Strategie e posizionamenti in vista delle prossime elezioni regionali in Sicilia.
E' questo il movimento che c'è tra i deputati all'ARS, l'ultimo a lasciare l'UDC è Vincenzo Figuccia. Lascia lo scudo crociato per approdare alla Lega, i deputati che restano a comporre il gruppo sono in pochi ma vantano in giunta due assessori: Mimmo Turano alle Attività Produttive e Alberto Pierobon ai Rifiuti.
Rumor di palazzo indicano l'imminente uscita dal gruppo anche del deputato Giovanni Bulla, insomma l'UDC è in difficoltà a Palermo nonostante però nel trapanese mantengano uno zoccolo duro tra consiglieri comunali e amministratori.
Figuccia approda alla Lega di Matteo Salvini: “Con Salvini ci siamo incrociati e conosciuti due anni fa e ci siamo continuati a sentire condividendo temi come il federalismo, l’autonomia, gli aspetti economici legati anche all’agricoltura. Ho incontrato Salvini, poi l’ho sentito e ha manifestato il suo entusiasmo per la mia decisione, ho parlato con il coordinatore Stefano Candiani che ha il grande merito di essere non eccessivamente invasivo, e’ un buon mediatore, capace di tessere bene le relazioni”.
Cresce Forza Italia, si irrobustisce la leadership di Gianfranco Micchicè. Arrivano nel gruppo azzurro all'ARS Daniela Ternullo, eletta con gli autonomisti, e Luisa Lantieri dal Pd.
Posizionamenti in vista delle elezioni del 2022, c'è già un candidato alla presidenza della Regione, si tratta di Giancarlo Cancelleri, attuale vice ministro alle Infrastrutture, già deputato regionale, sarebbe questa la sua terza candidatura alla guida della Sicilia.
Molto dipenderà dall'alleanza con il Partito Democratico. Se l'accordo tiene e si rafforza allora Cancelleri avrà buone chance per giocarsela, il Movimento Cinque Stelle è in sofferenza, le percentuali sono crollate, gli Stati Generali, che si sono appena conclusi, non hanno consegnato una buona radiografia del Movimento.
Non se la passa bene nemmeno Italia Viva, a Palermo i deputati regionali litigano tra di loro per questioni di supremazia. La eventuale scissione dell'atomo non porterebbe a nulla, pare però che tra di loro ci sia già chi strizzi l'occhio al centro destra e in particolare al movimento del presidente della Regione, Nello Musumeci, Diventerà Bellissima.
Il partito di Matteo Renzi paga lo scotto di non avere una linea precisa, un perimetro entro cui muoversi. E' all'opposizione del governo regionale ma ne vota i provvedimenti, è in maggioranza al governo centrale ma fa da pungolo e opposizione. Una confusione generata nell'elettore medio, che chiede e pretende chiarezza.