«Sul trasporto aereo si è abbattuta una catastrofe che non ha precedenti, non si vuol viaggiare per non esporsi al contagio ma al tempo stesso i soldi per viaggiare non ci sono. La situazione coinvolge in un disegno a cerchi concentrici tutti i comparti che gravitano sul trasporto aereo: il turismo, che dei voli, specie di medio-lungo raggio, è figlio riconosciuto; poi, a monte, i costruttori di aerei, e a valle gli aeroporti, le società di catering, gli autotrasporti pubblici e privati, i produttori di taralli e di biscotti («dolce o salato?»), le società di servizi a terra (handling), le imprese specializzate in manutenzioni, i produttori di valigie e di trolley, tutto il commercio degli scali, bar e ristoranti, fino ai baracchini per avvolgere le valigie nel cellophane. Ricavi dimezzati a 419 miliardi di dollari. Andrea Giuricin, docente all’Università Milano-Bicocca, ricorda che “il trasporto aereo occupa mille addetti per milione di passeggeri: sono quindi a rischio 4,5 milioni di posti di lavoro nel mondo e quasi 200mila in Italia» così oggi Il Giornale.
Dei circa 32mila aerei della flotta mondiale (80% a corridoio unico), un terzo è inattivo ed è temporaneamente custodito nei grandi parcheggi di Spagna, New Mexico, Arizona, California, dove il clima secco rallenta usura e corrosione; parcheggi che talvolta, tragicamente, diventano cimiteri.
Le compagnie aeree potrebbero salvarsi dedicandosi al traffico merci e specialmente al trasporto dell’enorme quantità di vaccini di cui avrà bisogno l’umanità. «I numeri della vaccinazione globale lasciano a bocca aperta: secondo uno studio commissionato dal colosso della logistica Dhl a McKinsey & Company, per spostare tutte le dosi necessarie serviranno 200 mila movimenti di pallets che dovranno trovare posto su almeno 15 mila voli. E visto che dovranno essere trasportati circa 15 milioni di contenitori refrigerati, per garantire un minimo di 10 miliardi di dosi, molti vettori si stanno riconvertendo in fretta e furia al cargo. A dare segnali di un forte interesse sono state proprio le linee aeree più note e capaci di trattare i vaccini come già avviene per altri farmaci. Lufthansa, ad esempio, ha un hub dedicato da 12 mila metri quadri in prossimità dello scalo di Francoforte e altri due a Monaco e Chicago. Il gruppo tedesco, pesantemente provato dalla pandemia, nel 2019 aveva trattato oltre 120 mila tonnellate di prodotti farmaceutici grazie all’utilizzo di 20 contenitori termici presenti a Francoforte. Sul versante franco-olandese Air France-Klm Martinair Cargo è uno dei primi gruppi ad aver avviato il trasporto di prodotti farmaceutici a temperatura controllata: quattro mesi fa è stata istituita una task force che si occupa solo del vaccino. Nel Pharma Hub di Amsterdam- Schiphol è stata aperta una Climate Controlled storage facility da 1.118 metri cubi ed è in costruzione una ulteriore zona refrigerata di 2.061 metri cubi. E a Parigi, nel Pharma Hub dello scalo Charles de Gaulle, sarà ultimata a breve una nuova area di stoccaggio climatizzata. In Italia, invece, Alitalia può contare al momento su due Boeing 777. La configurazione di questi aerei, visto il crollo del traffico, è stata trasformata da passeggeri in cargo poco prima dell’estate e quindi in piena pandemia» scrive Repubblica.