Marsala ha deciso di non riconfermare la fiducia al sindaco uscente, Alberto Di Girolamo, e ha votato in massa per Massimo Grillo.
Non è ancora avvenuto il passaggio formale, in questi giorni ci sarà l'insediamento del nuovo sindaco con il passaggio di consegne.
Un risultato schiacciante, quello di Grillo, ma ci sono da fare alcune analisi sui dati usciti dalle urne. Va detto che le liste in appoggio di Grillo, nove, hanno totalizzato il 13% in più rispetto al risultato del sindaco, cosa diversa è accaduta nella coalizione di Di Girolamo, dove è stato lui a trascinare le liste ottenendo il 10% in più.
Non saranno rappresentate in consiglio comunale la Lega, il Movimento Cinque Stelle, il Pd.
Nell’area dem si è aperta già la caccia alle responsabilità, l’ex sindaco Di Girolamo sostiene che pezzi di partito hanno deciso di non appoggiare la candidatura votando altrove, dello stesso avviso anche l’ex assessore Rino Passalacqua che accusa pezzi della maggioranza attuale: pare che qualcuno si fosse volutamente disinteressato mantenendo però la poltrona fino alla fine.
Sull’impegno della direzione provinciale ha replicato il segretario provinciale del Pd, Domenico Venuti: “Leggo su un'agenzia Ansa dichiarazioni decisamente fuori luogo da parte dell'ex sindaco di Marsala Di Girolamo, che accusa il Pd di non aver fatto campagna elettorale. Spero si tratti soltanto di uno sfogo. Ma se così non dovesse essere ricordo a Di Girolamo che il Pd ha allestito la lista nonostante molti dirigenti si sono candidati nelle altre formazioni civiche a suo sostegno e che a Marsala, inoltre, sono stati presenti tre ministri e il capogruppo alla Camera del partito. Quando un sindaco uscente viene bocciato sonoramente dagli elettori dovrebbe chiedersi dove ha sbagliato e non scaricare la responsabilità su chi ha tentato di dare una mano nonostante il ripetuto e mancato coinvolgimento nelle scelte . Le chiacchiere stanno a zero, a Marsala bisogna rimboccarsi le maniche e lavorare duramente per ricostruire il Pd e il centrosinistra, non c'è spazio per le polemiche".
Forse più che cercare o ammiccare a responsabilità serve una ferma analisi del voto e poi la ricomposizione di un centrosinistra, che è quasi scomparso da Sala delle Lapidi.
Massimo Grillo governerà senza opposizione, appena 4 i consiglieri comunali eletti nel centrosinistra, mentre gli altri 20 saranno tutti consiglieri di maggioranza, finchè dureranno.
Ci sono ancora degli assessori da nominare, indiscrezioni indicano l’ingresso in giunta di Ignazio Chianetta e di Michele Gandolfo, mentre con molta probabilità tornerà a fare il presidente del consiglio Enzo Sturiano, primo degli eletti di tutte le liste con ben 1043 voti. Ha capeggiato la lista di Forza Italia.
E’ un consiglio comunale che si rinnova nella sua composizione, molti giovani vi fanno ingresso come Gabriele Di Pietra e Piergiorgio Giacalone di ProgettiAmo Marsala, la lista Liberi di Grillo ha eletto tre consiglieri: Vito Milazzo (figlio dell'uscente Pino Milazzo), Pietro Cavasino, Lele Pogliese.
Molto forte anche la lista dell’UDC dove la consigliera uscente Eleonora Milazzo è la prima della lista con 837 voti e segue Oreste Alagna con 811, che sarà anche assessore della nuova giunta comunale. Cosa farà? Mantiene le due cariche? E’ un consiglio che si rinnova, tra gli uscenti riconfermati ci sono Flavio Coppola, Walter Alagna, Antonio Vinci, Ivan Gerardi, Mario Rodriquez, Rosanna Genna, Enzo Sturiano, Eleonora Milazzo, Oreste Alagna. Il resto è fatto tutto da volti nuovi della politica o di chi era rimasto fermo per un po' come Massimo Fernandez, Pino Ferrantelli, Michele Accardi.
Poche donne in consiglio, appena tre: Elia Martinico (FI), Rosanna Genna (FdI), Eleonora Milazzo (UDC), mentre la consiliatura uscente ne vantava un bel numero.
Altissime le aspettative di cambiamento e di governabilità, i cittadini hanno creduto e spinto sull’elezione di Massimo Grillo.
Il Movimento VIA nelle sue tre liste elegge un totale di sei consiglieri con ben 8400 voti. C’è da capire se il Movimento farà riunire in un unico gruppo consiliare gli eletti.
Occhi puntati nei prossimi mesi sul quartiere spagnolo, per comprenderne la governabilità.
Della centralità di Forza Italia, unitamente ad un centrodestra unito, è convinto Gianfranco Miccichè: “Le elezioni amministrative in Sicilia hanno cristallizzato un dato incontrovertibile: la maggioranza degli elettori preferisce il centrodestra con in testa Forza Italia individuata quale perno e guida dell’alleanza". Forza Italia ribalta la tendenza nazionale confermandosi in Sicilia primo partito in quasi tutte le province, anche rispetto agli avversari, e mantenendosi come forza trainante del centrodestra, conquista la maggior parte dei sindaci. Registriamo la debacle del Pd che perde voti ovunque lasciando le amministrazioni di Marsala ed Agrigento dove governava, mentre il suo partner di governo, i cinquestelle, sono un flop totale. L'unico comune dove funziona questa strana accoppiata è Termini Imerese ma soltanto perché il centrodestra si è presentato spaccato altrimenti avrebbero perso anche lì”.
Miccichè poi si lancia già alle prossime regionali del 2022: “Divisione che non avverrà alle prossime regionali per cui i nostri competitors hanno poco da esultare perché i numeri elettorali hanno dimostrato che il centrodestra è oggi più forte di prima. L'analisi di questo voto ci consegna un partito azzurro che consegue degli ottimi risultati, quasi ovunque in doppia cifra, sintomo che Forza Italia sta bene e si prepara ai tanti e importanti prossimi impegni elettorali che partono dalla sindacatura di Palermo e arriveranno fino alle regionali”.