Pino Pace, presidente della Camera di Commercio di Trapani. Domani la protesta “virtuale” dei commercianti del trapanese, che è questo, che tempo buio stiamo raccontando?
Nel rispetto della normativa anti-covid, non scenderemo in piazza ma abbiamo deciso con dirigenti sindacali di Confcommercio Trapani di oscurare le vetrine dei negozi e di spegnere le luci. Sono momenti abbastanza difficili. Le imprese stanno attraversando veramente momenti brutti Io non voglio essere uccello del malaugurio, però credo che molte aziende non riusciranno ad aprire le saracinesche appena finirà questo maledetto virus.
Presidente, ci sono le proteste, le attività commerciali sono al collasso. Il Governo centrale ha assicurato i ristori, ma possono questi aiuti economici ristorare davvero queste attività?
Sicuramente no, sono delle somme che vanno da un minimo di duemila euro a un massimo di 4/5 mila euro, in base a quello che avevano preso con il primo decreto. Con queste piccole somme l’esercente non può andare avanti, anche perché ci sono le tasse, gli affitti e chi ha preso queste somme a tasso agevolato deve pure restituirle e sicuramene non ce la faranno. Credo sia stato tutto il meccanismo delle misure anti-covid. La cosa che ci fa rabbia è che, hanno chiuso bar e ristoranti ma gli assembramenti in particolare davanti ai bar ci sono. Ci chiediamo che senso ha, a questo punto era opportuno stabilire quante persone potevano entrare in un bar e anche in un ristorante. Hanno fatto chiudere queste due importanti categorie per l’economia trapanese non concludendo niente. Dopo tutti i sacrifici con le misure anti-covid, non ci sono però stati i controlli. Fino a domenica tantissimi assembramenti di persone, senza mascherine, nelle piazze e nelle strade. Che senso ha far fare sacrifici ai commercianti e alle imprese per poi assistere a tutto quello che sta succedendo. Io sono il primo a far sì che si chiuda, facciamo sacrifici un mese, un mese e mezzo, e poi torniamo alla normalità, così sono sacrifici inutili.
Pino Pace, molti gestori di bar e ristoratori lamentano il fatto che i panifici oggi sono diventati quasi dei mini ristoranti. Fanno tutto, la pasta a forno da asporto, i cannoli, le iris, le torte. C’è un corto circuito in questo senso?
Da punto di vista deontologico si, dal punto di vista della legge sì, perché i panifici possono produrre questi prodotti. Per cultura e mentalità l’80% delle persone va a comprare la tavola calda al bar, è una minima percentuale che si rifornisce dai panifici. In questo momento di crisi ciò che fa un concorrente dà fastidio. Un fatto normalissimo, giustissimo, perché ogni giorno che passa io vede imprese sempre più in difficoltà, perché non riescono più a far nulla.
Ricordiamo quando si terrà la protesta?
Oggi dalle 16 alle 20 i commercianti di Trapani e non solo spegneranno le luci delle loro vetrine e chiuderanno i negozi, mi auguro che ci sia una adesione massiccia nel loro interesse. Me lo hanno chiesto tantissimi imprenditori di Trapani, poi in queste cose c’è chi aderisce e chi no, ma credo sia giusto e doveroso rispettare chi ha avuto questa iniziativa e far capire in modalità anti-covid, che la situazione, secondo me, sta degenerando. I problemi li vedremo tra qualche mese.