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07/11/2020 06:00:00

Giovanni Savalle/2: la famiglia, le società e l'obiettivo finanziamenti pubblici

Continuiamo anche oggi la nostra inchiesta sull’imprenditore, originario di Castelvetrano, Giovanni Savalle, ex titolare tramite la società Mediterranea S.p.a. del Giardino di Costanza, (potete leggere qui la prima parte).

Tra i rapporti personali tenuti dal Savalle come abbiamo raccontato ieri, ci sono anche quelli con il mondo bancario e finanziario che gli hanno aperto le porte e permesso di ricevere importanti mutui e finanziamenti. Tra questi rapporti c’è quello con Alberto Rigotti di Banca Etruria e dall’istituto di credito toscano Savalle ottenne un finanziamento di 1milione e mezzo di euro. Per questa operazione, secondo la Procura di Arezzo, fu Rigotti a indurre in errore il Cda e il Collegio Sindacale della banca, che non fece opposizione al prestito alle società poi ritenute delle scatole vuote.

Finanziamenti - E tra i finanziamenti percepiti da Savalle c’è anche quello che riguarda proprio il resort “Giardino di Costanza”, realizzato nel 2004 con fondi pubblici per un totale di sei milioni di euro. Ma va ricordato che dopo il buco di 42milioni di euro, Savalle continua a vivere in una suite di lusso della struttura, pagando un canone di affitto di 500 euro mensili. Le indagini che hanno portato al sequestro del patrimonio e delle società di Savalle hanno impedito un altro mega finanziamento pubblico di venti milioni di euro destinati alla realizzazione di un campo da golf e un porticciolo turistico.

Il sistema Savalle – Un sistema e un movimento di denaro complesso quello messo in piedi da Savalle. La sua società madre, la Mediterranea Spa, per ottenere i cospicui finanziamenti commissionava delle commesse e dei lavori a delle società collegate e tra queste la Sicilcostruzioni Scarl, la Solymar Srl, la Sicily House Srl. Queste società agivano con l’emissione di fatture gonfiate con importi di gran lunga superiori a quelli reali, e contribuivano ad aumentare il capitale della Mediterranea, e ciò serviva per ulteriori finanziamenti da parte dello Stato. La Mediterranea aumentava il capitale grazie apparentemente ai soci, dallo stesso Savalle, ma in realtà questo aumento avveniva con gli stessi soldi della società.

La famiglia Savalle - I protagonisti con Savalle delle operazioni finanziarie delle sue società fanno tutti parte della famiglia dell’imprenditore. Lui è a capo del Cda di Mediterranea Spa, il fratello Carmelo vicepresidente e poi AD, la moglie di Savalle, Valentina Norrito è il legale rappresentate della Solymar, socia della mediterranea e componente della Sicilcostruzioni. La cognata Valeria Norrito, socia di Mediterranea e dopo vice presidente. Ma c’è anche la suocera Liliana Bruno, rappresentante legale della Solymar e socia anche lei di Mediterranea.

Obiettivo finanziamenti pubblici - Mediterranea ha un obiettivo ricevere i fondi pubblici dalla legge 488 e dal Patto Territoriale Trapani Sud e così è, si realizza un profitto di 5.095.914,33 euro, il tesoretto e bottino dei Savalle, fondi tolti ad altri progetti imprenditoriali. La società di Savalle costruita su operazioni fasulle e false fatturazioni è un soggetto economico molto fragile e prova ne sono i suoi bilanci. Quello del 2005 chiuso con una perdita di 1.253.530,00. Quello del 2006 registra un’ulteriore perdita di 1.892.445,00 fino ad arrivare a quello del 2010 che riportava una perdita addirittura di 4.120.914,00. Ma anche se i bilanci sono sprofondati l’impresa riesce ad ottenere lo stesso un facile accesso al credito bancario.

Prima il mutuo e poi la revoca - Il 2007 è l’anno in cui un gruppo di banche tra le quali Intesa San Paolo, BNL, Antonveneta e Centrobanca, erogano un mutuo da 16 milioni di euro a Mediterranea. Come contropartita in garanzia veniva ipotecata la struttura alberghiera della stessa società, e le fideiuissioni di Sicily House e Xenios Srl, controllata al 100% dalla prima e tutte società di proprietà di Savalle e della sua famiglia. I 16 milioni però non servono a rilanciare l’impresa ma a coprire altre linee di credito già attivate. La società è in crisi e nel 2009 a fronte di tutta una serie di insoluti gli istituti di credito risolvono il contratto del mutuo e chiedono la restituzione di 16milioni e 849 mila euro. E proprio in quel periodo si abbatte sulla società di Savalle un’altra tegola, il ministero che aveva concesso i fondi pubblici con la 488 bloccava l’erogazione della seconda tranche di finanziamento. Ma il precipitare della situazione finanziaria di Mediterranea non cambia il modus operandi e si continua ad operare con gli stessi metodi utilizzati.

Il puzzle di società di Savalle - Nasce così la Giardino di Costanza Srl che poi diventerà una cooperativa a responsabilità limitata, e a questa società vengono concesse in affitto le strutture di Mediterranea: il Kempinski Hotel-Giardino di Costanza, il Baglio Villa Fontanasalsa e lo stabilimento balneare Lido di Costanza. Il prezzo di locazione è di 400mila euro all’anno, anche se il collegio sindacale di Mediterranea fa notare che con quella cifra non si può far fronte alla situazione debitoria né tantomeno pagare le rate del mutuo. E infatti i numeri dicono che per tenere in piedi Mediterranea questa doveva incassare almeno tre milioni all’anno. I soci della cooperativa che otteneva la locazione sono: la moglie di Savalle al 15%, la cognata al 15% e il 70% ad altra cooperativa “Sviluppo territoriale”, fondata, manco a farlo apposta, da Savalle con soci, la moglie Valentina, la cognata e lo stesso Savalle. Dopo pochi mesi dalla costituzione, la Sviluppo Territoriale fondata da Giovanni Savalle cede il 70% delle quote a Giuseppe Norrito, padre di Valentina e Valeria Norrito e suocero di Savalle, così il Cda della Giardino di Costanza Scarl era costituito nella totalità dalla famiglia Norrito. Insomma, con una situazione economica di crisi che poteva portare ad una sentenza di fallimento, Savalle cerca di salvare il tutto cedendo la società a se stesso.

CONTINUA…