E’ stata una svolta assolutamente inattesa quella registratasi nell’ultima udienza del processo, ormai sul rettilineo finale davanti il Tribunale di Marsala, al 57enne presunto boss mazarese Matteo Tamburello, accusato di associazione mafiosa e violazione della sorveglianza speciale.
Per Tamburello il pm della Dda Pierangelo Padova, lo scorso 2 luglio, ha invocato una condanna a 20 anni di carcere. Adesso, tramite il suo difensore, l’avvocato Luigi Pipitone (nella foto) ha ricusato due dei tre componenti del collegio giudicante: il presidente Vito Marcello Saladino e il giudice a latere Andrea Agate.
E questo sulla base di quanto scritto dai due giudici (insieme alla collega Francesca Maniscalchi) nelle motivazioni, depositate nei giorni scorsi, della sentenza di primo grado del processo scaturito dall’operazione antimafia “Visir”. Secondo la difesa di Tamburello, che nel “Visir” non era imputato, i giudici, nel motivare la condanna del mazarese Fabrizio Vinci (12 anni di carcere), hanno espresso “valutazioni di merito” sulle condotte contestate a Tamburello nel processo attualmente in corso. In particolare “hanno espresso il loro convincimento sulla responsabilità di Tamburello Matteo per il fatto di reato a questo contestato” (associazione mafiosa, ndr). “Infatti – si continua nell’istanza di ricusazione - affermano la sussistenza della prova del rinnovato inserimento nell’associazione mafiosa di Matteo Tamburello; in particolare, i Giudici hanno sostenuto che “… il tema dell’arresto di Fabrizio Vinci tornava ancora in due dialoghi intercettati a distanza di pochi giorni l’uno dall’altro, dai quali si traevano ulteriori elementi sul rinnovato inserimento nell’associazione mafiosa di Matteo Tamburello …”. Ed ancora, affermano che “… molteplice, in sintesi finale, la valenza probatoria a carico di Vinci dei più recenti rapporti con Tamburello Matteo e delle reazioni di quest’ultimo allo stato detentivo del primo: … in secondo luogo … le attività di captazione consentivano di svelare come Matteo Tamburello, peraltro in perfetta continuità con quanto accertato a suo carico con condanne irrevocabili, ha immediatamente assunto il compito di provvedere al sostentamento economico della famiglia di Fabrizio Vinci dando incarico al fidato Vincenzo Evola di corrispondere una somma alla moglie di Vinci …”. Insomma, per la difesa, avrebbero i magistrati adesso ricusati già espresso un convincimento su un imputato sul quale ancora devono decidere la sentenza.
Ma non ci sarà battaglia, perché, in aula, il presidente Saladino ha detto che sia lui che il giudice Agate hanno già deciso di presentare istanza di astensione dal processo al presidente del Tribunale, Alessandra Camassa. Sulla ricusazione, invece, dovrà pronunciarsi la Corte d’appello di Palermo. Eventuali sviluppi si dovrebbero conoscere nell’udienza dell’11 novembre.
A Tamburello, arrestato l’11 dicembre 2018, gli investigatori contestano di essersi mosso, dopo l’uscita dal carcere (fine novembre 2015), scontata una condanna a 9 anni per mafia, per riorganizzare gli assetti del “mandamento” di Mazara.