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18/07/2020 06:00:00

Tutto il marcio di Favignana. L'arresto di Pagoto e l'inchiesta sulla corruzione

 “Dopo Dio c’è il sindaco”. A Favignana Giuseppe Pagoto era al centro una rete di favoritismi, clientele, corruzione, che coinvolgeva funzionari di ogni ordine e grado.


Quello che emerge dall’inchiesta della Guardia di Finanza è uno sistema inquietante che riguarda tutto il Comune di Favignana, in cui funzionari, vigili urbani, dirigenti, amministratori avrebbero utilizzato la cosa pubblica per i propri interessi economici e politici.
L’inchiesta partita da un esposto anonimo ha portato ieri mattina a 11 misure cautelari personali (di cui otto coercitive della libertà personale e 3 interdittive) emesse dal GIP di Trapani nei confronti di altrettanti soggetti, tra cui il Sindaco del Comune di Favignana Giuseppe Pagoto (agli arresti domiciliari). Sono 24 gli indagati a vario titolo per reati di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.


Gli arresti domiciliari sono stati disposti, oltre che nei confronti del primo cittadino di Favignana, anche a carico del Comandante della Polizia Municipale, Filippo Oliveri, dell’ex vice Sindaco Vincenzo Bevilacqua nonché di una dipendente di una compagnia di navigazione con sede in Napoli.
Un assessore, Giovanni Sammartano, è stato invece destinatario della misura del divieto di dimora.
Le indagini hanno permesso di scoprire “la sistematica e piuttosto disinvolta commissione di molteplici illeciti con particolare riguardo alla gestione delle risorse e degli approvvigionamenti idrici, agli affidamenti di lavori e servizi pubblici afferenti all’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, alle attività ispettive di competenza della locale Polizia Municipale ed alle trattazioni di pertinenza del settore finanziario e dell’ufficio tecnico”.

 

Gli indagati
Sono 24 le persone coinvolte nell'operazione della Guardia di Finanza cheieri mattina ha portato, tra gli altri, all'arresto del sindaco delle Egadi Giuseppe Pagoto.
Il provvedimento è stato disposto dai Pubblici Ministeri Penna e Delpini della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, ed eseguito dagli uomini del comando provinciale delle Fiamme Gialle. Gli indagati, come dicevamo sono 24. A vario titolo per reati di corruzione, peculato, falso ideologico in atti pubblici, frode in pubbliche forniture, turbata libertà degli incanti e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, corruzione elettorale, abuso d’ufficio, smaltimento illecito di rifiuti pericolosi.
Ecco i nomi di tutti gli indagati: Alessandro Agate, nato a Erice il 5/03/82; Giuseppe Alcamo, nato a Monza il 22/01/82; Pasquale Baiata, nato a Marsala il 4/06/82; Vincenzo Bevilacqua, nato a Trapani, il 5/08/65; Francesco Campo, nato a Erice il 4/07/70, Carbone Giuseppe Libero, nato a Gela il 17/09/84; Gaspare Ernandez, nato a Favignana il 18/12/58; Giovanni Febbraio, nato a Favignana il 18/03/64; Ignazio Galuppo, nato a Palermo il 26/01/62; Giuseppe Giacalone, nato a Mazara il 30/09/73; Domenico Ievoli, nato a Napoli il 3/06/43; Francesco Lombardo nato a Favignana il 26/04/62; Francesco Martorana, nato a Marsala il 21/08/64; Giuseppe Noto, nato a Trapani il 01/02/57; Filippo Oliveri, nato a Palermo il 31/03/67; Giuseppe Pagoto, nato a Erice il 21/04/73; Angelo Ribaudo, nato a Palermo il 23/04/74; Giovanni Sammartano, nato a Erice il 31/10/68; Giovanna Sercia, nata a Erice il 24/10/88; Gaetano Surano, nato a Palermo il 14/02/56; Alberto Vecchiarelli, nato a Roma il 14/04/62; Emiliano Vitiello, nato a Ponza il 27/01/53; Antonia Vittozzi, nata a Napoli il 7/09/54 e Stefano Donati, nato a Roma il 05/02/68.

L’affare dell’acqua
E’ stato, in particolare, accertato un accordo corruttivo tra il Sindaco, il vice Sindaco pro tempore e un Assessore del Comune di Favignana con i referenti ed alcuni dipendenti di una compagnia di navigazione partenopea e di altra società di capitali con sede a Roma, entrambe facenti parte di un unico Raggruppamento Temporaneo di Imprese (RTI) che ha ottenuto dal Ministero della Difesa l’aggiudicazione del contratto di fornitura di acqua potabile, mediante navi cisterna, nelle isole minori della Sicilia.
Al riguardo è emerso dalle indagini un sistematico scambio di favori, che ha visto alcuni funzionari comunali omettere volutamente l’effettuazione dei prescritti controlli sul quantitativo di acqua potabile trasportata e scaricata dalle navi della società di navigazione, nonché attestare falsamente la fornitura di quantitativi superiori a quelli effettivamente erogati rappresentando mensilmente al competente Assessorato Regionale Energia e Servizi di Pubblica Utilità - Dipartimento Acqua e Rifiuti - un fabbisogno di acqua potabile artatamente gonfiato, allo scopo di consentire un ingiusto vantaggio patrimoniale per le società concessionarie del servizio di approvvigionamento idrico sull’isola con connesso danno erariale accertato per circa 2 milioni di euro.
Dal canto loro gli imprenditori illecitamente favoriti da tale collaudato illecito sistema “ricompensavano” i pubblici funzionari con varie utilità, tra cui l’assunzione di parenti e conoscenti quali lavoratori dipendenti in seno alla predetta compagnia di navigazione partenopea o mediante l’elargizione di contributi annuali di svariate migliaia di euro a favore del Comune di Favignana, che dal Sindaco venivano poi ridistribuiti alle varie associazioni coinvolte nell’organizzazione della festa patronale.

 

Gli accordi tra il comandante della Polizia Municipale e il sindaco
Filippo Oliveri, capo della polizia municipale arrestato ai domiciliari, era a Favignana in "comando temporaneo" a partire da Maggio 2017, perché è in servizio a Palermo. Fa un accordo con il Sindaco Pagoto: in vista della tornata elettorale del 2018, nella quale Pagoto si ricandidava Sindaco, promette a quest'ultimo che "nel periodo immediatamente precedente e durante tutto l'arco della campagna elettorale si sarebbe astenuto con l'intero Corpo di Polizia Municipale da egli diretto dall'effettuare i controlli sul territorio comunale nei confronti delle attività commerciali per l'occupazione di suolo pubblico, per la somministrazione non autorizzata di alimenti e bevande nonché in materia di abusivismo edilizio e commerciale ad imprenditori ed esercenti, all'o scopo di non creare malcontento tra detti operatori che potessero negativamente con il consenso elettorale di questi ultimi in favore di Pagoto".
Non solo. Per il periodo successivo alla nomina di Pagoto a Sindaco di Favignana, Oliveri prometteva di eseguire controlli mirati nei confronti di esercenti e soggetti individuati dal Pagoto quali suoi oppositori o, comunque, soggetti dai quali non aveva avuto sostegno elettorale (come La Casa del Tonno, Risto-Ammukka, il Pakkaro e altri).
Pagoto in cambio prometteva ad Oliveri che gli avrebbe conferito, in aggiunta alla posizione organizzativa già riconosciuta in virtù della carica di Comandante della polizia Municipale, l'incarico interinale di responsabile dell'Area Marina Protetta delle Isole Egadi, comportante un'ulteriore indennità.
Sempre Pagoto nell'ambito di questo illecito patto corruttivo, prometteva per il periodo successivo alla rielezione la stabilizzazione del rapporto lavorativo di Oliveri con il Comune di Favignana, trasformandolo a tempo pieno ed indeterminato.
Ed in effetti nel Dicembre 2018, il Comune di Favignana assume Oliveri a tempo pieno ed indeterminato.

I controlli agli avversari politici
Chi era con il sindaco, a Favignana, non riceveva nessun controllo. Chi sosteneva lo schieramento opposto, invece, si vedeva spesso bussare alla porta la polizia municipale.
Durante la campagna elettorale del 2018 il sindaco Pagoto, da quello che emerge dalle indagini, diceva al comandante della polizia municipale, Filippo Oliveri, ai domiciliari anche lui, di intensificare i controlli alle attività commerciali di chi non sosteneva la sua coalizione, dei suoi avversari politici. Quelli che erano con il sindaco, invece, non vedevano mai i vigili urbani.

“In tale ambito – si legge nella nota della Guardia di Finanza - le indagini hanno permesso di accertare un esplicito accordo corruttivo tra il Sindaco ed il Comandante della Polizia Municipale, appalesatosi in diverse intercettazioni ambientali e telefoniche, in virtù del quale quest’ultimo richiedeva ed otteneva, quale prezzo del suo complice asservimento alle abusive direttive del Sindaco, la proroga del proprio contratto lavorativo in atto e la successiva stabilizzazione a tempo indeterminato, unitamente all’assegnazione dell’incarico ad interim di responsabile dell’Area Marina Protetta delle Isole Egadi, dopo che il precedente responsabile era stato destinato a svolgere l’attuale funzione di Direttore del Parco Nazionale del Vesuvio”.

“Dopo Dio c’è il sindaco”
“Tu sei il sindaco. Dopo Dio c'è il sindaco. E io sto sull'attenti davanti al sindaco”.
Il capo della polizia municipale, Filippo Oliveri, era quasi devoto al sindaco di Favignana Giuseppe Pagoto. Dopo Dio c'è il sindaco. Nel senso che il sindaco, a Favignana, aveva occhi e orecchie ovunque, come Dio. Gli occhi erano quelli delle telecamere fatte installare abusivamente nel territorio. Dovevano servire per catturare l'abbandono dei rifiuti. Ma come emerge dalle indagini l'installazione è avvenuta abusivamente, violando tutte le regole della Privacy, poiché le immagini captate dalle foto/videocamere installate sono state rese disponibili a tutti (consiglieri comunali, assessori, personale della polizia municipale comuni cittadini).

In più le telecamere non erano neanche del Comune, ma di proprietà dell'ente Area Marina Protetta delle Isole Egadi. Erano state acquistate con fondi del Ministero dell'Ambiente per il monitoraggio della “Foca Monaca”. Non solo. Perchè le immagini sono state strumentalizzate per colpire gli avversari politici del sindaco. Il Comune di Favignana, per l'attività di vigilanza sul corretto conferimento dei rifiuti differenziati da parte dei cittadini favignanesi, nel mese di gennaio 2019, aveva fatto installare delle videocamere in quattro punti diversi di raccolta nel territorio dell'isola. Dalle conversazioni ambientali e telefoniche emerge, altresì, che le immagini ritraenti i cittadini contravventori vengono strumentalizzate per colpire e diffamare solo gli avversari politici del Sindaco Pagoto, come ad esempio nei confronti del consigliere comunale pro tempore Michele Rallo. E' la sera del 28 gennaio 2019. L'assessore Sammartano entra nella stanza del sindaco e gli dice di avere una chicca: le immagini di Rallo che butta dei rifiuti ingombranti nei pressi di un contenitore della spazzatura in strada. Per Pagoto è una ghiotta occasione: “Eh si pubblica!. Si pubblica la cosa. Si pubblica la cosa. Va beh, ci penso io!”. Pagoto è entusiasta per lo scoop che avrebbe messo alla gogna mediatica il consigliere d'opposizione. E' addirittura Oliveri a proporsi per mandare video e foto ad un fotografo di Mazara per montare il filmato che poi il sindaco avrebbe fatto girare tra i suoi contatti per attaccare il consigliere avversario.

In realtà, lo stesso Rallo precisa che la sua "colpa", non era di buttare la spazzatura in strada, ma di fare la differenziata fuori orario ... "E questo è solo uno dei soprusi che ho dovuto subire", commenta oggi a Tp24. 

Il ruolo di Stefano Donati
C'è un altro personaggio fondamentale, nell'inchiesta che ha portato all'arresto del Sindaco di Favignana, Pagoto. Ed è l'ex direttore dell'Area Marina Protetta, Stefano Donati. Anche lui, secondo le indagini, ha chiuso un accordo corruttivo con il Sindaco Pagoto, per avere soldi, soldi, soldi.
Scrivono gli investigatori: "Pagoto prometteva di conferire a breve a Donati un incarico professionale esterno di natura scientifica nonché di nominare Donati responsabile della Commissione per la nomina del nuovo Direttore dell'Area Marina Protetta in modo da consentire la nomina di una figura professionale ad entrambi gradita (individuata nella persona di SAMMARTANO Daniela) e tale da consentire la continuità di una gestione dell'Area Marina Protetta con le medesime modalità asservite agli interessi politici del Pagoto".
Donati, grazie a Pagoto ha ottenuto rimborsi spese, per 15 mila euro, indennità aggiuntive per 10 mila euro, stipendio maggiorato di 1200 euro, 20 mila euro di indennità ad personam, e successivamente altra indennità per circa 30 mila euro. Tra le indennità anche 3400 euro per il progetto osservatorio della Foca Monaca.
Donati in cambio, come abbiamo raccontato in un altro articolo, favoriva le coop indicate dal sindaco, Galea e Coris, per gestire alcuni servizi.
Contro Donati anche l’accusa di uso personale di un autovettura dell’Amp, una Renault Kangoo, anche per andare al mare.
Donati al momento è direttore del parco del Vesuvio. E' stato raggiunto dall'obbligo di dimora a Roma.
E' lunghissimo l'elenco dei rimborsi spese chiesti da Donati per missioni mai effettuate.


Assunto perchè appoggiava il sindaco
Assunto perchè ha sostenuto il Sindaco Pagoto in campagna elettorale. E' uno degli episodi della vasta e articolata indagine sulla corruzione nelle isole Egadi. Per la Procura questo è uno degli episodi in cui emerge la "visione affaristica e clientelare della gestione del Comune di Favignana" da parte di Pagoto e degli altri indagati, tra cui Giovanni Sammartano, Giuseppe Alcamo e Francesco Campo.
E si parla proprio dell'assunzione di Francesco Campo come ricompensa per essersi speso per la rielezione del Sindaco nel 2018. In un'intercettazione il Sindaco Pagoto dice proprio che Campo "si è impegnato molto" per la sua rielezione, andando anche a prendere le persone a casa, soprattutto anziane: "Ha portato qualche cinque o sei vecchie ..." dice il Sindaco.
E quindi Pagoto dice a Giuseppe Sammartano, di parlare con li dirigente del Comune Alcamo per fare in modo che Francesco Campo lavori per la "gestione delle manovre", della "ditta dell'acqua" di Levanzo, il tutto passando per una ditta di piccole manutenzioni.


Truccate anche le analisi sull’acqua
Truccate anche le analisi sull'acqua potabile a Marettimo.
Tra i dipendenti comunali, è indagato Giovanni Febbraio. Per lui l'accusa è di falso e depistaggio, perchè quale dipendente comunale, addetto alle manovre dell'acqua e al servizio di approvvigionamento idrico dell'isola di Marettimo, e, pertanto, quale incaricato di pubblico servizio, al fine di ostacolare le indagini in corso "sulla qualità dell'acqua potabile" distribuita sull'isola di Marettimo (con la Procura che stava facendo indagini, e aveva nominato un perito) cambiava lo stato delle cose, poiché provvedeva a riversare nelle vasche di accumulo dell'acqua dell'ipoclorito di sodio, in modo da abbatterne la carica batterica, immediatamente prima ed in vista dei prelievi e campionamenti da parte del consulente della procura.
Ma come ci è arrivato l'ipoclorito di sodio a Marettimo? Lo hanno inviato, tramite un aliscafo di linea, l'assessore Giovanni Sammartano, e il dipendente dell'Eas, Gaetano Surano. In un caso però, il bidone con la sostanza chimica è stato sequestrato dalle forze dell'ordine.