Una violenza inaudita, inconcepibile, imperdonabile, che ha terrorizzato le notti d’estate nel centro storico di Marsala.
Ma mentre girano in loop sui tg nazionali le immagini della banda di giovani criminali che picchiavano i ragazzi immigrati, sui social si scatenano anche quelli che li difendono, che giustificano l’ingiustificabile, che coprono, come hanno fatto tanti testimoni silenziosi, le aggressioni e botte.
Criminali. Non c’è altro termine per definire i giovanissimi autori delle violente aggressioni ai danni di giovani immigrati nel centro di Marsala nelle notti del fine settimana d’estate. Una banda che si muoveva in 15, 20 spesso di più, che aveva come vittime preferite per i propri raid i giovani di colore che tra mille difficoltà cercano di integrarsi in città. E adesso c’è bisogno che la città reagisca, perchè quelle immagini, quei 20 contro uno, sono il punto di non ritorno che deve spingere i marsalesi a non girarsi più dall’altra parte.
Una "rabbia bestiale". Sono le parole che usano gli investigatori per descrivere il branco di delinquenti che questa estate ha terrorizzato i giovani ragazzi immigrati presenti a Marsala, aggredendoli e pestandoli a sangue, nell'indifferenza, spesso, dei passanti.
Le aggressioni avvenivano solitamente di notte, nei pressi di Via Garibaldi, Piazza della Repubblica, Porta Garibaldi. Le persone arrestate sono Salvatore Crimi, 18 anni, detto “spara spara”, Antony Licari di 24 e Natale Salvatore Licari, 34 anni. Sono accusati, a vario titolo, di violenza privata, minaccia, lesioni personali. Reati aggravati, secondo gli investigatori, dall’uso di corpi contundenti, e dal loro agire con “efferatezza e spietatezza e per finalità di discriminazione o di odio etnico razziale“. Gli arresti sono stati eseguiti dopo la fine delle indagini su alcune aggressioni avvenute nel centro di Marsala durante l’estate. Per gli inquirenti si tratta di “raid punitivi nei confronti di inermi cittadini extracomunitari che subivano senza alcuna apparente ragione – se non quella razziale – le violenze fisiche e verbali del gruppo criminale”.
Per loro le accuse sono pesantissime: violenza, minaccia, lesioni personali. Il tutto compiuto con "efferatezza e spietatezza". E il tutto non giustificato da nulla se non dall'odio razziale. Ne avevamo parlato tanto su Tp24 questa estate, ora arriva la conferma che le nostre ipotesi erano anche quelle su cui lavoravano gli investigatori: non si trattava di episodi isolati, ma di veri e propri raid criminali pianificati da un gruppo di criminali che era noto a tanti, solo che pochi parlavano.
Questi giovani, alla vista degli immigrati, gli si scagliavano contro con veemenza e ferocia, inveendo contro di loro, colpendoli con calci e pugni minacciandoli e intimandogli di allontanarsi da Marsala “siete africani di merda…non dovete più parlare perché siete di colore….noi vi ammazziamo, qui non avete il diritto di stare…e qui siamo a Marsala” in quanto “africani e nivuri”. Le indagini hanno acclarato, altresì, che nel corso dei raid il “gruppo criminale” si muoveva come una vera e propria sorta di “commando” che, avvalendosi anche della forza intimidatrice determinata dal cospicuo numero di aderenti, molti dei quali ormai ampiamente noti come persone violente, agiva come una vera e propria squadra punitiva contro chiunque si fosse opposto ai loro commenti, frasi denigratorie o alla loro volontà, il tutto aggravato dalle ripugnanti e odiose frasi dall’evidente sfondo razziale proferite nei confronti degli immigrati presi di mira.
In un episodio infatti il gruppo criminale si scagliava con violenza anche nei confronti del titolare di un esercizio commerciale che tentava di sottrarre il malcapitato dalla cieca violenza degli aggressori.
Nel corso della perquisizione effettuata presso l’abitazione di Salvatore Crimi è stata rinvenuta una pistola semiautomatica priva di tappo rosso con relativo caricatore, marca Bruni, modello “New Police”, 9 cartucce a salve e una cartuccia.
"Salvatore, picchialo! picchialo!". Non solo massacravano di botte i poveri ragazzi di colore, ma venivano anche incitati ad essere più violenti. E' uno dei particolari che emerge dall'operazione della polizia. Nel corso delle indagini è emerso che non solo le vittime non hanno collaborato nelle indagini, perchè vivevano nel terrore delle possibili vendette del branco, e in diversi casi, pur presentando delle ferite gravi, non sono neanche voluti andare al pronto soccorso. Ma in altri casi ci sono stati dei testimoni delle aggressioni che, anzichè intervenire, hanno incitato a picchiare con più violenza al grido di "Picchialo! Picchialo".
Alcuni degli appartenenti alla banda di picchiatori fanno parte anche del gruppo dei tifosi “Ultras” del Marsala Calcio (Street Boys/Nucleo Ribelle), già sottoposti a DASPO.
E proprio il Marsala Calcio in una nota si è dissociata dalle condotte dei tifosi. Ecco il comunicato.
Tante, indignate, le reazioni del mondo non solo sportivo ma politico e culturale agli episodi di violenza e il plauso alle forze dell’ordine per un’operazione che potrebbe avere degli ulteriori sviluppi per individuare altri autori delle aggressioni.
Così ha commentato i fatti di Marsala l'Anpi della provincia di Trapani.
La presidenza provinciale dell’ANPI esprime gratitudine alle forze dell’ordine, a cominciare dalla polizia di stato, per la brillante operazione che ha permesso di individuare e arrestare i tre giovani marsalesi che nelle scorse settimane, in più occasioni, avevano scaricato la loro beluina "cultura" razzista nei confronti di giovani immigrati.
Il loro arresto conferma le preoccupazioni che, da sempre, l’ANPI ha denunziato per la presenza a Marsala di un focolaio di giovani, quasi certamente appartenenti a vere e proprie organizzazioni, che avevano scelto di manifestare la loro barbara dottrina razzista, accanendosi contro innocui ragazzi immigrati. Si ricorderà che l’ANPI aveva denunziato questi episodi anche durante un incontro avuto, grazie all’intervento del Prefetto, con le forze dell’ordine al loro massimo livello provinciale. Ci era stato assicurato un sempre maggiore impegno per individuarne gli autori oltre che una maggiore vigilanza. Gli arresti di ieri confermano questo impegno che deve continuare per prevenire qualunque formazione di altre aggregazioni paracriminali come quella scoperta ieri. L’ANPI continuerà a vigilare e allo stesso tempo ad operare per far crescere nei giovani una cultura antifascista che rispetti i principi scritti nella nostra Carta Costituzionale.
Ecco cosa scrive invece Lello Analfino, dei Tinturia.