Quante tonnellate di rifiuto organico produce Castelvetrano? E quanto costa smaltirlo?
Nel solo mese di giugno ne sono state prodotte 177, ci dicono dagli uffici del comune.
I costi dipendono dalla destinazione.
La maggior parte di queste (115) sono state trasferite alla Raco, nel catanese, al costo di circa 140 euro a tonnellata. E’ la struttura che raccoglie l’umido di decine di Comuni siciliani. Ma non riceve l’intero quantitativo, ne prende circa il 30%.
Le 62 tonnellate rimanenti del mese di giugno sono andate a finire ad Udine, spendendo più di 280 euro a tonnellata.
Non è stata una scelta, al momento non ci sono alternative.
Ecco perché il decreto della Regione Siciliana che ha riattivato il Polo tecnologico di Castelvetrano, per la parte relativa al trattamento del rifiuto organico, rappresenta una speranza.
Un’autosufficienza che renderebbe i comuni capaci di completare il ciclo dei rifiuti praticamente a chilometro zero.
A gestirlo sarà la Trapani servizi, società in house del comune di Trapani. E a breve dovrebbe essere indetta una gara per individuare chi dovrà fornire le attrezzature per l’avvio delle attività.
Un traguardo sudato, secondo l’assessore regionale all’energia, Alberto Pierobon, che anche dalla sua pagina facebook ha assicurato che “verranno seguiti tutti i passaggi per far sì che il Polo possa entrare in funzione ad agosto”.
Una soluzione tampone, se si considera che sul Polo, secondo quanto afferma in un commento il presidente del Comitato dei Creditori Vincenzo D’Angelo, graverebbero notevoli ipoteche di primo, secondo e terzo grado da parte di società private e pubbliche. “Dopo il fallimento della Belice Ambiente Spa – ha scritto D’Angelo - la SRR, attraverso un percorso tortuoso, ha affidato il polo tecnologico, la gestione e il subentro sulle autorizzazioni della Belice Ambiente spa alla società Trapani Servizi spa, non avendo la disponibilità del sito”.
Il sito, come è noto, è in vendita. Ma fino ad oggi le aste sono sempre andate deserte.
In una relazione tecnica estimativa del Tribunale di Sciacca, si legge che il valore commerciale del solo complesso immobiliare (esclusi macchinari e attrezzature) è stimato in 7 milioni e seicentomila euro.
Nel 2018 però il prezzo base era di 5 milioni e 345 mila euro, calato nel gennaio 2019 a 4 milioni e 276 mila. Ridottosi nel marzo dello stesso anno a 3 milioni e 420 mila, fino a fermarsi a 2 milioni e 736 mila.
E sarà quest’ultimo il prezzo base per la prossima asta, prevista per il 15 settembre del 2020.
Un Polo tecnologico previsto per il trattamento di tutti i rifiuti differenziati, ma mai ultimato, visto che i comuni che facevano parte dell’Ato non sono riusciti a tirar fuori i soldi per integrare i finanziamenti regionali.
Però la parte relativa al compostaggio fu l’unica ad essere completata, con un progetto originario di un milione e 293 mila euro. L’appalto venne vinto col solito ribasso del 7,3152%, anche se due varianti in corso d’opera fecero poi lievitare il costo complessivo dei lavori ad un milione e 940 mila euro.
I lavori furono terminati nell’agosto del 2009 e nel 2010 l’impianto otteneva l’autorizzazione di agibilità dal comune di Castelvetrano.
Oggi non funziona più nulla. Degrado, incendi e danneggiamenti hanno messo tutto fuori uso.
Ecco perché occorre fare una gara per la fornitura delle attrezzature.
Rimangono soltanto i rifiuti indifferenziati stipati ancora in alcuni magazzini con le porte divelte.
Rifiuti risalenti forse al 2016, quando il Polo divenne un sito di abbancamento temporaneo dei comuni del trapanese a causa dell’emergenza. Una delle tante.
Sì, perché l’ultima emergenza riguardò Castelvetrano nel 2018. Ma in quel caso i rifiuti, dopo un certo periodo, sarebbero stati poi trasferiti a discarica autorizzata.
Ad ogni modo, i capannoni impiegati per la prossima trasformazione dell’organico pare siano stati liberati.
E, se non si riuscirà ad agosto, a settembre la struttura potrebbe entrare in funzione ricevendo 100 tonnellate al giorno di rifiuto organico da tutti i comuni della Srr Trapani Sud.
E’ come se fosse una resurrezione dalle ceneri del fallimento dell’Ato Belice Ambiente.
Ato è l’acronimo di Ambito Territoriale Ottimale, un tempo formato dall’insieme dei comuni della Valle del Belice e dalla città di Mazara del Vallo. Sarebbe dovuto essere il non plus ultra dell’efficienza, invece si è rilevato un carrozzone elettorale fatto di favori, nomine e posti di lavoro per gli amici degli amici.
Quando nel 2016 la Belice Ambiente è fallita, fu sommersa da più di 60 milioni di euro di debiti.
Oggi, come si diceva, ci sono le Srr, Società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti. E gli Aro, Ambiti di Raccolta Ottimale. Ecco, la partenza è sempre “ottimale” per definizione, col rischio però di trasformarsi nel suo opposto quando le cose si mettono male.
Ma a proposito di acronimi ad effettuare attualmente la raccolta differenziata a Castelvetrano è un’Ati (Associazione Temporanea di Impresa) formata dalla “Sager” e dalla “Eco Burgus.
Un servizio che ha finalmente portato un miglioramento tangibile rispetto a quando, dal 2017 al 2019, la Dusty proseguiva grazie al regime di proroga, dopo che la Senesi aveva vinto l’appalto ma era stata bloccata da un’interdittiva antimafia.
A parte i provvedimenti tampone, quindi, la vendita all’asta del Polo tecnologico è rimandata a settembre. Ci vuole qualcuno che metta almeno 10 mila euro in più rispetto alla base di 2 milioni e 736 mila.
Egidio Morici