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21/08/2020 07:04:00

Gioele, il padre riconosce le sue scarpine. L'ipotesi: è stato ucciso dalla madre, ecco come

Il padre di Gioele ha riconosciuto le scarpette blu del bambino. Pochi dubbi, dunque, sul fatto che i resti trovati siano quelli del bambino. Intanto amici e familiari si scagliano contro le ricerche e il modo in cui sono state effettuate. 

Il riconoscimento è avvenuto nella sede della polizia scientifica, dove l'uomo si è recato anche per il rilevamento del Dna insieme al papà di Viviana Parisi. L’attesa ora è per i primi risultati medici relativi all’analisi dei resti.
L’attesa ora è per i primi risultati medici relativi all’analisi dei resti, fermo restando che, come detto dal medico legale, Elena Ventura Spagnolo, “sarà difficilissimo stabilire la causa della morte”.

Il procuratore di Patti, Angelo Cavallo, tuttavia, ci crede e spera che anche quel poco che è stato possibile repertare possa parlare.

“Già i consulenti medici ci hanno detto quello che è successo – dice il procuratore Cavallo – loro hanno delle certezze e ce le hanno comunicate riservandosi l’esito di questi risultati, in particolare di quelli istologici. Ma una pista, una lettura chiara degli avvenimenti già c’è stata data”. C’è quindi una pista, conferma il capo delle indagini, che aggiunge: “Non è escluso che la madre e il figlio siano morti nello stesso punto. Il corpo del bimbo non è mai stato spostato. Al limite l’ipotesi è che gli animali siano intervenuti e abbiano operato una dispersione dei resti”.

 Il Corriere della Sera fa una lucida ricostruzione di quello che può essere accaduto:

Viviana Parisi aveva tentato il suicidio a fine giugno scorso. Il 3 agosto la donna voleva riprovarci, questa volta portandosi dietro il piccolo Gioele. Al marito Daniele Mondello aveva detto che si sarebbe diretta a Milazzo per acquistare le scarpe al bambino. Voleva invece raggiungere un viadotto dell’autostrada Messina-Palermo, il più lontano possibile, per buttarsi giù insieme al figlio di quattro anni. Il telefono lasciato a casa è stata una mossa studiata per evitare di essere localizzata. L’incidente autostradale in galleria poi le ha fatto cambiare i piani.

Viviana soffriva di paranoia e accusava crisi mistiche, come hanno documentato i medici dell’ospedale di Barcellona Pozzo di Gotto il 17 marzo scorso in un primo documento sul suo stato di salute. Un secondo certificato, anche questo attestante problemi mentali era stato compilato dallo stesso ospedale a fine giugno, in coincidenza del suo tentativo di suicidio. La donna teneva quei documenti nel cruscotto della sua Opel Corsa, e ora la Procura sta cercando di capire il perché. Confusa, in preda al panico, temendo di essere seguita, la mattina del 3 agosto la deejay dopo l’incidente è scappata, portandosi dietro Gioele, come hanno confermato l’imprenditore milanese e la moglie, testimoni dell’incidente. A quel punto, secondo la ricostruzione degli inquirenti, la donna ha ucciso Gioele — forse per strangolamento, lo chiarirà l’autopsia — poi lo ha adagiato in un fosso, ricoprendolo di sterpaglie e pietre.

Disperata, ma comunque spinta dall’obiettivo di togliersi la vita, Viviana ha cercato un burrone, un dirupo per buttarsi. Ha percorso diverse centinaia di metri e alla fine si è accorta del traliccio dell’Enel. L’ha raggiunto, ci è salita e si è buttata. La sua morte è stata istantanea. Non è vero, come era stato riferito in un primo momento, che il corpo è stato ritrovato ai piedi della struttura. Viviana è stata trovata distante un paio di metri. Anche la perdita di una scarpa da tennis e del calzino è compatibile con l’impatto. Questa è l’ipotesi investigativa su cui stanno lavorando gli inquirenti coordinati dal procuratore capo di Patti, Angelo Cavallo.

Le indagini della Procura sono indirizzate anche a capire come mai Viviana, nonostante le premesse sanitarie sul suo stato di salute, avesse così «tanta libertà» nel gestire la sua vita e quella del figlio. Gli inquirenti nei prossimi giorni sentiranno pure i servizi sociali. Anche le condizioni familiari sono tema d’indagine. Daniele Mondello, marito di Viviana e papà di Gioele, era in cassa integrazione. La ditta per cui lavorava, come autista di navetta adibita al trasporto di clienti al cimitero di Messina, l’aveva lasciato a casa dopo l’emergenza Covid-19. Una preoccupazione in più per lo stato di salute di Viviana.