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24/09/2020 07:19:00

Scoperta una truffa sui farmaci in Sicilia. Coinvolti medici e farmacisti 

 Prescrivevano farmaci a pazienti ignari, al solo scopo di intascare il rimborso dal Servizio Sanitario regionale. 200 ricette hanno fruttato 2 milioni di euro. Come funziona la truffa? Il medico fa la ricetta (finta, il paziente non sa nulla), il farmacista prende il farmaco e stacca l'etichetta adesiva, che attacca sull'etichetta per avere rimborso. Poi la confezione del farmaco, che non può più essere venduta, viene messa in magazzino. E alla prima occasione la si vende sul mercato nero dei farmaci ... 

Due medici di medicina generale sospesi e otto farmacisti indagati. E’ il bilancio dell’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Catania e condotta dai militari del Nas di Catania a conclusione di un’articolata attività investigativa sviluppata a seguito di un maxi sequestro di farmaci compiuto alcuni mesi fa durante un’ispezione in una farmacia di Adrano.

Una delle irregolarità su cui viene posta particolare attenzione durante l’ispezione in farmacia è l’eventuale presenza di farmaci immotivatamente accantonati. Nel caso in esame si trattava di circa 2.000 confezioni integre e in corso di validità dalle quali erano state staccate le cosiddette “fustelle”, cioè il bollino adesivo che il farmacista trattiene nel momento in cui consegna i farmaci ai pazienti per attaccarlo alla ricetta medica al fine di ottenere il rimborso da parte dell’Asp.

Nel corso delle successive verifiche condotte con la collaborazione della Commissione di vigilanza farmaceutica dell’Asp di Catania furono scoperte oltre 200 ricette mediche irregolari, frutto di false prescrizioni farmaceutiche effettuate in diverse zone dell’hinterland catanese, dalla zona etnea fino al calatino.

I due medici generici, con il concorso di farmacisti compiacenti, operavano la fittizia prescrizione di farmaci attraverso ricette mediche emesse a favore di pazienti ignari, al fine di ottenerne l’indebito rimborso da parte del SSR, impedendo in alcuni casi il commercio di determinate specialità medicinali provenienti da specifici canali distributivi.

Per tutto il periodo esaminato dagli inquirenti è stato stimato un valore complessivo della truffa intorno ai due milioni di euro in danno del Servizio Sanitario Regionale.