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01/09/2020 18:00:00

Incendio allo Zingaro, Metropolis: "Da decenni assistiamo solo a lacrime di coccodrillo"

Sull'ennesimo disastro avvenuto allo Zingaro c'è l'intervento dell'associazione Metropolis che da anni denuncia ciò che manca per proteggere il territorio dagli incendi, e le stesse omissioni di chi sarebbe tenuto a vigiliare.

Il circolo Metropolis, oltre a ribadire come la gestione del territorio sia fallimentare, con la sua nota elenca, in una sorta di decalogo, anche una serie di punti/richieste che possano contribuire davvero alla prevenzione e alla tutela dei boschi e delle Riserve naturali del trapanese che continuano ad essere violentate dalla mano di qualche criminale. 

 I devastanti incendi  di questa estate, culminati con quello che ha distrutto la Riserva dello Zingaro il 30 agosto, ripropongono ancora una volta il problema delle politiche boschive e ambientali e quello della prevenzione degli incendi. La gestione del territorio è fallimentare: la prevenzione è partita con ritardo, i mezzi sono insufficienti e obsoleti, l’età media degli addetti è intorno a 60 anni, mancano adeguati strumenti di controllo. In una parola: mancano una visione strategica complessiva e un piano generale d’intervento efficace, così come un coordinamento vero tra le istituzioni preposte. L’impressione che se ne ricava è che il territorio è abbandonato a se stesso.

Adesso tutti, dal Presidente della Regione, all’assessore al Territorio e Ambiente e a quello dell’Agricoltura e Foreste, fino all’ultimo dirigente Forestale – commentano – piangono lacrime di coccodrillo, come sempre è avvenuto da decenni, senza che nulla sia mai cambiato. E’ un rito ipocrita che purtroppo conosciamo a memoria.

Il nostro circolo e altre associazioni del territorio da decenni denunciano carenze e omissioni e fanno proposte operative per combattere in modo più efficace la piaga criminale degli incendi. Abbiamo organizzato sit-in e marce come quella dello Zingaro del 25 agosto 2017, abbiamo più volte chiesto l’istituzione di una specifica commissione d’inchiesta o comunque una seria indagine che accertasse responsabilità a vari livelli, abbiamo chiesto le dimissioni dei responsabili politici e dei vertici dirigenziali in occasione di incendi particolarmente gravi e ripetuti come quelli di tre anni fa. In quell’occasione abbiamo persino consegnato alla Procura di Trapani un dettagliato dossier con elementi sufficienti per aprire un’indagine. TUTTO INUTILE!

Il dossier per le indagini è ammuffito nel cassetto, ignorato dalla Magistratura, i vertici dirigenziali non sono cambiati, la gestione politica è rimasta invariata nel tempo. Alle promesse di rito non sono seguiti ad oggi fatti significativi: l’uso di nuove tecnologie per il controllo del territorio non è mai stato avviato, né c’è stato il necessario ricambio di uomini e mezzi. Senza queste misure di rinnovamento la politica di contrasto agli incendi è un’arma spuntata e la Forestale, già abbandonata a se stessa, è sempre più un pesante carrozzone clientelare.

Crediamo nella gestione pubblica dei beni comuni, tra i quali i boschi e le riserve, ma sono necessarie una visione e una progettualità diverse, con un coinvolgimento più attivo della società civile perché questa abbia un senso.

Ecco le richieste del circolo rinnovate per l’ennesima volta:

– istituire un’apposita commissione di inchiesta per individuare eventuali interessi illeciti legati alle operazioni di prevenzione, controllo e spegnimento degli incendi

– individuare le responsabilità politiche e gestionali e rimuovere coloro per i quali siano state accertate omissioni, negligenze e/o illeciti

– creare un coordinamento effettivo tra gli organi preposti (prefetture, sindaci, protezione civile, Forestale, Vigili del Fuoco, etc…)

– gestire in modo più razionale e con una tempistica efficace le risorse destinate all’azione di prevenzione, controllo e spegnimento degli incendi, con l’introduzione della responsabilità personale

– controllare in modo capillare il territorio attraverso l’uso di nuove tecnologie (sensori termici, telecamere, droni, satelliti) e il coinvolgimento di personale aggiuntivo o delle forze dell’ordine nelle giornate considerate a rischio.

– dislocare strategicamente i mezzi aerei antincendio a disposizione del territorio per evitare sprechi e ritardi

– garantire la pulizia dei terreni a bordo strada o confinanti con la Forestale

– coinvolgere la società civile con percorsi didattico-educativi volti a sviluppare una più profonda coscienza ambientale.