Una telefonava, l’altra pagava.
E’ la storia che in Tribunale, a Marsala, è sfociata nella condanna a quattro mesi di reclusione (pena sospesa), per sostituzione di persona, della 33enne di origine serbo-jugoslava Kubrjia Ramadani.
Per la donna, nata a Marsala, ma residente a Mazara, il pm Antonina Alessandra Calò aveva invocato sei mesi. La Ramadani avrebbe attivato una linea telefonica fissa, ma a nome di un’altra persona, alla quale poi sono state recapitate le salate bollette. In totale, tra l’ottobre 2014 e l’aprile 2015, 1.245 euro. Ed è con quest’accusa che il giudice monocratico di Marsala Bruno Vivona l’ha condannata. Ingannando, secondo l’accusa, un addetto ai contratti della compagna telefonica, l’utenza fissa fu intestata alla 41enne castelvetranese Stefania Bongiorno, che nel processo è stata “parte offesa”. L’immobile per il quale fu attivata la linea telefonica fissa è al civico 24/B di via Armida Borrelli, a Mazara del Vallo. Come recapito telefonico “alternativo”, la Ramadani avrebbe fornito quello del cellulare del 43enne mazarese Sergio Agnello, anche lui, quindi, finito sotto processo con l’accusa di concorso in sostituzione di persona. Sergio Agnello, però, difeso dall’avvocato marsalese Francesco Vinci, è stato assolto “per non aver commesso il fatto”. Seppur con la formula del comma 2 dell’articolo 530 del codice di procedura penale (quando la prova “manca, è insufficiente o è contraddittoria”). Già lo scorso febbraio, Agnello era stato assolto, in un altro processo, sempre per non aver commesso il fatto, da un’accusa simile. Con lui fu assolto anche un albanese. Sempre difeso dall’avvocato Francesco Vinci, il 43enne mazarese fu assolto dal giudice monocratico di Marsala Lo Verde dalle accuse di truffa e sostituzione di persona in concorso. I due imputati erano stati accusati di avere attivato, nel novembre 2015, un abbonamento Adsl sulla loro linea telefonica fissa a nome di un’altra persona (Giuseppe Mauro), che si è visto addebitare le bollette.