I primi vaccinati contro il coronavirus sono militari dell’esercito cinese. Il vaccino, l’Ad5-nCoV sviluppato da un’équipe dell’Accademia militare delle scienze mediche guidata dalla generale dell’Esercito Chen Wei e dall’azienda civile di Tianjin CanSino Biologics, ha ricevuto l’ok dalla Commissione militare centrale. La somministrazione, che avverrà su larga scala, è già partita e durerà un anno.
Per il momento sarà riservata agli uomini in divisa, anche se il numero non è stato rivelato per «ragioni di privacy commerciale». Il vaccino ha concluso in fretta le fasi uno e due delle sperimentazioni. I risultati pubblicati su The Lancet parlano di un prodotto sicuro e capace di attivare il sistema immunitario, almeno in modo parziale.
Spiega Elena Dusi su Repeubblica: «Il vaccino di CanSino usa il metodo del cosiddetto “vettore virale”. Contiene cioè un virus benigno (un adenovirus come quello del raffreddore), capace di diffondersi nell’organismo senza farlo ammalare. Nel genoma di questo virus vettore i ricercatori hanno aggiunto un frammento di Dna artificiale. Vi sono scritte le istruzioni che permetteranno alle nostre cellule di fabbricare la cosiddetta proteina spike. La spike è la punta della corona del coronavirus: quella parte che viene riconosciuta dal nostro sistema immunitario ed è in grado di suscitare una reazione delle nostre difese. In tempi normali, dopo la fase uno e due delle sperimentazioni dovrebbe seguire la fase tre: un’ulteriore prova condotta su migliaia di persone che permetta di affinare i dosaggi, di valutare meglio gli effetti e di essere ancora più certi dell’assenza degli effetti collaterali. La decisione di usare il vaccino di CanSino su una coorte di migliaia di persone generalmente sane, come appunto i militari, può essere vista dal punto di vista medico come un’alternativa alla fase tre. Ma dal punto di vista geopolitico, il messaggio è ribaltato: i cinesi sono i primi nella gara, e la loro priorità non sono le fasce deboli della popolazione. Al contrario, sono le più forti».
La sperimentazione del vaccino è partita a marzo su 108 militari ed è continuata ad aprile con altri 500. Racconta Xiang Yafei, trentenne di Wuhan, che ha accettato di arruolarsi nel primo plotone di volontari. «Avevo paura, naturalmente. Ma il programma è guidato dall’esercito, io ho dei parenti militari e questo mi ha rincuorato, mi ha dato fiducia e mi ha spinto a farmi avanti. Ci hanno selezionato in 108, ci hanno numerato: io ho avuto lo 006, il sesto ad essere preso. Ha partecipato alla sperimentazione come 001 anche Chen Wei, la comandante del reparto scientifico dell’esercito».
Chen è già un mito a Pechino: si dice che si sia iniettata la dose anti-Coronavirus da sola. Forse è una leggenda, ma la dottoressa in uniforme è stimata dalla comunità scientifica.