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26/07/2020 06:00:00

Abusivimo edilizio in Sicilia, dietro il "ddl riforma urbanistica" c'è una nuova sanatoria

Ha tutte le sembianze di una nuova sanatoria edilizia il “ddl di riforma urbanistica”, votato dalla Commissione Ambiente dell’Assemblea Regionale Siciliana.

In Sicilia sul fronte dell’abusivismo edilizio, si continua a perdere tempo nel completare le demolizioni già firmate dalle procure. Sono 6500, infatti, i decreti esecutivi per dare via libera alle ruspe e abbattere gli immobili che si trovano lungo la costa: da Marsala a Triscina, da Gela a Licata, ma anche nel palermitano, dalla città fino all’aeroporto, la costa di Messina e il ragusano. Ma come già raccontato più volte su Tp24 la fase di demolizione degli immobili abusivi è bloccata da tempo, della situazione di Marsala, ad esempio, ne abbiamo parlato qui

Di fatto con questo nuovo ddl si fa un salto indietro, si rispolvera l’ultima sanatoria del 2003 dell’allora Governo Berlusconi, e la si estenderebbe agli immobili realizzati in aree a vincolo relativo inserito nel ddl sull’edilizia. Insomma, la risposta della politica agli abusivi. Ma non è tutto, il ddl votato sarà caricato di una miriade di emendamenti, tra i quali anche la proposta per riuscire a sanare alcuni immobili entro i 150 metri dalla costa, che, secondo la legge 78/76 se realizzati dopo il 1976, vanno demoliti.

Con qualche emendamento, però, il tentativo che si potrebbe concretizzare, sarà quello di allargare la platea degli abusivi e farvi rientrare tutti quelli che hanno realizzato gli immobili entro il 1983.


Ma non solo, si potrebbero aggiungere anche quelli che hanno presentato domanda di sanatoria, nel 2003, sono circa 207 mila siciliani e 360 mila pratiche di sanatoria, che attendono di essere esaminate dalla Regione nonostante siano passati 17 anni dal provvedimento del governo Berlusconi.

Ma non finisce qui. La cosa imbarazzante è che ci sono anche 26 mila cittadini siciliani che tra il 2009 e il 2017 hanno realizzato il loro immobile abusivo e attendono questa manna da Palazzo dei Normanni. La sanatoria dunque potrebbe tornare comoda ai tanti che fino a questo momento, a parte le proteste, non avevano come fare per bloccare le ruspe.

Ma c’è anche chi chiede di poter costruire in aree con vincolo scaduto, dove, attualmente, in base alla norma regionale si può soltanto ristrutturare l’esistente con cambio di destinazione d’uso se omogeneo all’area circostante.  In pratica nelle aree verdi con vincoli scaduti potrebbero nascere nuovi palazzi.


Sul "ddl riforma urbanistica" sono diverse le reazioni del mondo politico al tentativo di nuovo condono edilizio in Sicilia.

La deputata di Attiva Sicilia Valentina Palmeri, in Commissione Ambiente, ha votato contro. "Doveva essere una norma per dare certezze ai cittadini - sostiene Palmeri - ed in particolare sull'edilizia libera, così si trasforma di fatto in un condono camuffato, dannoso per un territorio che grida ormai contro il cemento e lo fa con violenza a Palermo come a Scordia o addirittura in modo tragico come a Giampilieri o come il fiume Milicia.
Questo ddl contiene norme tanto inique quanto illusorie. Era stato proposto lo stralcio di questo articolo, onde consentire un più facile percorso al ddl per poi occuparcene nel dettaglio, così come di altri articoli dello stesso tenore. Proposta purtroppo non accolta. Di fatto così il ddl rappresenta l’ennesimo tentativo di estendere il cosiddetto terzo condono anche agli abusi ricadenti nelle aree vincolate. Non si può, attraverso un “ gioco” interpretativo che non condivido, permettere ancora questo in Sicilia, l’abusivismo edilizio è un reato.
Peraltro varie sentenze, tra le quali quella della Corte Costituzionale, chiariscono che la competenza degli enti locali è limitata all’ambito urbanistico e non può ascriversi ad un ampliamento di applicazione dello stesso condono. Non possiamo renderci complici dell’approvazione di un ddl che avalla ancora una volta queste forme di illeciti"
.

Anche il M5S all’Ars vota contro la legge sull’edilizia. “C’è un condono, non potevamo dire sì a un testo che sana gli abusi. È l’ennesimo macroscopico scivolone del governo Musumeci che a parole è contro gli abusi edilizi, nei fatti, però, li difende con tanto di legge”.
Lo dicono i deputati del m5s all’Ars, Giampiero Trizzino, Stefania Campo e Stefano Zito, che, in commissione Ambiente, hanno votato contro il disegno di legge sull’edilizia, che ora passa in aula grazie ai voti della maggioranza.

Il testo – dice Trizzino - contiene la norma che estende la sanatoria del 2003. Musumeci, appena qualche giorno fa in aula, aveva detto chiaramente che il suo governo è per la corretta gestione dell’ambiente, nel contrasto di ogni fenomeno di abusivismo edilizio. Peccato però che nei fatti si comporti in maniera diametralmente opposta. Il presidente aveva l’occasione per fare finalmente qualcosa di buono in questa inconcludente legislatura, ha sprecato pure quest’opportunità”.

Avevamo ribadito più volte – concludono i deputati - che qualora la norma sulla sanatoria in aree paesaggistiche fosse stata stralciata avremmo votato a favore del testo della maggioranza, ma il governo Musumeci ha voluto proseguire su una strada a senso unico. In questo modo si consegna ai cittadini una norma che aggredisce il territorio siciliano, alla faccia della lotta all’abusivismo edilizio, tanto sbandierato dal presidente della Regione. Ci auguriamo che l’assessore all’Ambiente si ravveda e cancelli quella norma, così da consegnare ai siciliani una legge condivisa da tutto il Parlamento”.

Questo è invece il punto di vista di Legambiente Sicilia e del suo presidente - "Invece di attenersi a sistemare solo quelle parti della legge che, essendo state impugnate, non hanno trovato applicazione, il Governo regionale ha, senza alcun pudore, ritenuto opportuno rispolverare, dopo ben 17 anni, il condono edilizio del 2003, inserendo, all’articolo 18, la proposta di estendere i benefici di quella che fu definita non a caso la “mini sanatoria” anche agli immobili e ai manufatti abusivi costruiti nelle aree vincolate".

Legambiente Sicilia nel ribadire la sua netta contrarietà a questo nuovo tentativo di sanatoria edilizia, che sicuramente si scontrerà con l’ennesima bocciatura costituzionale, ha scritto una lettera aperta ai 70 deputati dell’ARS dove spiega le ragioni, anche tecniche citando pareri e sentenze dell’Ufficio Legale della Regione e della Corte Costituzionale, del possibile grave errore che, qualora fosse approvata la norma, i parlamentari compierebbero.

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia:Reclamiamo un sussulto di dignità e serietà a tutto il Parlamento siciliano, al di là delle appartenenze politiche, degli schieramenti, perfino delle proprie convinzioni sul fenomeno dell’abusivismo. L’alta istituzione che continua a rappresentare l’ARS non può essere ripetutamente messa in discussione dall’approvazione di norme anticostituzionali che incitano all’illegalità. Ai 70 deputati chiediamo di bocciare questa proposta di sanatoria mascherata e di preservare la nostra regione dall’ennesima figuraccia nazionale”.