"Parigi val bene una messa", frase celebre di Enrico di Navarra dopo una guerra civile detta dei tre "Enrichi", che lo portò al trono di Francia, primo monarca del ramo borbonico. Lui ugonotto di fede protestante calvinista d'educazione si convertí al cattolicesimo per regnare. Ma la Francia era ed è di una grandezza mondiale.
L'abiura di colui che divenne Enrico IV si potrebbe comprendere. Ma L'abiura di chi per 25 anni è stato di sinistra(???), adesso evangelizzato a Forza Italia non si condivide, incomprensibile in assoluto, ma chi osserva la politica intesa come quella partitica, comprende le dinamiche e i trasformismi, e ripudiare il credo politico per essere rieletto come il presidente dell'assise della quinta città siciliana, naturalmente se si ripetono gli exploit ottenuti nelle elezioni precedenti, rientra nella logica.
Ma chi appena 8 mesi fa, 240 giorni orsono, si dichiara "nuovo" è tra i fondatori di un movimento civico e professa, che è in voga in questi tempi, di non avere partiti di riferimento, poi quando a poco ore dalla presentazione ufficiale della canditatura a sindaco del suo "capo" e relativa lista elettorale collegata, il "maggiorente" annuncia di rinunciare perché non ci sono le condizioni per realizzare il suo progetto, "benedice" il suo popolo e lo autorizza a potersi candidare altrove, appare un "tana liberi tutti", accade che si ha già un piano B, si candida con Forza Italia.
Nulla di personale ci mancherebbe ma da osservatore sovviene: "una canditatura a sala delle lapidi val bene un'abiura di non avere un partito. Ma con tutto l'amore per Marsala, lei non è Parigi, Palazzo VII Aprile non è Notre-Dame". Ma evidentemente per altri si per prestigio, e si può anche condividere l'idea, qualora eletti si ricordino non sono "monarchi".
Vittorio Alfieri