Il bicchiere, citando un vecchio adagio, continua ad essere mezzo vuoto e mezzo pieno. Perché se nel Trapanese sono calati gli infortuni sul lavoro, quelli mortali hanno, invece, subito un incremento. Nel 2020 sono stati sette. Tre in più, rispetto all’anno precedente.
Nel 2020 gli infortuni denunciati sono stati 1011, a fronte dei 1.488 del 2019. Un calo, quindi, pari al 32,1 per cento. C’è, però, da tenere presente un fattore importante.
“I dati di quest’anno – sottolinea Antonio Maiorana, presidente dell’Anmil di Trapani – sono fortemente influenzati dall’emergenza Covid e dal periodo di lockdown che ha interrotto drasticamente un alto numero di attività lavorative, determinando di conseguenza un calo della percentuale di denunce registrate in modo abbastanza omogeneo sull’intero territorio”. Resta, però, quei sette morti. Un numero ancora troppo elevato. “Ovviamente – prosegue Antonio Maiorana – sono, comunque, numeri che non si possono ignorare e per questo l’Anmil confida anche in un cambio di strategie da parte delle istituzioni che possa condurre ad una nuova visione di una cultura della prevenzione e della sicurezza, realmente condivise da persone vere e non solo burocrati”. I dati sono stati snocciolati, oggi, nel corso della Giornata nazionale per le vittime degli incidenti sul lavoro. La cerimonia si è aperta con una Messa, nella chiesa di Maria Santissima Ausiliatrice di via Fardella, a Trapani, in suffragio dei caduti sul lavoro. Successivamente è stata deposta una corona d’alloro ai piedi del monumento dedicato alle vittime del lavoro di piazza San Vincenzo dei Paoli.
La città che nel 2020 ha registrato più incidenti mortali è stata Messina con otto morti, seguita da Trapani e Catania con sette vittime. Nel territorio nazionale i decessi sui posti di lavoro sono stati complessivamente 823. In Sicilia 42.