Sequestrati, abbattuti e, dopo circa una settimana, caricati su un trattore e portati via. È questa la fine che hanno fatto, nei giorni scorsi, 15 grandi ombrelloni di tipo ‘palmiz’, costruiti cioè in legno, ferro e foglie di palma come ombrello. Un’altra operazione anti abusivismo operata dall’Ufficio circondariale marittimo di Sciacca, dopo il sequestro lo scorso anno di una parte del molo della frazione balneare menfitana. L’operazione – volta a reprimere l’occupazione abusiva di spazi demaniali – è stata coordinata dal Tenente di Vascello, Claudio Giuseppe Giannone.
UN SEQUESTRO FATTO IN AUTONOMIA: “L’ordinanza non la generiamo noi – ha dichiarato a Tp24.it il comandante del CIRCOMARE – ma la Procura, in realtà è il Giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Sciacca, cui abbiamo chiesto il sequestro preventivo, che è stato convalidato. Questo non è stato un sequestro delegato dal Tribunale, ma è stato fatto di nostra iniziativa, perché volevamo evitare che ci fosse il pericolo che, avendo notizia prima, gli avventori (proprietari) di questi ombrelloni andassero a smontarli per recuperare i manufatti. È una nuova iniziativa anti abusivismo oppure è collegata a qualche altra operazione precedente? “Io sono qui – replica Giannone – da due anni e questa è la prima”.
SMALTIMENTO STRUTTURE – Avevamo chiesto nei giorni scorsi una replica al vice sindaco di Menfi, Ludovico Viviani, in merito allo smaltimento degli ombrelloni tipo ‘Palmiz’ ma non abbiamo avuto risposta. Alcuni di essi, infatti, erano rimasti pericolosamente rivolti al cielo con una punta acuminata che, in caso di venti molto forti, ai quali la zona è frequentemente sottoposta,avrebbero potuto costituire, ribaltandosi, un grave pericolo per i bagnanti.
Il sequestro, lo ricordiamo è un provvedimento provvisorio al quale può o meno, in un secondo momento, seguire la confisca che è, invece, definitiva: “Con nostra grande sorpresa –continua il tenente – pensavamo che il basamento di questi grandi ombrelloni ‘Palmiz’ fosse puramente in legno, semplicemente piantati, invece, una volta che siamo andati a scavare, abbiamo capito che in realtà c’erano delle zavorre, in alcuni c’era una sorta di ‘camicia’ in materiale cementizio ed in altri ghiaia, usati per appesantire e stabilizzare i manufatti. Tutto ciò “ha creato una problematica in più circa il trasporto. Non si può preventivare – ha spiegato il comandante del CIRCOMARE di Sciacca – una volta che si va lì si prende atto della situazione.
CONFISCA E DISTRUZIONE – “Poi – continua Giannone – si provvederà allo smontaggio, che non è semplice poiché alcuni” sono in ferro e “sono stati saldati, o comunque vincolati ai pali in legno. In totale erano 15, come già fatto per altri quattro, saranno depositati presso un’area di stoccaggio comunale in attesa della confisca e distruzione”. “Unica problematica sostanziale per adesso è l’individuazione del mezzo per cui sto proprio ora scrivendo al Comune di Menfi una richiesta di collaborazione. Il nostro interesse al momento è – a parte quello di reprimere l’abusiva occupazione del Demanio marittimo – restituire alla pubblica fruizione i circa 150 metri quadrati occupati abusivamente da questi ombrelloni”. E, ha concluso il comandante del CIRCOMARE di Sciacca: “Ad ogni modo, la programmazione nostra è quella di individuare un mezzo necessario per rimuoverli da quelle zone ed andare ad accatastarli in un’unica zona creando dei cartelli inibitori, e perciò il Comune di Menfi si è sempre dimostrato collaborativo sotto questo aspetto”.
E così, infatti, è stato fatto – pochi giorni addietro – a circa una settimana di distanza dai sequestri.
Alessandro Accardo Palumbo
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