 41-bis, aggrava, se possibile, ancor di più la disastrosa situazione in carcere e impone l’adozione di contromisure immediate, tangibili ed efficaci”.