Non sapeva di essere incinta la diciassettenne di Trapani che dopo il parto ha lanciato dalla finestra il piccolo appena nato.
"L'ho poggiato sul tappeto del bagno per circa dieci, quindici minuti, avvolto in alcuni asciugamano per tenerlo al caldo, lasciandogli la testa scoperta per farlo respirare. Ho anche provato ad attaccarlo al seno, ma niente. Non rispondeva".
E' questo il drammatico racconto della 17enne trapanese reso al gip di Trapani, dopo l'arresto eseguito dagli uomini della Squadra Mobile.
Ad oltre una settimana dall'infanticidio avvenuto nel condominio di una zona residenziale di Trapani, le indagini cercano di mettere assieme tutti i tasselli di quanto accaduto, quel venerdì mattina della scorsa settimana.
La ragazza continua a dire di aver fatto tutto da sola. "Ho partorito il bambino in bagno, per poi lanciarlo dalla finestra una volta nato. Sono uscita dal bagno col bambino in braccio. L'unica cosa che mi è venuta da fare è stato di buttarlo giù dalla finestra, anche se non volevo. Ho fatto questo perché in preda al panico”.
In via Francesco De Stefano, nell'appartamento al quinto piano del complesso residenziale, la ragazza vive con i genitori, il papà, poliziotto, e la mamma, commercialista, e la sorella più piccola di lei. Nessuno dei familiari si era accorto che la diciassettenne fosse incinta. La donna poi stava dormendo quando la figlia si è chiusa in bagno, intorno alle 7,40 e tre ore dopo il bambino è stato rinvenuto, privo di vita nel cortile del palazzo. “Quando è nato – racconta l’indagata – l’ho preso in braccio. Il bimbo ha emesso una sorta di sospiro. Non piangeva e non si muoveva. Sono uscita dal bagno con il neonato. Ha raggiunto la cameretta e l'ho lanciato dalla finestra.
“Il parto - continua la ragazza, che ora si trova in una comunità protetta fuori dalla Sicilia - è stato inaspettato”. Per lei e la famiglia la pancia gonfia era da imputare a problemi alimentari. Ne aveva discusso con la madre e con la nonna.
“La sera prima del parto – rileva - avevo dolori allo stomaco, ho preso un antidolorifico, sono rimasta sul divano con i miei genitori".
I genitori preoccupati. "Mia madre ha chiamato due medici ma non le hanno risposto". Il padre, agente di polizia, poco dopo è uscito e quando è tornato, intorno alle 11, ha trovato un capannello di persone attorno al corpicino. In lacrime ha confessato, ai colleghi, di sospettare della figlia. Adesso la ragazza, dopo la convalida dell’arresto, è ricoverata in una comunità di recupero.
Sul corpicino del neonato è stata eseguita l'autopsia ma non è bastata a dare la risposta alla domanda che si sono da subito posti gli investigatori. Sarà necessario l'esame istologico per stabilire se il bambino era vivo e se il decesso è stato conseguenza di quel terribile volo di circa 15 metri.