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27/06/2020 06:00:00

Quarant'anni fa la Strage di Ustica. Le ipotesi, i misteri e la verità "incompleta" per le 81 vittime

Erano le 20:50 del 27 giugno 1980. Quarant’anni fa il volo Itavia Bologna – Palermo con a bordo 81 persone, scompariva dai tracciati radar di Fiumicino precipitando nel mar Tirreno, tra le isole di Ponza e Ustica. Nell'incidente morirono tutti i 77 passeggeri tra cui 11 bambini, i due piloti e due membri dell’equipaggio. Sono questi i numeri di una strage, sono i numeri delle vite, vittime della strage di Ustica.

Una delle più grandi sciagure aeree della storia d’Italia, rimane una tragedia segnata da misteri, indagini lunghe decenni, sospetti e ipotesi mai confermate. Negli anni si sono alternate ipotesi, depistaggi, sentenze di risarcimento ai familiari e alla compagnia ma nessun responsabile è stato mai condannato. Fra le ipotesi, formulate quella ritenuta più attendibile in sede penale e risarcitoria, riguarda un coinvolgimento militare internazionale. A 40 anni di distanza i familiari delle vittime non si arrendono. All'appello mancano ancora i nomi degli esecutori materiali, i mandanti e di chi ha coperto e depistato. E' ancora quella della strage di Ustica una verità incompleta.

La strage - Il volo partito dall’aeroporto Marconi di Bologna in ritardo ed era atteso allo scalo siciliano di Punta Raisi. Il volo procedeva regolarmente a una quota di circa 7.500 metri senza irregolarità segnalate dal pilota. L'aereo, oltre che nel radar di Ciampino, era nel raggio d'azione di due radar della difesa aerea: Licola (vicino Napoli) e Marsala. Alle 21.21 il centro di Marsala avvertì il centro operazioni della Difesa aerea di Martinafranca del mancato arrivo a Palermo dell'aereo. Un minuto dopo il Rescue Coordination Centre di Martinafranca diede avvio alle operazioni di soccorso, allertando i vari centri dell'aeronautica, della Marina militare e delle forze Usa.

Le vittime. I nomi di tutti i 77 passeggeri del volo Itavia IH-870 e i 4 membri dell’equipaggio, tra parentesi la loro età - Andres Cinzia (24) â–ª Andres Luigi (32) â–ª Baiamonte Francesco (55) â–ª Bonati Paola (16) â–ª Bonfietti Alberto (37) â–ª Bosco Alberto (41) â–ª Calderone Maria Vincenza (58) â–ª Cammarata Giuseppe (19) â–ª Campanini Arnaldo (45) â–ª Casdia Antonio (32) â–ª Cappellini Antonella (57) â–ª Cerami Giovanni (34) â–ª Croce Maria Grazia (40) â–ª D’Alfonso Francesca (7) â–ª D’Alfonso Salvatore (39) â–ª D’Alfonso Sebastiano (4) â–ª Davì Michele (45) â–ª De Cicco Giuseppe Calogero (28) â–ª De Dominicis Rosa (Allieva Assistente di volo Itavia) (21) â–ª De Lisi Elvira (37) â–ª Di Natale Francesco (2) â–ª Diodato Antonella (7) â–ª Diodato Giuseppe (1) â–ª Diodato Vincenzo (10) â–ª Filippi Giacomo (47) â–ª Fontana Enzo (Copilota Itavia) (32) â–ª Fontana Vito (25) â–ª Fullone Carmela (17) â–ª Fullone Rosario (49) â–ª Gallo Vito (25) â–ª Gatti Domenico (Comandante Pilota Itavia) (44) â–ª Gherardi Guelfo (59) â–ª Greco Antonino (23) â–ª Gruber Martha (55) â–ª Guarano Andrea (37) â–ª Guardì Vincenzo (26) â–ª Guerino Giacomo (19) â–ª Guerra Graziella (27) â–ª Guzzo Rita (30) â–ª Lachina Giuseppe (58) â–ª La Rocca Gaetano (39) â–ª Licata Paolo (71) â–ª Liotta Maria Rosaria (24) â–ª Lupo Francesca (17) â–ª Lupo Giovanna (32) â–ª Manitta Giuseppe (54) â–ª Marchese Claudio (23) â–ª Marfisi Daniela (10) â–ª Marfisi Tiziana (5) â–ª Mazzel Rita Giovanna (37) â–ª Mazzel Erta Dora Erica (48) â–ª Mignani Maria Assunta (30) â–ª Molteni Annino (59) â–ª Morici Paolo (Assistente di volo Itavia) (39) â–ª Norrito Guglielmo (37) â–ª Ongari Lorenzo (23) â–ª Papi Paola (39) â–ª Parisi Alessandra (5) â–ª Parrinello Carlo (43) â–ª Parrinello Francesca (49) â–ª Pelliccioni Anna Paola (44) â–ª Pinocchio Antonella (23) â–ª Pinocchio Giovanni (13) â–ª Prestileo Gaetano (36) â–ª Reina Andrea (34) â–ª Reina Giulia (51) â–ª Ronchini Costanzo (34) â–ª Siracusa Marianna (61) â–ª Speciale Maria Elena (55) â–ª Superchi Giuliana (11) â–ª Torres Pierantonio (32) â–ª Tripiciano Giulia Maria Concetta (45) â–ª Ugolini Pierpaolo (33) â–ª Valentini Daniela (29) â–ª Valenza Giuseppe (33) â–ª Venturi Massimo (31) â–ª Volanti Marco (36) â–ª Volpe Maria (48) â–ª Zanetti Alessandro (18) â–ª Zanetti Emanuele (39) â–ª Zanetti Nicola (6).

Le tante ipotesi -  A distanza di decenni non c’è ancora una spiegazione su come il velivolo cadde improvvisamente in mare: tra le ipotesi che si sono susseguite negli anni, alcune anche alimentate da depistaggi, ci sono quelle di un cedimento strutturale, di una bomba a bordo, di un missile terra-aria, di una collisione, di una battaglia aerea tra jet militari culminata con il velivolo civile colpito per errore da un missile. Questa versione è stata sempre confutata dall’Aeronautica militare ma è al momento la più accreditata e sostenuta anche da alcune sentenze civili.

Il Mig libico - A complicare il mistero, alcuni giorni dopo a strage di Ustica, un Mig libico venne ritrovato schiantato sulle pendici della Sila, in Calabria. Ufficialmente la caduta del jet militare viene datata al 18 luglio 1980, ma alcuni dettagli fanno presupporre possa essere stato abbattuto la stessa sera del DC9. È anche emerso che in quegli anni gli aerei libici erano soliti sfruttare la scia di voli civili per sfuggire ai controlli dei radar Nato.

L'inchiesta -  Le autorità militari italiane, francesi e statunitensi hanno spesso negato informazioni e documenti. Diverse registrazioni radar sono sparite. Il giudice Rosario Priore nel 1999 consegnò la sentenza-ordinanza, ricorda la stessa Bonfietti, "secondo la quale il Dc9 è stato abbattuto all'interno di un episodio di guerra, e rinvia a giudizio per alto tradimento, la cui pena prevede l'ergastolo, dunque non è prescrittibile, i quattro generali" dell'Aeronatica militare. I quattro sono stati poi assolti, ma finirono a processo, insiste Bonfietti, "non perché avevano buttato giù l'aereo, ma per aver raccontato delle balle, ed e di questo che sono stati assolti per prescrizione, ma ciò non c'entra nulla con la cause dell'abbattimento, su cui il processo non ha mai indagato. I generali non si sono beccati l'accusa di aver 'impedito' agli organi dello Stato di conoscere i fatti, ma di aver 'ostacolato' gli organi dello Stato, e in questo caso non è previsto l'ergastolo come pena massima, e quindi è scattata la prescrizione''. Ma a distanza di quasi 40 anni dalla strage non c’è nessuno condannato come responsabile.

L’associazione familiari delle vittime - "La verità sulla strage la conosciamo. Sappiamo che in Italia" il 27 giugno 1980 "è stato abbattuto un aereo civile in tempo di pace, questa è la verità, non sappiamo ancora da chi è stato abbattuto, ma lo sapremo quando il nostro Paese avrà la forza di chiedere le risposte ai Paesi amici ed alleati che ancora non ce lo dicono". Daria Bonfietti, presidente dell'associazione dei famigliari delle vittime di Ustica, non arretra di un centimetro e a due giorni dal 40esimo anniversario della strage che si portò via 81 vite continua nella battaglia per individuarne i responsabili.. Le sentenze civili, basandosi sull'ipotesi che ad abbattere il Dc9 sia stato un missile, nel corso degli anni hanno condannato più volte al risarcimento i ministeri dei Trasporti e della Difesa; per Bonfietti "se fosse stata una bomba", come da sempre sostenuto dall'ex senatore Carlo Giovanardi, "non ci sarebbe stata responsabilità, è per questo che dicono che è stata una bomba. E invece no, pagano, e ciò significa che è giusto ciò che ha detto Priore sugli aerei in cielo, e loro dovevano vederli''.

La pensa in maniera opposta l'ex senatore Carlo Giovanardi. "C'è una tesi che vuole convincere gli italiani che le nostre forze armate sono fatte tutte di traditori e che i nostri alleati di sempre sono quelli che ci hanno ammazzato tante persone. Bisogna, invece, andare a prendere il processo penale durato 4 anni, centinaia di udienze, al termine del quale i generali dell'Aereonautica militare sono stati assolti con formula piena perché non hanno mai depistato nulla e nero su bianco viene scritto che la battaglia aerea è fantascienza, non è mai esistita, non è mai esistito un missile". "Nel processo penale - insiste Giovanardi - i più importanti 11 periti aeronautici del mondo, tra cui due svedesi, due inglesi, due tedeschi, hanno determinato con assoluta certezza dov'era la bomba a bordo, dove è esplosa, i danni che ha causato".

Le sentenze di condanna e risarcimento ai familiari e alla compagnia - Nell’aprile del 2015 la Corte d’Appello civile di Palermo, avallando la tesi del missile, rigettò il ricorso dell’avvocatura dello Stato relativa alle sentenze del giudice Protopisani e stabilì che i ministeri avrebbero dovuto risarcire i familiari di 17 vittime. Il 13 gennaio del 2016, poi, il Tribunale civile di Palermo, avallando la tesi del missile o della quasi-collisione, condannò gli stessi ministeri a risarcire con 12 milioni 31 familiari delle vittime, e nel giugno del 2017, il ricorso dello Stato contro la sentenza del tribunale civile di Palermo del 2011 venne rigettato e i ministeri condannati al pagamento di oltre 17 milioni a favore di 29 familiari delle vittime. Non è finita, perché nel luglio del 2017 la Prima Sezione civile della Corte di Appello di Palermo condannò i ministeri a risarcire con 55 milioni 45 familiari delle 81 vittime della strage. Il 22 maggio del 2018, avallando ancora una volta la tesi del missile, le Sezioni civili unite della Cassazione dichiararono inammissibile il ricorso dei ministeri e dunque legittimo il diritto di Itavia al risarcimento, in quel momento quantificato in 265 milioni, ma nel dicembre dello stesso anno gli Ermellini stabilirono che alla compagnia spettasse un risarcimento maggiore da quantificare con un nuovo processo d’appello. Intanto, nel febbraio del 2019 la Corte di Appello di Palermo rigettò gli appelli dei ministeri contro la sentenza del gennaio 2016 con la quale il Tribunale civile li aveva condannati a risarcire con oltre 12 milioni alcuni familiari delle vittime.

Il 22 aprile scorso, infine, nel nuovo processo civile d’appello celebrato per valutare la quantificazione del danno subìto dall’Itavia, la Corte d’Appello di Roma condannò i ministeri della Difesa e dei Trasporti a pagare 330 milioni di euro a favore della compagnia proprietaria del Dc9. Si chiude così una vicenda giudiziaria che dura da 40 anni, da quando cioè il 10 dicembre 1980 fu imposta a Itavia, compagnia aerea fondata da Aldo Davanzali, di sospendere le attività di volo. Nei mesi successivi, le Autorità aeronautiche dichiararono decaduti i diritti di linea della società. L’ipotesi dell’inchiesta era che a far precipitare l’aereo fosse stato un cedimento strutturale. Dopo anni di insabbiamenti e di notizie contrastanti, la verità processuale: l’aereo fu abbattuto da un missile.

Manifestazione a Marsala di Libera con i familiari delle vittime - In occasione del 40° anniversario della Strage di Ustica, i familiari delle vittime insieme all'associazione " Libera contro le mafie ", nel rispetto delle norme vigenti per il Covid 19, si riuniranno il giorno 27 Giugno alle ore 18.00 presso il Monumento ai Mille, per la proiezione di un video documentario sulla Strage. Alle ore 19.30, come ogni anno, ci si ritroverà insieme alle istituzioni presso Capo Boeo, per commemorare le vittime, con una benedizione e con un fiore.

Le iniziative a Bologna - Come ogni anno, il Comune di Bologna e l'Associazione dei parenti delle vittime rinnovano la memoria della strage attraverso un programma di iniziative istituzionali e culturali. Alle 10 il primo appuntamento della giornata, nella Sala del Consiglio comunale di Palazzo d'Accursio, con i parenti delle vittime della strage di Ustica, il sindaco di Bologna Virginio Merola e la presidente dell'Associazione dei parenti delle vittime, Daria Bonfietti. Interverranno anche il presidente della Camera, Roberto Fico, il presidente della Giunta regionale dell'Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini e l'assessore comunale di Palermo, Paolo Petralia Camassa. L'incontro sarà visibile in streaming sul canale YouTube del Comune di Bologna e verrà trasmesso in diretta da Rainews24 e dalle emittenti locali Etv e Trc Bologna.

A seguire, alle 11.30, il presidente Fico interverrà al convegno 'Cosa avremmo saputo noi di Ustica senza la stampa?', promosso dall'Associazione dei parenti delle vittime di Ustica in collaborazione con la Federazione nazionale della Stampa italiana al Museo per la Memoria di Ustica (in via di Saliceto 3/22). Insieme con il presidente della Fnsi, Giuseppe Giulietti, parteciperanno il sindaco Merola, Daria Bonfietti, i giornalisti Andrea Purgatori e Sigfrido Ranucci, il deputato Andrea De Maria, la storica Cora Ranci. Coordinerà l'onorevole Walter Verini. I lavori saranno trasmessi in streaming sul sito web di RaiNews24.

Alle 18 saranno inaugurate le attività culturali della rassegna 'Attorno al Museo', con l'apertura della mostra 'Nino Migliori. Stragedia', curata da Lorenzo Balbi e allestita nella ex Chiesa di San Mattia (via Sant'Isaia 14/a a Bologna).

La celebrazione eucaristica in suffragio delle vittime presieduta dal vescovo di Trapani -  Questa sera alle ore 18.30 il vescovo di Trapani Pietro Maria Fragnelli presiederà la celebrazione eucaristica in cui ricorderà le 81 vittime del DC9 dell’Itavia esploso in circostanze mai definitivamente chiarite nei cieli di Ustica il 27 giugno del 1980. In particolare la preghiera riunirà il territorio trapanese intorno alle famiglie delle vittime Alberto Bosco di Valderice e delle altre della provincia tra cui Francesca e Giovanna Lupo e 3 bambini, figli di quest’ultima che saranno presenti con una rappresentanza. Al rito parteciperanno anche i sindaci di Trapani Tranchida e di Valderice Stabile, il Movimento Cristiano Lavoratori di Trapani e l’Associazione VadoOk di Valderice.

I morti “trapanesi” dell’esplosione del DC9 furono tanti tra cui tre bambini: Bosco Alberto, di Valderice 41 anni; Antonella Diodato di Mazara del Vallo, 7 anni con i fratellini Giuseppe di appena un anno e Vincenzo di 10 anni che viaggiavano insieme alla mamma Giovanna Lupo di 32 anni e alla zia Francesca Lupo di 17 anni di Castelvetrano; Gallo Vito, di 25 anni di Mazara del Vallo ; Guarano Andrea, di Valderice di 38 anni; Vito Fontana di Marsala 30 anni; Norrito Guglielmo 37anni di Campobello di Mazara; Parrinello Carlo e Parrinello Francesca di Marsala. Nella sentenza si indica anche Rita Guzzo di Marsala.