Con il Coronavirus in Sicilia sospesi 600mila lavoratori. Il “Report Sicilia” elaborato dal Diste dice che il 42,5% del totale, sono stati sospesi; si è perso il 40% del valore aggiunto.
Tra i settori maggiormente colpito c'è il turismo, dove influisce di molto il “nero” di piccolissime attività che portano i dati reali a 80 mila occupati e 6,5 miliardi di valore aggiunto e che, non “esistendo”, non hanno ricevuto alcuna tutela durante il “lockdown” e ora hanno più difficoltà a ripartire. L’analisi del “Report Sicilia”: «Lo svuotamento delle strutture ricettive concluso intorno a metà marzo, e la scomparsa della clientela nei mesi di aprile e maggio, ha comportato per l’intero periodo gennaio/maggio una flessione di 2 milioni e 400 mila soggiorni con un calo tendenziale del 60%. Stimando una spesa media a soggiorno di 120 euro per gli alberghi di 5 stelle-5 stelle lusso e 4 stelle e di 80 euro per gli ospiti delle altre tipologie ricettive, la categoria lusso avrebbe perso un fatturato di 150 milioni e l’altra un fatturato di circa 90 milioni, per un totale di 240 milioni. Con la riapertura da giugno, l’attività è destinata a subire nuovi cedimenti (-70%), imposti dalla caduta della domanda interna e dall’indubbia rarefazione di quella estera, per arrivare ad un -40% totale a dicembre».
Le prospettie future non promttono nulla di buono. La perdita di fatturato sarebbe in totale di 670 milioni. E per l’intero 2020 mostrano una flessione dei pernottamenti dai 15,1 mln del 2019 a 6,1 mln.