Non è stata ancora avviata ufficialmente la campagna elettorale che la coalizione di Massimo Grillo scricchiola con malumori e posizioni prese pubblicamente a mezzo social e con relativi comunicati stampa.
Il fatto parte dall’alleanza di centrodestra. Grillo rifugge questa etichetta, vuole presentarsi come civico, di fatto però parla costantemente con il presidente della Regione, Nello Musumeci, grazie ad altri interlocutori politici: Paolo Ruggieri, che di Diventerà Bellissima è dirigente regionale e vanta un rapporto di esclusiva fiducia con il presidente, e Stefano Pellegrino, deputato marsalese all’ARS di Forza Italia.
La settimana scorsa Grillo ha incontrato nuovamente Musumeci, che gli ha detto che è preferibile che venga indicato il perimetro della coalizione come quella del centrodestra unito, ricalcando l’asse regionale. Il candidato sindaco, invece, chiede che la Lega non ne faccia parte di questa aggregazione, almeno ufficialmente e con il simbolo, per tutto quello che rappresenta a livello nazionale e per il tipo di politica messa in atto.
Difficile comprendere questo ragionamento quando in coalizione c’è il simbolo di Fratelli d’Italia che fa capo a Giorgia Meloni, solo chi non ha mai seguito i lavori d’aula alla Camera dei Deputati non conosce gli interventi della Meloni, non moderati e sulla stessa linea di Matteo Salvini.
Fratelli d’Italia è in grado di fare lista a Marsala? Non proprio. Puntano tutto sull’ingresso in lista di Pino Ferrantelli che in verità è corteggiato da tutti i partiti di quella coalizione e che rifiuterebbe una etichetta così marcata come quella del partito della Meloni. Senza Ferrantelli è difficile che la lista arrivi al quorum per raggiungere magari un seggio. Stessa cosa per la Lega, a Marsala non ci sono esponenti di spicco forti, elettoralmente potrebbe soccombere.
Grillo, dunque, non ha problemi a dire si a Fratelli d’Italia ma lascia fuori la Lega, lo esterna pubblicamente a seguito di un comunicato stampa dei dirigenti regionali della Lega: “In queste settimane la Lega Salvini Premier ha intensificato il dialogo con i rappresentanti del locale centrodestra, certi della volontà di realizzare una forza di buon governo, nella prospettiva non soltanto di ben amministrare la città di Marsala ma anche di saper affrontare e vincere le Regionali 2022 e le Politiche 2023. Confermiamo che i dialoghi con gli alleati di Diventerà Bellissima, di Forza Italia, dell’UDC, di Via e di Fratelli d’Italia sono stati molto proficui e ricchi di reciproca soddisfazione. Tutti, in un clima di piacevole fiducia, hanno dato per certo la necessità di un chiaro messaggio politico in un momento storico in cui altri nascondono la propria identità dietro un civismo di facciata e con la consapevolezza che la città di Marsala non può continuare ad essere amministrata da questa sinistra”.
La strada pare indicata, seppure nel comunicato non si faccia alcun riferimento esplicito al nome del candidato sindaco Grillo, che ha avuto subito cura di smentire con un comunicato: “La Lega non fa parte della compagine dalla quale è nata la mia candidatura. Sono il candidato di una coalizione civica aperta al sostegno di buona parte del centrodestra e di gruppi civici scontenti dell'Amministrazione Comunale uscente. Fin dall’ inizio della preparazione delle prossime elezioni amministrative, La Lega ha fatto scelte diverse con i diversi commissari comunali che si sono susseguiti. Oggi prendo atto che sta ancora cercando un candidato alternativo alla mia persona. La coalizione di cui faccio parte ha da tempo “individuato” in me il candidato e la Lega non ha mai preso parte ai nostri incontri”.
La risposta di Diventerà Bellissima non si è fatta attendere, una posizione molto dura espressa dalla coordinatrice provinciale, Giulia Ferro: “La dichiarazione di Massimo Grillo arriva senza una preventiva riunione della coalizione, convocata invece per il 19, e ci impone un momento di riflessione. Per Diventerà Bellissima l'unità della coalizione di centrodestra è un valore. Nulla vieta a chi è espressione di ampio tavolo civico di accogliere il sostengo della coalizione che governa la Sicilia e la maggior parte delle regioni italiane. Grillo pare stia facendo scelte diverse. Attenderemo la riunione di giorno 19 per valutare collegialmente ed assumere le nostre decisioni”.
Anche altri alleati storcono il naso, il Movimento Via chiede la convocazione del tavolo della coalizione per perimetrare le alleanze e andare oltre, passando da questa fase di stagnazione a quella del lancio del programma con la compartecipazione dei cittadini.
Stessa cosa lo chiede Fratelli d’Italia.
Due elementi non possono passare inosservati: il primo che le tre forze della coalizione che rappresentano 5 liste hanno congiuntamente fatto una stretta sul candidato, cercando adesso concretezza e non più incertezze.
La stretta non è per far entrare la Lega a tutti i costi ma per mettere Grillo davanti a una scelta rimandata di settimana in settimana.
Altro elemento è che Forza Italia e Udc preferiscono la linea sottotraccia del silenzio, del resto sono quei partiti che governano con Musumeci in Regione ma che non guardano di buon occhio alla Lega, preferirebbero non averla, meglio non andare contro il presidente e quindi scegliere la strada del silenzio.
In questo panorama politico cresce la candidatura di Mario Figlioli di Vento Nuovo che ha aggregato attorno a se il Popolo delle Partite Iva e Letizia Occhipinti, che aveva lanciato la sua candidatura a Primo Cittadino.
Continua la raccolta firme di Sebastiano Grasso, presidente dell’associazione Arcobaleno, per la sua candidatura a sindaco che ha già improntato non tanto sui programmi quanto sul denigrare gli avversari. Lo fa costantemente sui social in cui prendendo di mira Alberto Di Girolamo.
Un sindaco uscente è giusto che venga giudicato dall’elettorato, un giudizio che deve attenere unicamente la fase amministrativa dei cinque anni trascorsi.
Attaccare un sindaco perché parla male o perché non ha pronunciato bene qualche parola non è edificante per chi concorre a farlo, il sindaco. Allo stesso tempo Di Girolamo non si può dire viva di politica , la sua professione è nota a tutti, di altri ancora non si conosce che tipo di lavoro svolgano.