Non capita spesso che un intero Paese si raccolga attorno alla figura di uno scrittore. È sicuramente un’anomalia di sistema, un’inspiegabile contingenza. Il 17 luglio del 2019, a Roma, moriva Andrea Camilleri, un nome che nella coscienza di tutti gli italiani è proprio diventato sinonimo di scrittore, l’unico davvero irrinunciabile, l’unico cui dare un appuntamento fisso, anno dopo anno, sia che scrivesse i suoi romanzi di impegno storico-civile sia che si concedesse alla sue «fischiettate» ovvero alla saga del celebre commissario Montalbano.
Di Montalbano oggi, a un giorno dal primo anniversario della scomparsa del suo autore, si celebra l’ultima avventura. Arriva in libreria il capitolo conclusivo delle sue gesta poliziesche, Riccardino (Sellerio, 15€), su cui molto s’è già vagheggiato e speculato. Invece, di precise informazioni, ne conosciamo poche: la prima redazione del libro è stata scritta tra il primo luglio 2004 e il trenta agosto 2005. Alcuni raccontano che per tutto questo tempo il dattiloscritto originale, affidato alle mani di Elvira Sellerio, sia stato custodito in una segreta cassaforte della casa editrice, in via Siracusa, a Palermo.
Quando a Camilleri succedeva di ascoltare l’ipotesi del caveau, sorridendo rispondeva che in quella casa editrice non ce n’erano di casseforti, «al massimo cassetti aperti».
Da quei cassetti, per sua stessa volontà, viene pubblicato postumo il libro che nessuno dei suoi fedelissimi lettori avrebbe mai voluto immaginare e che però tutti desiderano leggere. Come una sorta di rito, un saluto estremo a un compagno di viaggio che dal 1994, l’anno dell’uscita della Forma dell’acqua, accompagna la nostra quotidianità, la colora di quel familiare parallelepipedo blu, oggetto-talismano delle nostre ore di evasione.
In questi ventisei anni di Montalbano, i titoli delle sue inchieste non sono mai stati importanti. Solitamente si entra in libreria sicuri che alla richiesta, «è arrivato il nuovo Montalbano/Camilleri?», il nostro desiderio sarà immediatamente esaudito. Stavolta con un’eccezione, chiedendo del nuovo o dell’ultimo Montalbano, il lettore non troverà in libreria un singolo volume, bensì due.
Perché di Riccardino esistono due versioni. La prima del 2005, a cui accennavamo prima, e la seconda del 2016: la trama rimane immutata, a evolvere è la lingua in cui è stato pensato e scritto. E così, per dare conto delle trasformazioni del vigatese, Camilleri, dieci anni dopo, già cieco, decide di ritornare su quel suo libro terminale.
Allora sono due le edizioni che arrivano sugli scaffali: tra i parallelepipedi blu della collana «La memoria» di Sellerio compare l’ultima revisione del testo, quella del 2016; per chi invece volesse leggere entrambe le versioni, quella del 2005 e quella del 2016, può farlo in un volumetto onnicomprensivo.
Per continuare a ricordare l'opera di Camilleri, Sellerio ha pensato inoltre di realizzare un piccolo e prezioso catalogo che raccoglie tutte le copertine dei suoi libri: un museo di storie, di cui attendiamo di scoprire l’ultima stanza.