Laicità. È l'approccio che si cercherà di avere sulla notizia che negli ultimi giorni ha quasi monopolizzato i media, è l'aumento dello stipendio annuale del presidente INPS Pasquale Tridico da 60mila € a 150mila, lordi.
Il massimo dirigente nominato nel maggio 2019 fu in quota M5S, il vice presidente Adriano Morrone quota Lega. Fu del giugno la proposta del capo di gabinetto del Ministro del lavoro (Di Maio) di aumentare lo stipendio del presidente e vice a 100mila€. Agosto crisi di governo l'iter procedurale si interrompe. Il governo giallorosso nell'aprile del 2020 nella persona del nuovo capo di gabinetto della ministra del lavoro Nunzia Catalfo (PD), approva la proposta. Il 7 agosto 2020 un decreto interministeriale, lavoro ed economia e finanza, ufficializza il nuovo stipendio.
Quindi Tridico non si è aumentato una beata ceppa, sono un ex dipendente pubblico (come Tridico, anzi meglio il mio termine era la data utile per la pensione), sarebbe stato meraviglioso se a mio piacimento avessi potuto aumentarmi lo stipendio, idem i ruoli apicali della mia amministrazione. Altro vulnus la retroattività, che parte dall'approvazione non dalla nomina. Ricapitolando proposto dal M5S con il consenso della Lega, approvato dal PD. Ragion per cui voluto da tutti. Si rammenta che il compenso più alto per i dirigenti pubblici al livello del presidente INPS è di 240mila € annui.
Il bilancio di previsione dell'istituto per il 2020 è di: tra entrante ed uscite di 469 miliardi euro. Tridico è docente universitario ordinario, il cui stipendio nello stivale è mediamente 55mila € lordi con punte di 80 mila. Ma poi sinceramente chi può ritenere congruo uno stipendio di 60mila € in quel ruolo. Neanche il più incallito dei grillini. Suppongo che Tridico già indicato come ministro prima delle elezioni sia stato rassicurato sull'aumento e abbia considerato la visibilità che avrebbe avuto. Spero che il criterio di narrazione della vicenda sia stato laico.
Sugli emolumenti, i candidati sindaco a Marsala, Grasso nel suo santino, promette che dovelverà il 100% dello stipendio di sindaco in borse di studio e bonus per lo sport. Intanto caro Grasso trattasi di indennità, e poi che lei diventi sindaco sindaco è altamente improbabile, la promessa è altamente demagogica. Di Girolamo 5 anni fa aveva promesso di devolvere metà dell'indennità, fatto avvenuto fino al luglio del 2018,poi annunciò che lo avrebbe fatto personalmente. A tal proposito ho un idea che lasciarli all'ente che li eroga, si lasciano all'intera comunità anche a coloro che non ti votano. Decidere a chi devolverli e decisamente diverso. Laicità nelle valutazione dei fatti, le idee sono frutto di un pensiero e loro non possono esserle.
Vittorio Alfieri