Informativa
Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy.
Se vuoi saperne di più negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina, cliccando su un link o proseguendo la navigazione in altra maniera, acconsenti all'uso dei cookie. I cookie ci aiutano a fornire i nostri servizi.
Utilizzando tali servizi, accetti l'utilizzo dei cookie. Cookie Policy   -   Chiudi
01/10/2020 10:30:00

Marsala, la violenza del branco: "Salvatore, picchialo! picchialo!"

"Salvatore, picchialo! picchialo!".

Non solo massacravano di botte i poveri ragazzi di colore, ma venivano anche incitati ad essere più violenti. E' uno dei particolari che emerge dall'operazione della polizia che oggi a Marsala ha portato all'arresto di tre giovani, accusati di essere a capo del branco che questa estate ha terrorizzato i giovani immigrati nel centro storico di Marsala, picchiandoli selvaggiamente.

Nel corso delle indagini è emerso che non solo le vittime non hanno collaborato nelle indagini, perchè vivevano nel terrore delle possibili vendette del branco, e in diversi casi, pur presentando delle ferite gravi, non sono neanche voluti andare al pronto soccorso. Ma in altri casi ci sono stati dei testimoni delle aggressioni che, anzichè intervenire, hanno incitato a picchiare con più violenza al grido di "Picchialo! Picchialo". 

Le persone arrestate sono Salvatore Crimi, 18 anni, Antony Licari di 24 e Natale Salvatore Licari, 34 anni. Sono accusati, a vario titolo, di violenza privata, minaccia, lesioni personali. Reati aggravati, secondo gli investigatori, dall’uso di corpi contundenti, e dal loro agire con “efferatezza e spietatezza e per finalità di discriminazione o di odio etnico razziale“. Gli arresti sono stati eseguiti dopo la fine delle indagini su alcune aggressioni avvenute nel centro di Marsala durante l’estate. Per gli inquirenti si tratta di “raid punitivi nei confronti di inermi cittadini extracomunitari che subivano senza alcuna apparente ragione – se non quella razziale – le violenze fisiche e verbali del gruppo criminale”.