Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
15/07/2020 22:00:00

SRR Trapani Sud, uno dei tre licenziati: "Non conosco le prove contro di me"

 Tre dipendenti mazaresi della SRR Trapani Sud che lavorano presso l’Aro di Mazara del Vallo che qualche giorno fa sono stati licenziati in quanto accusati di aver inserito dei pagamenti a proprio favore nel gestionale comunale della Tari.

“Sono assolutamente estraneo ai fatti -  ha dichiarato Vito Di Giovanni, ex responsabile dell’Aro di Mazara a PrimapaginaMazara -. Ho proceduto a formalizzare una denuncia alla Polizia di Stato nei confronti del presidente della SRR per abuso di ufficio e contro ignoti per l’inserimento, attribuito a me, di dati falsi, sul gestionale comunale. La denuncia è stata fatta prima di essere ascoltato per le mie giustificazioni il 16 giugno insieme ai rappresentanti sindacali, il segretario regionale Giuseppe Messina e quello territoriale Mario Parrinello”.

“Il 25 maggio mi è stata notificata una sospensione dal servizio per 10 giorni, non sapevo di cosa si trattasse. Dopo dieci giorni mi è arrivata la contestazione disciplinare attraverso la quale si contestava alla mia persona l’inserimento di alcuni pagamenti nel gestionale Tari. Nella contestazione disciplinare si fa cenno ad una relazione del Comune di Mazara del Vallo ma questa non viene allegata e pertanto non ho nessun riferimento specifico in merito a quando avvenuti questi pagamenti. Nel procedimento disciplinare invece si fa riferimento alle conseguenze giudiziarie e ai danni qualora si riscontrasse la situazione, però non mi forniscono prove”.

“la cosa più grave - conclude Di Giovanni -  è che nel provvedimento di licenziamento, venerdì scorso, non ci sono inserite le cause. E’ come se un giudice ti condanna all’ergastolo ma non ti dice il perché".