Mercoledì 28 ottobre u.s., purtroppo su piattaforma Zoom per le restrizioni imposte dall'emergenza
sanitaria Covid-19, si è tenuto (in contemporanea in tutte le regioni italiane) il consueto appuntamento di presentazione del “DOSSIER STATISTICO IMMIGRAZIONE 2020”, a cura del Centro Studi e Ricerche IDOS, in partenariato con il Centro Studi CONFRONTI e col sostegno dei fondi Otto per Mille della CHIESA VALDESE. Invitati ad intervenire: Fulvio Vassallo (Università di Palermo), Daniela Crimi (dirigente Liceo linguistico “Ninni Cassarà” di Palermo), Francesco Sammaritano (segretario generale COPPEM), Silvia Di Meo (Borderline Sicilia), Roberto Lagalla (assessore regionale all'Istruzione e Formazione), Moni Ovadia (uomo di teatro e attivista dei diritti umani), Monica Natali (candidata al ministero diaconale della Chiesa Valdese). L'evento, coordinato da Rosario Gianni Leone, è stato organizzato, diretto e introdotto da Abdelkarim Hannachi (Università di Enna “Kore”): in un tempo in cui ogni persona può essere produttrice di informazioni, un tempo in cui siamo bombardati da comunicazioni spesso distorte, i dati riportati nel DOSSIER (giunto alla sua trentesima edizione) sono invece frutto di rigore scientifico, sono dati desunti da fonti istituzionali documentate, da agenzie europee e internazionali affidabili. L'obiettivo principale della presentazione di questo imponente e metodico lavoro è sempre stato e resta quello di fornire una conoscenza chiara e consapevole del fenomeno e di diffondere una “narrazione” dell'immigrazione ben diversa da quella spesso strumentalizzata dai media, dai social e, purtroppo, anche spesso dal dibattito politico nel nostro Paese. A fronte di una vera e propria “distrazione ottica” che produce ad esempio una sovra- rappresentazione del fenomeno degli sbarchi sulle coste italiane, una sovra-rappresentazione dei numeri di individui provenienti dall'Africa e di fede musulmana, a fronte di una percezione sempre emergenziale del fenomeno immigrazione, il sapiente lavoro raccolto dal DOSSIER ci restituisce ben diverse rappresentazioni. La criminalizzazione della mobilità migratoria sulle cui cause (diseguaglianze, ingiustizie, guerre, carestie) manca sistematicamente una riflessione seria, con la conseguente chiusura dei centri di accoglienza, ha di fatto aumentato la condizione di irregolarità, ha allontanato (spesso traumaticamente) molte persone (specie minori non accompagnati) da un percorso di integrazione e di formazione, determinando isolamento sociale e maggior esposizione alla criminalità. L'uso stesso delle parole (“immigrato”, o peggio, “clandestino”, anziché “residente straniero”) relega la persona ad una condizione esistenziale bollata come reato, invece che mirare ad una cittadinanza universale inclusiva; ecco perchè ogni tentativo di creare leggi che limitino il fenomeno migratorio (da sempre riguardante ogni popolazione! Tanto per fare un esempio, ci sono più italiani all'estero che stranieri in Italia) non solo è contrario alla semplice e pura umana solidarietà ma è pure politicamente poco lungimirante. Diffusione di una corretta informazione, riflessione ad ampio raggio, confronto con “l'alterità”: alcuni tra gli strumenti per combattere la tendenza al respingimento, all'esclusione, alla negazione dei diritti umani fondamentali. ____________________________________ Monica Natali Per informazioni su come avere copia del DOSSIER: idos@dossierimmigrazione.it info@confronti.net