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17/07/2020 09:45:00

Corruzione: arrestato il Sindaco di Favignana, Peppe Pagoto. I particolari 

19,20 - C'è un altro personaggio fondamentale, nell'inchiesta che oggi ha portato all'arresto del Sindaco di Favignana, Pagoto. Ed è l'ex direttore dell'Area Marina Protetta, Stefano Donati. Anche lui, secondo le indagini, ha chiuso un accordo corruttivo con il Sindaco Pagoto, per avere soldi, soldi, soldi.

Scrivono gli investigatori: "Pagoto prometteva di conferire a breve a Donati un incarico professionale esterno di natura scientifica nonché di nominare Donati responsabile della Commissione per la nomina del nuovo Direttore dell'Area Marina Protetta in modo da consentire la nomina di una figura professionale ad entrambi gradita (individuata nella persona di SAMMARTANO Daniela) e tale da consentire la continuità di una gestione dell'Area Marina Protetta con le medesime modalità asservite agli interessi politici del Pagoto".

Donati, grazie a Pagoto ha ottenuto rimborsi spese, per 15 mila euro, indennità  aggiuntive per 10 mila euro, stipendio maggiorato di 1200 euro, 20 mila euro di indennità ad personam, e successivamente altra indennità per circa 30 mila euro. Tra le indennità anche 3400 euro per il progetto osservatorio della Foca Monaca.

Donati in cambio, come abbiamo raccontato in un altro articolo,  favoriva le coop indicate dal sindaco, Galea e Coris, per gestire alcuni servizi.

Contro Donati anche l’accusa di uso personale di un autovettura dell’Amp, una Renault Kangoo, anche per andare al mare. 

Donati al momento è direttore del parco del Vesuvio. E' stato raggiunto dall'obbligo di dimora a Roma. 

E' lunghissimo l'elenco dei rimborsi spese chiesti da Donati per missioni mai effettuate.

 18,35 -   Truccate anche le analisi sull'acqua potabile a Marettimo. E' uno degli spaccati che emerge dall'articolata inchiesta della Procura di Trapani che oggi ha portato all'arresto, tra gli altri, del Sindaco di Favignana, Pagoto.

Tra i dipendenti comunali, è indagato Giovanni Febbraio. Per lui l'accusa è di falso e depistaggio, perchè  quale dipendente comunale, addetto alle manovre dell'acqua e al servizio di approvvigionamento idrico dell'isola di Marettimo, e, pertanto, quale incaricato di pubblico servizio, al fine di ostacolare le indagini in corso "sulla qualità dell'acqua potabile" distribuita sull'isola di Marettimo (con la Procura che stava facendo indagini, e aveva nominato un perito) cambiava  lo stato delle cose, poiché provvedeva a riversare nelle vasche di accumulo dell'acqua dell'ipoclorito di sodio, in modo da abbatterne la carica batterica, immediatamente prima ed in vista dei prelievi e campionamenti da parte del consulente della procura. 

Ma come ci è arrivato l'ipoclorito di sodio a Marettimo? Lo hanno inviato, tramite un aliscafo di linea, l'assessore Giovanni Sammartano, e il dipendente dell'Eas, Gaetano Surano. In un caso però, il bidone con la sostanza chimica è stato sequestrato dalle forze dell'ordine. 

17,12 -  C'è anche il comandante dei vigili urbani di Favignana, Filippo Oliveri, tra gli arrestati di oggi nell'ambito dell'inchiesta sulla corruzione a Favignana.

Oliveri era a Favignana in "comando temporaneo" a partire da Maggio 2017, perché è in servizio a Palermo. Fa un accordo con il Sindaco Pagoto: in vista della tornata elettorale del 2018, nella quale Pagoto si ricandidava Sindaco, promette a quest'ultimo che "nel periodo immediatamente precedente e durante tutto l'arco della campagna elettorale si sarebbe astenuto con l'intero Corpo di Polizia Municipale da egli diretto dall'effettuare i controlli sul territorio comunale nei confronti delle attività commerciali per l'occupazione di suolo pubblico, per la somministrazione non autorizzata di alimenti e bevande nonché in materia di abusivismo edilizio e commerciale ad imprenditori ed esercenti, all'o scopo di non creare malcontento tra detti operatori che potessero negativamente con il consenso elettorale di questi ultimi in favore di Pagoto".

Non solo. Per il periodo successivo alla nomina di Pagoto a Sindaco di Favignana, Oliveri prometteva di eseguire controlli mirati nei confronti di esercenti e soggetti individuati dal Pagoto quali suoi oppositori o, comunque, soggetti dai quali non aveva avuto sostegno elettorale (come La Casa del Tonno, Risto-Ammukka, il Pakkaro e altri).

Pagoto in cambio prometteva ad Oliveri che gli avrebbe conferito, in aggiunta alla posizione organizzativa già riconosciuta in virtù della carica di Comandante della polizia Municipale, l'incarico interinale di responsabile dell'Area Marina Protetta delle Isole Egadi, comportante un'ulteriore indennità.

Sempre Pagoto nell'ambito di questo illecito patto corruttivo, prometteva per il periodo successivo alla rielezione la stabilizzazione del rapporto lavorativo di Oliveri con il Comune di Favignana, trasformandolo a tempo pieno ed indeterminato.

Ed in effetti nel Dicembre 2018, il Comune di Favignana assume Oliveri a tempo pieno ed indeterminato.

 16,10 -  C'è anche il marsalese Pasquale Baiata (1982) tra gli indagati nella maxi operazione della Guardia di Finanza, che ha portato alla luce un giro di abusi e di corruzione, che riguardano sia il Comune di Favignana (il Sindaco Pagoto è stato arrestato), sia l'Area Marina Protetta.

Baiata in particolare, è indagato con il Sindaco Pagoto e con l'ex Direttore dell'Amp, Stefano Donati, per via della sua cooperativa, la Coris, che veniva favorita, insieme ad un'altra cooperativa (la Galea, di Alessandro Agate), nel sistema messo su da Sindaco e Direttore.

Come? Secondo gli inquirenti Donati, previo accordo con Pagoto e i rappresentanti delle due cooperative, predisponeva ogni anno un sistema di bandi per l'affidamento dei servizi esterni dell'Area Marina Protetta delle Egadi, con una procedura ristretta viziata da irregolarità, e invitava a partecipare solo le due cooperative, senza alcuna forma di pubblicità. Agate e il marsalese Baiata, poi, presentavano offerte tra loro concordate, con un minimo ribasso rispetto al prezzo a base d'asta.

Si dividevano le isole, la coop Coris, di Baiata, partecipava solo ai bandi relativi ai servizi per Marettimo, e l'altra coop, Galea, di Agate, solo ai bandi per Favignana e Levanzo.

 

 15,55 - Sono 24 le persone coinvolte nell'operazione della Guardia di Finanza che questa mattina ha portato, tra gli altri, all'arresto del sindaco delle Egadi Giuseppe Pagoto.

Il provvedimento è stato disposto dai Pubblici Ministeri Penna e Delpini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, ed eseguito dagli uomini del comando provinciale delle Fiamme Gialle. Gli indagati, come dicevamo sono 24. A vario titolo per reati di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi. 

Ecco i nomi di tutti gli indagati: Alessandro Agate, nato a Erice il 5/03/82; Giuseppe Alcamo, nato a Monza il 22/01/82; Pasquale Baiata, nato a Marsala il 4/06/82; Vincenzo Bevilacqua, nato a Trapani, il 5/08/65; Francesco Campo, nato a Erice il 4/07/70, Carbone Giuseppe Libero, nato a Gela il 17/09/84; Gaspare Ernandez, nato a Favignana il 18/12/58; Giovanni Febbraio, nato a Favignana il 18/03/64; Ignazio Galuppo, nato a Palermo il 26/01/62; Giuseppe Giacalone, nato a Mazara il 30/09/73; Domenico Ievoli; Francesco Lombardo nato a Favignana il 26/04/62; Francesco Martorana, nato a Marsala il 21/08/64; Giuseppe Noto, nato a Trapani il 01/02/57; Filippo Oliveri, nato a Palermo il 31/03/67; Giuseppe Pagoto, nato a Erice il 21/04/73; Angelo Ribaudo, nato a Palermo il 23/04/74; Giovanni Sammartano, nato a Erice il 31/10/68; Giovanna Sercia, nata a Erice il 24/10/88; Gaetano Surano, nato a Palermo il 14/02/56; Alberto Vecchiarelli, nato a Roma il 14/04/62; Emiliano Vitiello, nato a Ponza il 27/01/53; Antonia Vittozzi, nata a Napoli il 7/09/54 e Stefano Donati, nato a Roma il 05/02/68.

15,05 -  Assunto perchè ha sostenuto il Sindaco Pagoto in campagna elettorale. E' uno degli episodi della vasta e articolata indagine sulla corruzione nelle isole Egadi, che oggi ha portato all'arresto del Sindaco di Favignana e di altre persone. 

Per la Procura questo è uno degli episodi in cui emerge la "visione affaristica e clientelare della gestione del Comune di Favignana" da parte di Pagoto e degli altri indagati, tra cui Giovanni Sammartano, Giuseppe Alcamo e Francesco Campo. 

E si parla proprio dell'assunzione di Francesco Campo come ricompensa per essersi speso per la rielezione del Sindaco nel 2018. In un'intercettazione il Sindaco Pagoto dice proprio che Campo "si è impegnato molto" per la sua rielezione, andando anche a prendere le persone a casa, soprattutto anziane: "Ha portato qualche cinque o sei vecchie ..." dice il Sindaco. 

E quindi Pagoto dice a Giuseppe Sammartano, di parlare con li dirigente del Comune Alcamo per fare in modo che Francesco Campo lavori per la "gestione delle manovre", della "ditta dell'acqua" di Levanzo, il tutto passando per una ditta di piccole manutenzioni. 

 

 12,00 - Chi era con il sindaco, a Favignana, non riceveva nessun controllo. Chi sosteneva lo schieramento opposto, invece, si vedeva spesso bussare alla porta la polizia municipale.


Emerge anche questo dall'indagine che questa mattina ha portato agli arresti domiciliari per il sindaco delle Egadi, Giuseppe Pagoto, accusato di corruzione.
Durante la campagna elettorale del 2018 il sindaco, da quello che emerge dalle indagini, diceva al comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, ai domiciliari anche lui, di intensificare i controlli alle attività commerciali di chi non sosteneva la sua coalizione, dei suoi avversari politici. Quelli che erano con il sindaco, invece, non vedevano mai i vigili urbani.


“In tale ambito – si legge nella nota della Guardia di Finanza - le indagini hanno permesso di accertare un esplicito accordo corruttivo tra il Sindaco ed il Comandante della Polizia Municipale, appalesatosi in diverse intercettazioni ambientali e telefoniche, in virtù del quale quest’ultimo richiedeva ed otteneva, quale prezzo del suo complice asservimento alle abusive direttive del Sindaco, la proroga del proprio contratto lavorativo in atto e la successiva stabilizzazione a tempo indeterminato, unitamente all’assegnazione dell’incarico ad interim di responsabile dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, dopo che il precedente responsabile era stato destinato a svolgere l’attuale funzione di Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio”.

 

9,00 - Un altro Sindaco della provincia di Trapani finisce nei guai. Guai grossi. E' stato arrestato il Sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto. Per lui sono scattati i domiciliari. 

Questa mattina del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Trapani, al termine di una complessa indagine di polizia giudiziaria coordinata dai Pubblici Ministeri Penna e Delpini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, hanno dato esecuzione ad un’ordinanza di applicazione di 11 misure cautelari personali (di cui otto coercitive della libertà personale e 3 interdittive) emessa dal GIP di Trapani nei confronti di altrettanti soggetti, tra cui il Sindaco del Comune di Favignana Giuseppe Pagoto (agli arresti domiciliari), indagati a vario titolo per reati di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.

 

 

Nel complesso è stata disposta l’applicazione di 4 arresti domiciliari, 3 divieti di dimora, 1 obbligo di dimora e 3 misure interdittive dell’esercizio di un pubblico ufficio.

Gli arresti domiciliari sono stati disposti, oltre che nei confronti del primo cittadino di Favignana, anche a carico del Comandante della Polizia Municipale, Filippo Oliveri, dell’ex vice Sindaco Vincenzo Bevilacqua nonché di una dipendente di una compagnia di navigazione con sede in Napoli.

Un assessore del medesimo comune, Giovanni Sammartano, è stato invece destinatario della misura del divieto di dimora.

Le indagini sono state compiute dalla Tenenza di Favignana che, nel settembre 2017, era stata delegata dalla Procura della Repubblica di Trapani ad approfondire il contenuto di uno scritto anonimo in cui veniva segnalata una non trasparente gestione del Comune di Favignana nonché diversi presunti abusi d’ufficio commessi dal Sindaco e da altri amministratori e funzionari pubblici di quell’ente.

Le investigazioni, dopo aver dato preliminare conferma di alcune delle ipotesi di reato prospettate nella delazione anonima, sono state successivamente effettuate con l’ausilio di prolungate intercettazioni telefoniche ed ambientali, le quali hanno consentito di disvelare un più ampio scenario di generale e diffusa illegalità nel funzionamento dell’apparato amministrativo dell’ente comunale, facendo emergere la sistematica e piuttosto disinvolta commissione di molteplici illeciti con particolare riguardo alla gestione delle risorse e degli approvvigionamenti idrici, agli affidamenti di lavori e servizi pubblici afferenti all’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, alle attività ispettive di competenza della locale Polizia Municipale ed alle trattazioni di pertinenza del settore finanziario e dell’ufficio tecnico.

E’ stato, in particolare, accertato un accordo corruttivo tra il Sindaco, il vice Sindaco pro tempore e un Assessore del Comune di Favignana con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di altra società di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) che ha ottenuto dal Ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile, mediante navi cisterna, nelle isole minori della Sicilia.

Al riguardo è emerso dalle indagini un sistematico scambio di favori, che ha visto alcuni funzionari comunali omettere volutamente l’effettuazione dei prescritti controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della società dinavigazione, nonché attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati rappresentando mensilmente al competente Assessorato Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento Acqua e Rifiuti - un fabbisogno di acqua potabile artatamente gonfiato, allo scopo di consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le società concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola con connesso danno erariale accertato per circa 2 milioni di euro.

Dal canto loro gli imprenditori illecitamente favoriti da tale collaudato illecito sistema “ricompensavano” i pubblici funzionari con varie utilità, tra cui l’assunzione di parenti e conoscenti quali lavoratori dipendenti in seno alla predetta compagnia di navigazione partenopea o mediante l’elargizione di contributi annuali di svariate migliaia di euro a favore del Comune di Favignana, che dal Sindaco venivano poi ridistribuiti alle varie associazioni coinvolte nell’organizzazione della festa patronale.

Le indagini hanno inoltre rivelato la commissione ad opera del primo cittadino, soprattutto durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative svoltesi nel mese di giugno 2018, di svariati abusi ed illeciti, con la collaborazione del compiacente comandante della locale Polizia Municipale. Infatti, da un lato, è stato intenzionalmente omesso di espletare i dovuti controlli di competenza della Polizia Municipale nei confronti di taluni cittadini e di titolari di attività commerciali che appoggiavano la candidatura del sindaco, mentre d’altro lato sono stati concertati ed effettuati mirati controlli nei confronti di quanti erano ritenuti avversari politici del Sindaco.

In tale ambito le indagini hanno permesso di accertare un esplicito accordo corruttivo tra ilSindaco ed il Comandante della Polizia Municipale, appalesatosi in diverse intercettazioni ambientali e telefoniche, in virtù del quale quest’ultimo richiedeva ed otteneva, quale prezzo del suo complice asservimento alle abusive direttive del Sindaco, la proroga del proprio contratto lavorativo in atto e la successiva stabilizzazione a tempo indeterminato, unitamente all’assegnazione dell’incarico ad interim di responsabile dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, dopo che il precedente responsabile era stato destinato asvolgere l’attuale funzione di Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio.

Tra i colpiti dalle misure cautelari personali figura proprio il precedente Direttore dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, destinatario della misura coercitiva dell’obbligo di dimora nel comune di Roma ed indagato per varie fattispecie di reato, tra cui ipotesi di corruzione in concorso col Sindaco, legate all’assegnazione dei servizi ausiliari della predetta Area Marina Protetta a due cooperative sociali di Favignana.

Nella fattispecie il Sindaco, tramite il Direttore pro tempore dell’Area Marina Protetta, ha garantito alle predette cooperative l’assegnazione diretta dei servizi ausiliari della medesima Area Marina Protetta promettendo altresì la stabilizzazione di parte del loro personale all’interno di tale ente e ricevendo come controprestazione l’assunzione di persone a lui vicine che hanno appoggiato la sua campagna elettorale nel corso delle citate elezioni amministrative del 2018.

E’ stato accertato inoltre che il Sindaco ricompensava il Direttore pro tempore dell’Area Marina Protetta elargendogli somme di denaro pubblico ed altre utilità non dovute, come ad esempio il rimborso di spese connesse a numerosi viaggi effettuati per finalità private al di fuori dalla Sicilia e fatti surrettiziamente figurare quali missioni istituzionali, nonché promettendogli uno strategico incarico di consulenza per la gestione dell’Area Marina Protetta successivamente alla cessazione dell’incarico di Direttore.

L'operazione ha consentito in definitiva di far luce su un sistema corruttivo politico-affaristico, consolidato da tempo, basato sull’asservimento della funzione elettiva e pubblica ad interessi meramente personali, elettorali ed economici, con gravi conseguenze in termini di abusivo dispendio di risorse pubbliche.